Chapter 37: home

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🌥

L'Australia. Quel fantastico posto dove potresti trovare un coccodrillo nel giardino di casa o uno squalo di cinque metri nella spiaggia affianco alla casa dove hai il coccodrillo sul giardino.
Il nostro viaggio era giungo al termine e le nostre strane si sarebbero divise ora, in quell'aereoporto.

Come la sto facendo tragica, scherzo ovviamente, per quanto li voglia bene non vedo l'ora di sbarazzarmi di loro e correre nella mia stanza: il mio spazio vitale. Anzi, di togliermi il reggiseno, perché non lo sopporto più.

Arrivati in aeroporto, Eric ci ha fatto la grazia di venirci a "prelevare", accompagnando anche Josie. Strabiliante; solitamente è nostra madre a scarrozzarci in giro per la città o nei dintorni, ma ehi, non rifiuterei mai un passaggio dal mio Eric, mai.
Prima di liquidarci da quel posto abbiamo salutato i ragazzi, con la promessa di incontrarci il giorno dopo. Una volta riusciti ad entrare nella modesta auto di mio padre, Eric ha accesso la radio, fermandosi su una stazione rock, canticchiando qualche parola di una canzone a me sconosciuta; credo fosse una canzone dei primi anni '70, comunque sto sfociando in cose che non interessano neanche a me, onestamente.

Il volo è stato terribile per ben due motivi:
1. Non volevo lasciare la nonna e quasi scoppiavo a piangere, i ragazzi hanno dovuto caricarmi in spalla e tirarmi a forza fuori di lì;
2. Il tipico post sbornia non mi ha certamente aiutata in queste cinque ore di viaggio, la testa mi esplodeva (non che ora mi senta meglio) e non sono ancora pienamente cosciente; credevo anche che non mi facessero salire in aereo tanto barcollassi ancora.

Ma parlando proprio di questo, era da parecchio tempo che non combinavo più alcolici ed erba, e me ne sto accorgendo proprio ora, tant'è che la testa mi esplode più del dovuto, non sono più così abituata.
Non ricordo assolutamente nulla, solo il mio risveglio: ero ancora vestita con i panni del giorno prima ed ero sotto le coperte, sulle spalle avevo una giacca, una giacca molto familiare; la quale è poi sparita durante il mio dormi-veglia. 
Per quanto riguarda proprio l'erba, mi sembra sia stato proprio il bagnino a darmela, ho passato con lui giusti quei cinque minuti, tempo di aver fatto qualche tiro e poi l'ho scaricato, tornando dalle ragazze; da lì la serata è andata totalmente allo sbando; è come se la mia mente avesse registrato immagini ad una velocità così rapida da non poter neanche carpire di cosa si trattasse effettivamente.

Dopo aver mangiato qualcosa a volo insieme ai miei genitori ed ad aver raccontato questi due giorni, corro verso il mio letto, sprofondandomici sopra; sono solo le cinque del pomeriggio, ma io sto morendo dal sonno.

Quando sento un ticchettio alla mia finestra, rinvengo, sedendomi immediatamente sul mio letto, dopo cinque minuti passati ad analizzare il rumore capisco che effettivamente non me lo sia immaginato; afferro la mia mazza da baseball, muovendomi a piccole falcate verso la finestra, pronta a lanciarla dritta in faccia alla persona che non può dormire alle due del mattino.

Non appena apro la finestra, una pietra viene lanciata dritta in camera mia, atterrando sul pavimento.
Mi affaccio, sporgendomi verso il basso.

«Hemmings! Sei un tale cliché!» gli urlo ironica, ridacchiando appena.

Vedo i suoi occhi sollevarsi verso l'alto, guardandomi in malo modo.
«non volevo arrivare a questo, ma non mi hai dato altra scelta! Non rispondevi a telefono e di bussare non ne era proprio il caso.» ribatte, lasciando cadere verso il suolo i sassolini che aveva raccolto.

«Sì, ma potevi anche non venire» gli urlo ed un secondo dopo mi mordo la lingua, vorrei saper contare fino a diecimila prima di parlare. Stupida.

«Be', allora mi dispiace averti destata dal tuo sonno beato, principessa, anzi, forse non è vero, non è vero per niente »
Sono meravigliata, è la prima volta che qualcuno (che non sia Josie, ovviamente) risponde alle mie provocazioni; gli sorrido maliziosamente, invitandolo a spostarsi verso la porta d'ingresso. Questa cosa è estremamente interessante.
Gli faccio strada verso camera mia, esortandolo a togliersi giacca e scarpe, per potersi stendere sul mio letto.
Come nostro solito guarderemo un film, ed io ho voglia di divertirmi un po' con lui, ha stuzzicato qualcosa in me con quella risposta.


«Sai cos'ho qui, Luke?» volto il capo, guardandolo malvagia.
«scommetto qualcosa di molto bello per me» Già.
Sorniona, mi giro, facendogli vedere il dvd che stringo tra le mani.
«No, ti prego, non farmi piangere» mi implora Luke.
«Corro a metterlo!»Esulto, muovendo un grosso passo verso la TV.
«Ma ci resto troppo di merda alla fine, dai, non ho la testa per riguardare Edward mani di forbice, ti supplico» piagnucola.
«Zitto Luke! Sta per cominciare.» urlo isterica, buttandomi al suo fianco, fremendo come una bambina che per la prima volta vede Aladdin.

Durante il film lo sento lamentarsi più volte, soprattutto nelle parti tra Kim, Jim ed Edward e stringere forte il suo cuscino quando Kim cerca di abbracciare Edward.

Tra commenti vari e sbuffi da parte sua, arriviamo alla fine.
Luke ha una faccia da bambino bastonato e mentre si sistema meglio inizia ad ansimare.
«Cazzo, ogni volta che lo vedo spero in un finale diverso.»
«Ohw... povero Lukey. So io come farti sentir meno triste » gli sussurro suadente, accarezzandogli il petto.
«Stai per prendermi in giro, come ogni altra volta, vero?» biascica ovvio Luke, stropicciandosi un occhio.
Be', non esattamente.
Con uno scatto repentino mi sposto su di lui, iniziandogli a lasciare piccoli baci sulle sue guance.
Quando alzo il volto, volendo puntare i miei occhi nei suoi, trovo il percorso intralciato da due lembi di pelle: le sue palpebre sono calate.
Mi alzo un po' per poter guardare il suo volto completamente: la sua faccia è cadente verso un lato, la bocca leggermente socchiusa e l'osso del collo ben marcato. Dorme.
Sorrido un po', cerco di sistemagli alla meglio un cuscino sul lato in cui sta dormendo, per poi girarmi e chiudere anche i miei occhi.

 Sorrido un po', cerco di sistemagli alla meglio un cuscino sul lato in cui sta dormendo, per poi girarmi e chiudere anche i miei occhi

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Dopo svariate ricerche e ragionamenti ho capito che sì, non ci ho capito un cazzo sulle stagioni australiane. Oddio, ora le ho capite, ma dovrò farlo capire anche alla mia storia dato che LE HO INVERTITE :((((

Asshole - Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora