Chapter 40: i hate you

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🌧

Il cielo sembra star piangendo con me la morte di mia nonna. Come poter dimenticare una tale forza della natura? È impossibile. I miei fratelli ed io non scorderemo mai ciò che ci ha insegnato nonna Evangeline, d'altronde ha inserito nella società tre perfetti soggetti con turbe psichiche, perché sì, siamo tutto uno più pazzo dell'altro.

La mia famiglia, tranne me ed Harry, sono andati a Perth stamattina, per assistere al suo funerale ma be', noi due non eravamo ancora pronti a darle un addio così, non eravamo pronti a questo e non così presto. È vero, la nonna negli ultimi mesi non era stata benissimo, ma credevano tutti si fosse ripresa e fosse pronta per vivere altri cent'anni con la sua voglia d'avventura.

Siamo in camera mia, Harry ha grandi occhiaie sotto i suoi stupendi occhi verdi, ogni tanto lo sento tirar su col naso, ma so che non sta piangendo; è seduto sul mio letto e giocherella con i bordi del mio piumone. D'altro canto io sono affacciata alla finestra, guardando il tempo che passa, diluviava fino a qualche minuto fa, eppure ora si vede quasi l'ombra di un arcobaleno. È come se aspettassi che accada qualcosa che non si verificherà mai.

Sono le cinque del pomeriggio, non abbiamo mangiato ancora nulla, ma sono sicura che -come me- neanche lui ha molta voglia di cibarsi.

«Ci saranno giorni migliori, giorni felici» sussurra Harry «Piangi. Perdona. Impara. Vai avanti. Lascia che le tue lacrime innaffiano i semi della tua felicità futura»

«E questa dove l'hai tirata fuori, Harry?» chiedo corrucciando il volto, sorridendo leggermente.

«non ne ho idea, credo di averla letta su Facebook» ridacchia anche lui, assecondandomi. Poi si alza, e velocemente infila le sue scarpe, allacciandole in malo modo. «Ti va di fare un giro?»

Io annuisco ed infilo anch'io un paio di scarpe, apro l'armadio tirando fuori una giacca che lancio sul mio letto.
«Vado un attimo in bagno»

Quando sono difronte al bagno entro dento, chiudendo lentamente la porta alle mie spalle, cercando di fare il meno rumore possibile.
A testa bassa mi avvicino al lavandino aprendo l'acqua, che in poco si trova a contatto con la mia pelle lattea. Afferro un asciugamano e tampono il mio volto, quando mi ritrovo a contatto con due occhi gelidi ed un viso segnato da eventi inevitabili della vita. I miei capelli cadono disordinati sulle mie spalle e quasi sembrano non avere un senso, il volto è cadaverico e totalmente pulito da ogni forma di prodotto estetico che possa andare ad alterare la sua naturalezza.
Mi guardo un'ultima volta prima di uscire, afferro la mia giacca e poi raggiungo mio fratello che mi aspetta già davanti alla porta.

«Sei pronta?» domanda dolcemente ed apre la porta, dopo avermi vista fare un cenno positivo.

Ma quando stiamo per mettere piede fuori casa è una figura longilinea a farmi pietrificare. Lui no, per favore, non ora.

Sospiro cercando di ignorarlo ed uscire, come se non fosse nulla, sotto gli occhi interrogativi, ma curiosi di Harry, che però non dice una parola.

«Arabella» parla sottovoce, ma io non faccio niente. Non può... le cose non funzionano così, non può tornare quando gli è più comodo, non sono un automa e non vivo in funzione di nessuno.

«Ti prego, devo parlarti»

«No, Luke, tu non devi dirmi niente, hai già detto abbastanza. Lasciami stare e sta' lontano da me!» urlo, sentendo i miei polmoni bruciare e i miei occhi farsi lucidi.
Che idiota.

Anche Luke sembra star per cedere, non credo di averlo mai visto sul punto di piangere, sul punto di rottura. Come noi, anche lui sembra non chiudere occhi da giorni, i suoi occhi azzurri sembrano molto più cupi e scuri, i suoi capelli arruffati e schiacciati sulla sua fronte, quando abbasso lo sguardo i miei occhi cadono sulle sue mani, sono rosse e rovinate, si vede chiaramente il sangue coagulato sulle sue nocche, che ora sono strette fortemente in un pugno, deve far male per come digrigna i denti e socchiude i suoi occhi.

È calato uno strano silenzio, dove entrambi non riusciamo a smettere di guardarci negli occhi con violenza, sembreremo degli stupidi, ma io non riesco a farne a meno. Mi è mancato, non posso negarlo, ma l'ho odiato così tanto...

«Credo che sia meglio che voi due entriate e facciate due chiacchiere, non so cosa sia successo ma c'è chiaramente una forte tensione... Arabella io vado a farmi due passi, ci vediamo stasera» mi da un piccolo bacio tra i capelli «non distruggete casa»

Luke afferra l'anta della porta facendomi un segno della mano, per invitarmi ad entrare, ma io lo fisso rabbiosa, serrando le braccia sul petto e battendo un piede sul pavimento.
Lui sbuffa e rotea gli occhi, prima di entrare, seguito da me.

Senza che nessuno lo avesse invitato a far nulla, lo vedo seduto sul divano, guardandomi, come se stesse aspettando che io faccia qualcosa. Bene.

«Hai cinque minuti per dirmi ciò che hai da dire e per portare le tue chiappe fuori da casa mia» asserisco apatica, guardandolo duramente.

«Ho saputo di tua nonna, mi spiace così tanto, non immaginavo che...» lo blocco, non ho bisogno della sua pietà, in questo momento.

«Sì, Luke, taglia a corto, non ho bisogno delle tue sdolcinate parole. Se hai altro da dire che non siano delle stupide condoglianze fa pure, altrimenti non ti ascolterò»

«Okay, Bella, bene, vuoi sapere perché sono qui? Perché sono geloso, quando mi hai raccontato tutto ciò che ti ha fatto tuo zio avrei voluto ucciderlo con le mie stesse mani, e lo avrei fatto quello stesso giorno, te lo assicuro, ma quando hai rivelato che solo Collin lo sapeva non ci ho visto più dalla gelosia, avresti dovuto dirlo a me, ti conosco da quasi un anno e non me ne hai mai parlato prima e ti odio per questo» vedo Luke abbassare la testa e tirare il suo piercing con rabbia, odiarmi, che motivo ha.

«Odiarmi? E perché?»

«Perché ti amo Arabella, ti amo»

Ho scritto questo capitolo ascoltando a ripetizione "On Melanch Hill" dei Gorillaz. Stanotte ho visto gli Oscar e sto letteralmente morendo.

Festeggiamo così la nuova copertina(ultra sfocata a caso) :))

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Festeggiamo così la nuova copertina(ultra sfocata a caso) :))

Asshole - Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora