Chapter 5: I'm her boyfriend

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⛅️

Chiudo la porta di casa alle mie spalle, cercando velocemente di chiudere gli ultimi bottoni della camicia che sto indossando con una sola mano, mentre l'altra sorregge due libri che non entravano nella mia borsa. Odio tutto ciò che ha a che fare con lo svegliarsi di mattino. Credo di avere una specie di handicap dalle sette alle nove del mattino secondo cui non so fare nulla di ciò che mi viene sottoposto durante questa fascia oraria. Tipo scendere dal letto senza riportare alcun danno a me o a ciò che mi circonda, o vestirmi, fare colazione senza versarmi qualcosa addosso e dovermi cambiare o lavarmi e sporcarmi con il dentifricio e tornare a cambiarmi, ancora.

«Ho notato una donzella in difficoltà, posso fare qualcosa per lei?» alzo lo sguardo confusa ritrovandomi davanti l'alta e snella figura di Luke. Le mani nelle tasche della felpa nera, degli occhiali da sole scuri ed un sorrisetto furbo che fa spuntare un accenno di fossette sulle guance. Oh, e soprattutto: di mattina le mie funzioni linguistiche si arrestano totalmente (neanche quelle motrici scherzano, però), facendomi entrare in una specie di breakdown.

«Cosa ci fai qui, Luke?» chiedo muovendo alcuni passi in direzione del ragazzo che adesso sta camminando verso il marciapiede che dà sulla strada.

«Ti accompagno a scuola» imbocco anche io il marciapiede, camminando lentamente al suo fianco. La scuola, fortunatamente, dista a pochi minuti dalla mia abitazione, almeno camminare all'aria aperte mi fa ri-acquisire parzialmente quelle che sono alcune doti umane.

«Perché lo fai?»

«La domanda potrebbe essere anche: perché non farlo?» ridacchia lasciando oscillare le lunghe braccia lungo il bacino.

«Oh, uhm... okay. Mmh... Quindi?» chiedo non sapendo sinceramente cosa dirgli. Anzi, probabilmente mi sento anche un po' imbarazzata per la gentilezza del ragazzo.
È la stessa questione che faccio per Derek, non merita di essere trattato così male ma io lo faccio lo stesso, ma questa volta solo per il mio caratteraccio.

Nonostante l'imbarazzo iniziale riusciamo a dialogare per la prima volta normalmente e, dopo ben cinque mesi che "messaggiamo", conosco il ragazzo che è al mio fianco.
È una persona davvero simpatica e abbastanza permalosa. Suona la chitarra da molti anni ed adora cantare, ama la musica ed ha due fratelli più grandi: Jack, il fratello sposato e Ben; mi ha mostrato anche una loro foto e niente, mi spiace che Jack sia già sposato.

Anche io riesco ad aprirmi con lui, raccontandogli cose della mia vita privata.
Gli parlo dell'amore che provo per la musica Classic rock, il mio amore per gli anni '90 e per la roba vecchia. Gli parlo di mia sorella Melanie e dei suoi strani capelli (parla quella con i capelli grigi), e dello strano rapporto che ho con mio padre Eric; riesco persino a raccontargli di Harry, mio fratello più grande, sia di me che di Mel, che è sempre fuori casa.

Sembra molto interessato da ciò che sto dicendo mentre parlo, come sempre, non perde un mio solo movimento. Non so, ma questa cosa mi piace, insomma, in pochi si mostrano sempre così interessati alle parole che escono dallo mia bocca.
E proprio quando sto per salutarlo ed entrare a scuola, una voce fin troppo familiare fa girare entrambi.

«Chi è lui?» chiede Derek, guardando male il biondino al mio fianco. Lui mi rivolge un'occhiata interrogativa mentre io scuoto la testa, esasperata dal comportamento del ragazzo corvino.

«Derek, non adesso»

«Ti ho chiesto chi è lui.» mi ribadisce con un tono più duro, avvicinandosi a noi. Ci mancava solo una scenata di gelosia totalmente infondata da parte di Derek, rettifico: ho giuste motivazioni per trattarlo male.

«Sono il suo ragazzo, problemi?» chiede in tono intimidatorio Luke, avvolgendo un braccio alle mie spalle, rivolge un'occhiata gelida al ragazzo, che adesso sembra essere un po' spaventato.

«Sei fidanzata? Cosa? E da quando?» stralunato chiede il ragazzo con un ghigno sconvolto in viso.

«Senti amico, questi non sono affari tuoi. Stalle lontano o te la vedrai con me, chiaro?» lo minaccia Luke stringendo i pugni ed avvicinandosi. Derek spalanca gli occhi annuendo e filando via con la testa bassa.
Okay, adesso adoro questo ragazzo.

«Luke, non so come ringraziarti, ti adoro!» esulto battendo leggermente le mani. Finalmente non mi romperà più le palle!

«Adesso vado, grazie ancora» gli do le spalle facendo un grosso passo verso l'entrata della scuola.

«Aspetta!» mi chiama facendomi fermare «non me lo dai un bacetto, amore?» roteo gli occhi ridacchiando e premendo le labbra su una guancia del ragazzo che intanto mi sta abbracciando.

«Ci vediamo dopo, Bella!» urla,facendomi un cenno della mano proprio nel momento in cui sto per chiudere la porta dell'istituto alle mie spalle.

Bene, una persona in meno da sopportare.

Alla prima ora ho laboratorio, cavolo, oggi sarebbe stata la volta buona per dare fuoco all'intero istituto, penso mentre estraggo il libro di chimica dal mio armadietto stracolmo di adesivi di scarpe, marche di skate e loghi di gruppi rock disegnati dalla sottoscritta. Sì, be', da aggiungere alla descrizione della fantastica persona che sono c'è da dire che amo disegnare, solitamente disegno soggetti strani, o semplicemente fiori, mi piace disegnare fiori probabilmente perché incarnano quel lato di fragilità, armonia e femminilità che tanto manca a me.

Mentre mi dirigo al laboratorio di scienze, che si trova al lato est  della scuola, mi imbatto in Carl, il preside di questa catapecchia, nonché zio acquisito da parte della mia carissima e abbastanza ""puritana"" zia Liz.

«Giorno Carl, indovina chi si sta dirigendo nel laboratorio?» chiedo ironica, ammiccando.
Carl sbuffa cambiando direzione, lo vedo parlare con la professoressa Ross che mi squadra per bene con i suoi occhi marroncini prima di annuire a Carl.

L'uomo, molto simile a Vin Diesel probabilmente dopo un'impatto mortale con una Jeep ed un elefante, punta i suoi occhi neri nei miei. Una mano si rivolge prima alla mia figura e poi alla porta della presidenza, dove il caro e vecchio Carl passa le sue giornate ad urlare futili avvisi per i microfoni e ad augurarci un "stupidi marmocchi, so che fumate spinelli nei miei bagni, io chiamo la polizia e vi faccio chiudere in una gelida cella con un luridissimo bagno!".

«Allora Carl, quanto farai schifo da uno a dieci, oggi?» dico, disgustata.

Ah, piccolo ed insignificante dettaglio che avevo dimenticato: il mio caro zio è uno psicopatico che molesta una povera ed indifesa minorenne.

Questo capitolo boh, troppo Random

Asshole - Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora