Chapter 24

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«Ragazzi, io proporrei un film a casa mia»

È venerdì, ed ovviamente -essendo entrati nel weekend- stiamo decidendo cosa fare per stasera. Collin ed io avevamo proposto di non fare niente, io perché non ho voglia di vedere nessuno, Collin perché non può non passare le prossime dieci ore su di un libro; ma credo che stasera sarà costretto a rimandante, lo stesso vale per me, ma tentar non nuoce.
«Ragazzi, io non credo di uscire, mi sento poco bene» mento, aggiungendo persino un finto starnuto per sottolineare il tutto.  Credo di essere diventata un po' fiacca in questo campo, mentire non è più una delle mie qualità principali. Mi sto rammollendo.

«Ma stai zitta che neanche cinque minuti fa rincorrevi Derek urlando. Quindi non hai scuse! E neanche tu Collin, smettila di assecondare tutto ciò che fa quella.» ci rimprovera esasperatamente Josie, facendo ridere tutti, specialmente noi due, i soggetti della questione; ci giriamo ed iniziamo a guardarci, ridendo divertiti.

Siamo -come al solito- tutti nel cortile. All'appello mancano il ribelle Luke Hemmings ed il furbo Michael Clifford, fortunatamente, oserei dire.
Non sopporterei altre occhiate storte da Luke, ultimamente non fa che fissarmi, male, ma comunque fissarmi, quasi mi dà fuoco col solo sguardo.

Probabilmente è meglio che non ci sia, ogni volta che siamo in gruppo e c'è anche lui che mi guarda con quel ghigno arrabbiato, mi verrebbe solo voglia di prenderlo a pugni. Be'... forse non proprio, in realtà vorrei solo abbracciarlo e rassicurarlo della mia presenza, dirgli che ci sarò sempre e tutte quelle cose patetiche che preferisco lasciare alla figlia della mia vicina. Mi sto decisamente rammollendo.

«D'accordo» diciamo Collin ed io contemporaneamente, ridendo subito dopo.
«Voi due non mi piacete» puntualizza dopo poco Josie, guardandoci torva. Prende per mano il suo ragazzo per poi andare definitivamente via. Ashton ci saluta calorosamente prima di seguire quei due, povero. La cotta per Ashton è un'altra cotta caduta magicamente nell'oblio; purtroppo per me Luke ha offuscato totalmente i miei pensieri da quando è qui.

Collin ed io scoppiamo nuovamente a ridere, piegandoci su noi stessi.
Entrambi iniziamo ad esalare profondi respiri, iniziando a calmarci.
«Allora... che strada fai?» mi chiede, sistemando meglio  lo zaino sulla spalla.
«Andrò di lì» indico una via parallela alla scuola.
«Andiamo allora, ti accompagno!»

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Continuando a guardare il soffitto mi rendo conto che la voglia di fare qualcosa oggi è totalmente assente. Ma purtroppo sono costretta ad alzarmi dal momento che, essendo le 19:30, dovrei prepararmi per andare a casa di Josie.

Sbuffando mi tiro a sedere iniziando a guardare ai piedi del mio letto, inizio a ricordare di quella volta in cui Luke comparve magicamente in camera mia, senza che neanche lo avessi invitato; o di quando - sporchi di farina e di cioccolata- iniziammo a rincorrerci per tutta la cucina, sporcando ovunque, anche nei posti più improbabili.

Alla fine quel ragazzo non era tanto male. Ne parlo come se fosse morto e sepolto.

Decido di scacciare via quei ricordi, alzandomi dal letto.

Devo dimenticarlo, ed ammettendo che mi manchi di certo non sto migliorando la situazione.

Aspetta... ammettere che mi manchi? Cosa? Impossibile!
Qui è un continuo controsenso, non ci capisco più nulla.

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Ed ovviamente Luke è qui. E proprio adesso uno dei due dovrebbe bussare per poter entrare nella casa di Josie, insieme. Dovremo entrare per la stessa porta e forse condividere un divano... no, è troppo complicato, torno a casa. Ma non posso tirarmi indietro proprio ora.

Sto per bussare quando contemporaneamente anche Luke fa lo stesso gesto, sfiorando la mia mano. E come se stessimo prendendo la scossa o toccando qualcosa di viscido e schifoso tiriamo repentinamente il dito indietro.

«Ehm... scusami» bisbiglio, ma lui neanche risponde, come se volesse ignorare la mia presenza. Perfetto.

Josie spalanca la porta, sorridendoci, lo stesso sorriso che muore non appena nota la distanza tra i nostri corpi e l'espressione irritata di Luke.

«Ciao Jo!» dice calorosamente il ragazzo, dando sfogo ad uno spiraglio di se.
«Ehi» ricambia dispiaciuta Josie mentre mi guarda con un piccolo sorriso in volto di conforto, che ricambio tenuemente.

Appena entro noto tutti già seduti, sparsi tra il divano e le due poltrone; anche Luke si è già seduto, al suo fianco il posto è libero, Josie mi dà una piccola spinta, che mi fa capire di dovermi avvicinare. Nel momento in cui muovo un passo, decisa a sedermi proprio in quel posto, la furia Clifford quasi non mi butta a terra mentre prende il mio posto. Ma da dove è spuntato fuori? Bestia di satana, dovevo starci io vicino al mio Luke.

Tutti mi stanno fissando, poiché sono rimasta in piedi davanti a Luke con gli occhi persi nel nulla ed il corpo inerme, catatonico. Tutti mi fissano, sì, ma proprio l'unico sguardo che vorrei addosso in questo momento mi sta ignorando, come se fossi trasparente.
Ed è proprio questo a far male, Luke mi ha praticamente assillato (e spaventato) per mesi ed ora per lui è come se non ci fossi. Questa cosa è decisamente devastante.

Okay, me ne sono pentita, rivoglio tutto come prima.

«Vado un attimo in cucina» annuncio spiazzata, ho la voce spezzata dal vuoto che si è venuto a creare all'interno del mio stomaco.

Dopo mezz'ora sono ancora chiusa in cucina, non sto piangendo né sto dando segni di pazzia, mi ritrovo solo a contemplare il nulla, fossilizzata su qualcosa che probabilmente prima non esisteva.
Sono dispiaciuta e soprattutto umiliata... ma alla fine me lo merito, la grande saccente è stata disintegrata. Devo essere oggettiva ed ammettere che la decisione di Luke è giusta, sta facendo la cosa giusta.

Dal soggiorno continuavano a chiamarmi, chiedendomi se sia tutto apposto ed io continuo a rispondere affermativamente spiegandogli di star tentando di cucinare dei popcorn.
Dopo altri dieci minuti decido di fare la persona matura e di uscire dalla cucina.

«Finalmente! Pensavo ci stessi prendendo in giro!» urla Michael strappandomi la ciotola di popcorn dalle mani.
Gli sorrido sedendomi sul tappeto tra le gambe di Collin, che mi porge una carezza affettuosa.

Ed è proprio in quel momento che noto un'occhiata da parte di Luke infastidita che fa muovere qualcosa dentro di me. Forse nulla è ancora perduto.

Asshole - Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora