Chapter 26: how you feel about me

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🌥

«Salve ragazzi, anche voi qui?»

Paralizzata punto i miei occhi sulle figure alle mie spalle, com'è possibile? Si sono materializzati dal nulla, questo è certo!

Slaccio le mie braccia dal busto del ragazzo fulmineamente, facendo cadere la giacca dalle mie spalle.
Li guardo, come colpevole, abbassando quasi lo sguardo, come per non vedere quello della persona ora al mio fronte, ma lui non mi sta guardando.

«Ciao Josie» saluto la mia amica con tono fintamente orgoglioso, alla fine non ha senso buttarmi giù per una persona che attualmente neanche vuole salutarmi. Insomma, chi si crede di essere? Il saluto non lo si nega a nessuno! Guardate Kylie e me, ad esempio, noi ci salutiamo sempre, eppure ci odiamo! Cioè, ci salutiamo perché così poi l'una può dar voce ai propri pensieri cattivi nei confronti dell'altra, ma comunque è un saluto.

Un pizzico dell'Arabella sana di mente non mi dispiacerebbe in questo momento.

E così sia.

Presa da uno spavaldo momento d'orgoglio irrigidisco il mio collo portando il mento in su e puntando lo sguardo negli occhi di Jo, iniziando a fingere che la figura alta quasi due metri al suo fianco non esista. Posso farcela.

«Che fate ragazzi?» controbatte subito Josie, iniziandoci a guardare con occhi curiosi, come è suo solito.

«Abbiamo fatto un giro ed ora stavamo per...» inizia Collin, ma io lo blocco, prendendo parola al suo posto «adesso Collin sta per accompagnarmi gentilmente a casa, quindi notte ad entrambi» e cerco di andare via, afferrando un braccio del ragazzo biondiccio al mio fianco, ma ovviamente il mio tentativo di fuga non va a buon fine.

«Ma se abita da tutt'altra parte, invece noi facciamo la stessa strada, perché non vieni con noi? Potremmo andare a bere qualcosa a casa dei ragazzi!»

L'idea è ovviamente pessima, non se ne parla di sentirmi umiliata un giorno di più per colpa di Luke. Ripeto, Luke. Insomma, davvero mi piace Luke? Non sarei mai potuta cadere così in basso per la mia prima cotta seria.

Prima che possa giustamente rifiutare la svantaggiosa offerta, Collin mi spinge addosso ai due, salutandomi con un cenno della mano.
Caspita, menomale che è l'unico a conoscere la situazione.

Sbuffo, seguendo le due persone davanti a me, conclusione peggiore di questa?
Tra l'altro stasera Luke mi sembra la persona più inutile al mondo, non mi ha guardato male neanche una volta, troppo occupato a smanettare con il suo telefono.
Se non la smette di muovere le dita così velocemente sullo schermo, glielo butto a terra tra un po'.

Intanto io comincio a parlare con Josie, indisturbatamente, rendendomi conto anche del mio bipolarismo amoroso nei confronti di Luke; spero di non arrivare al suicidio prima del tempo. (Le persone bipolari sono quelle che, maggiormente, tendono al suicidio)

Una volta arrivati nel vialetto della casa "distruzione" ed aver inserito le chiavi nella toppa della serratura, Luke ci fa spazio per entrare dentro.

Josie corre dal fidanzato, mentre io inizio a scrutarmi attorno: la casa è mediamente in ordine e Calum ed Ashton sono sul divano mentre Michael, Michael... dov'è Michael?

Eccolo, spuntare in tutto il suo fascino: sfila dalla porta del soggiorno con un paio di boxer verde mimetico, degli indecentissimi calzini ed una t-shirt bianca, i capelli schiacciati sulla fronte ed una birra far le mani. Gli mancano un paio di occhiali da sole neri e potrebbe addirittura fare la scivola alla Tom Cruise in Risky Business... ma nah, lui è solo un idiota con i capelli colorati.

Li saluto tutti con la mia classica disinvoltura alla "non m'interessa di niente", anche se non è affatto così. L'essere ignorata da Luke mi sta facendo male, ma devo essere più forte del dolore, alla fine è solo una piccola... cotta.

«Allora... cos'è previsto per stasera?» chiedo, sedendomi sul tappeto, di fronte ai ragazzi sul divano.
«Rispondere con un "guardiamo un film!" sarebbe seriamente tanto scontato, quindi non so... devo pensarci ragazzi» dice Calum, poggiando un braccio sulle spalle della ragazza.

Improvvisamente si crea un momento di silenzio, dove tutti sembrano concentrati nel risolvere questo dilemma esistenziale. Tutti tranne io, che non smetto di guardare Luke scrivere su quel telefono e quasi vorrei mordergli una mano per farlo smettere.

«Okay, ci sono!» Ashton prende parola, alzandosi come punto da qualcosa «Da bravo senex proporrei nascondino, con regole alla "noi", ovviamente»
«spiegati »
«ogni persona trovata dovrà raccontare un proprio segreto riguardante una persona in questa stanza, scelta da chi cerca ovviamente»
«Ash, non ho ben capito. Il segreto di chi deve essere?» chiede confusamente Michael.
«ti faccio un esempio: io sono stato trovato e tu, che mi hai trovato perché cercatore, dovrai chiedermi di rivelare che ne so, un pensiero sulla persona che sceglierai»

Tutti annuiamo, favorevoli alle regole del gioco. Ho un po' di paura, ma alla fine, cosa m'importa? Posso sempre inventare, ma... mentire ai miei amici? Luke non rientra nella mia cerchia di amicizie, quindi non dovrei riscontrare grandi problemi.

Dopo all'incirca mezz'ora dall'inizio di questo sottospecie di gioco, che si è rivelato più strano di quanto non sembrasse per via degli strani nascondigli dei ragazzi, hanno dovuto rivelare qualcosa già Josie e Michael. Ovviamente era qualcosa di altamente no sense, ma ora so che Michael si sente attratto dal fondoschiena di Calum e ciò mi fa sentire una persona nuova.

Ora è il turno di cercare di Luke, io sono nascosta nel ripostiglio, nascondiglio sicuramente di una grande originalità e copertura, ma ho paura che -per quanto già ora io non esista per Luke- non provi nemmeno a cercarmi.

Non appena sento dei passi mi rimpicciolisco nel mio angoletto e cerco di non fiatare, ma quando la porta si spalanca sommergente la stanza buia di luce artificiale, come spaventata e spinta dallo scopo del gioco comincio a correre alla rinfusa nel soggiorno dei ragazzi. Luke mi sta rincorrendo, allunga le braccia nella mia direzione come se volesse afferrarmi.
Questo mi riporta ed un mese fa, quando correvamo bagnati per la mia cucina e lui allungava le braccia allo stesso modo. Scoppio a ridere quando, inciampata sul tappeto, mi ritrovo schiacciato sotto il suo petto.

La mia risata si tramuta in un sorriso, mentre lui mi guarda fisso negli occhi. Muove una mano sul mio viso, fino ad arrivare alla mia testa, facendomi piccole carezze sui capelli.

«Ti obbligo a dirmi cosa provi per me in questo momento»
Merda, mi manca il fiato.

Asshole - Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora