Chapter 15: l'm just teenager dirtbag, Arabella

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☁️

Sono a casa di Josie da circa tre ore, e mi sto annoiando così maledettamente tanto.

Da quel che ho capito i ragazzi stasera andranno in un pub nei pressi del centro, non prima di aver cenato in un ristorante a qualche metro dal pub in cui andranno.

Da altrettante ore Josie sta cercando di convincermi a venire con loro, non volendo essere lasciata sola con un branco di quattro ragazzi idioti. Be', posso capire.

«Josie, ma che te ne frega? Tanto tu starai tutta la serata appiccicata a Calum, dei ragazzi non si vedrà neanche l'ombra» cerco di convincerla per la settantesima volta. Ovviamente mi spiace lasciare Jo da sola, soprattutto con quei soggetti, ma il pensiero che Luke ha su di me mi ha lasciata alquanto basita e dispiaciuta. Insomma, da cose si comportava pensavo ci tenesse a me!

«Ce l'hai ancora con Luke, non è così?» chiede lei dispiaciuta, sedendosi sul letto al mio fianco.

«Josie. Lui non mi conosce minimamente e non può permettersi di dirmi quelle parole solo per farsi grande agli occhi degli altri. Non sa un cazzo»

«Lo so, Bella. Ma sono sicurissima che scherzasse, insomma, conosciamo Luke. È un po' arrogante e montato, ma non si permetterebbe di dare della "puttana", o farglielo intendere, neanche a Sasha Gray. Te lo assicuro. Ma se non vuoi parlargli, be', ti capisco. Ti senti ferita, ed è giusto così» afferra dolcemente la mia mano, intrecciandola con la sua.

«Ed adesso aiutami! Il vestito per questa bellezza non si sceglierà certamente da solo!» urla esaltata dandosi una pacca sul fondoschiena facendomi immediatamente scoppiare a ridere.

-

«Dio santissimo, Melanie! Come hai potuto mangiare l'ultima confezione di patatine tutta da sola?! Era grossa quanto un cuscino!» urlo sconvolta cercando di farmi sentire da mia sorella che risiede in camera sua. Ora che ho scoperto che le patatine posso affermare con certezza che questo venerdì sta proseguendo sempre peggio.

Sbuffo, aprendo il frigo e ritrovandomi in mano un gambo di sedano ed un paio di carote.

«Bene, sarà come mangiare delle patatine fritte» mi convinco buttando la verdura sotto il getto d'acqua e sbucciando tutto, riducendoli, poi, a piccoli listelli, appunto, come se fossero patatine.

Ne afferro una non trovandovi, ovviamente, alcuna somiglianza, ma ormai sono troppo annoiata per cercare altro cibo commestibile dalla cucina mezza vuota.

Salgo la rampa di scale, che porta alle stanze da letto, mi dirigo in fondo al corridoio, affacciandomi nella stanza di mia sorella «quando hai detto che tornano Eric e la mamma dal matrimonio di nostra cugina?»
«Oh, fantastico, stai dormendo! Ed io ora cosa faccio alle dieci di sera da sola per casa?»

-

« ma che diamine...» sussulto quando il suono del campanello risuona con insistenza per l'intera abitazione.
Dopo trenta secondi di puro silenzio capisco di aver immaginato quel suono e riposo pesantemente la testa sul cuscino, quando quel fastidioso suono rimbomba, ancora, per tutta la casa.

Mi alzo, prima che l'idiota che sta bussando alla porta alle due del mattino possa svegliare l'intera famiglia Styles. E questo non sarebbe per nulla una cosa buona.

Mi affaccio nella stanza dei miei, accertandomi che entrambi stiano ancora dormendo. Dopodiché scendo lentamente le scale pronta a riempire di insulti la persona che, imperterrita, continua a suonare, ovviamente portando con me la mazza da baseball che custodisco sotto il letto, tra polvere e le magliette che sono riuscita a rubare ad Harry prima che se ne andasse .

«Chi cazzo suona alle due del matt- Luke?» posso sentire le mie sopracciglia unirsi, e riesco a sentire anche la puzza d'alcol che il ragazzo, adesso felice come non mai, ha addosso.

«Heey Bella!» allunga leggermente alcune vocali buttandosi dentro casa mia, senza neanche aspettare che io possa dirgli di restare fuori, perché sì, non lo voglio intorno, figuratevi dentro casa alle due del mattino.

«Cosa ci fai qui, Luke?» mormoro, seguendolo per accertarmi che non combini casini.

«Oh... niente, avevo proprio in mente di andare a fare un pisolino ma non so... Mmh... Ne vuoi un po'?» chiede porgendomi una bottiglia vuota di vodka che lui, intelligentemente, sta continuando a sorseggiare. Fantastico.

«Oh, dammi qua! Vieni»
Lo porto in cucina, gli tiro di mano la bottiglia di vodka dopo alcune sue lamentele e a forza gli faccio bere una aspirina.

«Adesso stai buono fino a domani, altrimenti giù per la finestra. Intesi?» chiarisco minacciosamente. Prima le patine, ora Luke ubriaco ed ingestibile a casa mia alle due del mattino, cosa mi aspetta ancora?

«Sì, Arabella. Arabella come la canzone degli Arctic Monkeys, e devo dire che ci hanno preso in pieno, con quella frase» si tira in piedi dalla sedia, seguendomi cascante.
«l'orizzonte ci prova, ma a guardarlo non è dolce, come Arabella» sussurra lentamente, come se fosse una preghiera.

Si ferma sulle scale bloccando anche me per un polso.
Le mie spalle si premono contro il muro, mentre le braccia di Luke e la sua cassa toracica mi chiudono in una morsa stretta.
«Sono solo un adolescente di merda, Arabella» si ferma alcuni secondi, soffermandosi a guardare alcuni tratti del mio volto « non badare a me quando parlo, dico solo puttanate. Ma ti assicuro che quando dico che tu sei bellissima, lo dico con la massima serietà»

Mi trovo a disagio e debole. Vorrei allontanarlo, ma è più forte di me, il suo corpo pesa.

«Luke, sei ubriaco, è meglio che tu dorma. Domani non ricorderai neanche di questa discussione» finalmente riesco a liberarmi, ed amareggiata, mi allontano dal corpo del ragazzo.

Lo porto in camera di mio fratello Harry, dove si siede sul letto, mentre io cerco un pantaloncino ed una canotta per Luke in alcuni dei cassetti ancora aperti del settimino.

Dopo alcuni secondi riesco a trovarne un paio. Mi giro e trovo Luke completamente steso sul letto, gli occhi chiusi e le labbra socchiuse.
Sorrido alla figura di quel ragazzo tanto alto e robusto che adesso sembra così insignificante raggomitolato su se stesso mentre dorme.
Lo guardo un'altra volta prima di andare in camera mia, stendermi nel mio letto e sorridere, dopotutto il venerdì è uno dei miei giorni preferiti.

Asshole - Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora