Chapter 42: what?

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☁️

Arabella's POV
«Arabella, ma cosa stai dicendo..?! Il preside? Tuo zio?!» urla sconvolta Josie, riesco a vedere i suoi occhi lucidi e qualche lacrima che sta per sgorgare sulle sue guance.

Forza e coraggio.

«Ti pare che stia dicendo una cazzata? È così, Josie» sbraita Luke, seduto tra i ragazzi. Perché le ha risposto così acidamente?

«ehi... Jo, sto bene» le sussurro, una volta che le sono vicino, poggiandole una mano sulla schiena, sta tremando «ora che lo sapete mi aiuterete, lo so. Non ho più paura.» mi accovaccio al suo fianco, poggiando la mia testa sulla sua spalla.

«Non me ne sono mai accorta, non ti ho mai chiesto se qualcosa non andasse, ti ho sempre e solo riempita dei miei stupidi problemi» dice fra le lacrime.

«Non è affatto vero, okay? Tu sei fantastica e ti invidio un sacco e lo sai. È stata colpa mia, avrei dovuto dirtelo a tempo debito.» tiro via alcune lacrime con il mio dito indice. «Ragazzi, non voglio che mi trattiate in modo diverso, chiaro?» sentenzio, dando uno sguardo rapido a tutti. Mi guardano ed annuiscono percettibilmente.

Lei si gira e mi abbraccia ed io faccio lo stesso, stringendola forte al collo.
«Ti voglio bene, Bella»
«Te ne voglio anch'io»

Quando sentiamo un rumore simile ad un rigurgito ci alziamo, cogliendo giusto in tempo la figura di Ashton correre verso il bagno di casa mia con due mani che gli tappano la bocca. Sta per vomitare, che schifo.
Ciò mi riporta a quella notte, quando conobbi Luke: non lo sopportavo, eppure lo aiutai, massaggiai diverse volte la sua schiena, per farlo rilassare. Quando poi allontanò la testa dal water ricordo ancora come gli si illuminarono gli occhi allo scopettino del bagno.

«Un microfono! Arabella, io sono un cantante! » urlò, bramando di afferrare quello stupido stura cessi. Lo lasciai ovviamente fare.

«Dai. Prendilo» lo incitai, almeno avrei potuto farmi due risate. Anch'io ero ancora brilla, ma decisamente non a quel livello. Chissà Josie che fine aveva fatto.

Quando lo afferrò non ci vidi più dalle lacrime, era uno spettacolo esilarante e ridicolo allo stesso tempo. Lo manteneva fortemente dal bastone di metallo, puntando lo scopettino verso le labbra.

«Buonasera a tutti, signori. Ecco Luke and The band! Un forte applauso!» gridò ancora, incitando il suo pubblico immaginario. Io applaudetti, fischiando ed incitandolo a cominciare la performance.

«Questa è per la ragazza più carina che abbia mai visto» parlò al suo "microfono" facendo poi un occhiolino nella mia direzione.

«Arabella» mi scoute Collin, facendomi tornare con i piedi per terra. Ricordando ciò non posso che puntare i miei occhi su Luke, sembra assente come me, ora.

«È un lurido, che uomo di merda. Arabella, ti aiuteremo a farlo imprigionare a vita, te lo giuro, te lo giuriamo.»

«Promettetemelo»

«Te lo promettiamo» dicono tutti in coro.

Dopo mezz'ora casa è vuota, siamo solo Luke ed io, gli ho chiesto di restare qui per stanotte, Harry non è ancora rientrato, ed io non voglio restare sola. Vorrei chiamarlo o mandargli un messaggio, ma non ha portato con se il cellulare, lo fa spesso.

I ragazzi torneranno domani pomeriggio, ha detto che stanotte cercheranno tutti ad una soluzione, un modo per incriminare quel bastardo. Confido in loro.

«Luke» lo richiamo, sta mangiando nervosamente le sue pellicine e non ha aperto bocca da quando tutti se ne sono andati, è strano.
Siamo in salotto, entrambi sul divano, la televisione è spenta.
«Pensi che i miei genitori, quando lo sapranno, mi cacceranno di casa?» chiedo, senza neanche aspettare che risponda al suo nome.
«Cacciarti di casa? Non succederà mai, sta tranquilla. Quando lo scopriranno andranno a prenderlo a calci in culo, se gli va bene.» mi rassicura, ma io non ne sono molto convinta.
«E per la droga?»
«Le due cose non sono paragonabili poi uno spinello non ha mai ucciso nessuno, sta' tranquilla» cerca ancora di rendermi più tranquilla, facendo alzare un angolo della sua bocca e poggiando una mano sulle mie gambe, stese sulle sue.

«E a te? Cosa passa per la testa?» chiedo curiosa.

«è che... mi chiedevo... noi due cosa siamo?»

«non lo so Luke, credo che per il momento sia meglio lasciare la situazione in questo modo, non voglio altre complicazioni» biascico velocemente, ho di nuovo sonno.

«sono una complicazione?» chiede, guardandomi male.

«Sì, perché mi distrai troppo, Lukey. Devo finire l'anno con voti accettabili e manca poco» spiego, sorridendogli furba.

«Ah, ti distrarrei quindi...» sussurra maliziosamente, le sue labbra sonno leggermente aperte e i suoi occhi puntati su di me, in modo seducente. «intendi... in questo modo?» domanda, prima di allargare leggermente le mie gambe fasciate da un jeans nero. Lascia un piccolo bacio all'interno della mi coscia, non togliendo un solo secondo i suoi occhi dai miei. Non so cosa fare, è la prima volte che è lui a fare una cosa del genere. Sento le mie guance farsi più calde ed istintivamente mi mordo il labbro.
«Forse così» sussurra ancora, dalla sua voce non traspare un filo di malizia, è così bravo a fingere. Si sposta su di me, questa volta, ed io lo lascio fare, ho bisogno di questi momenti nelle circostanze più buie per ricordarmi quanto possano essere bella la vita, nonostante tutto. Alza la mia maglietta leggera, il mio addome è scoperto, ho la pelle d'oca. La sua mano si posiziona su un mio fianco, facendomi sussultare per il freddo. Si regge sull'altra mano per non pesare su di me, mentre si intrufola tra le mie gambe, mi è mancata così tanto questa sensazione. Poggio le mie mani intorno al suo bacino, facendole salire fino alla sua vita, portando con me la sua maglietta. Vorrei toglierla per ammirare ancora una volta il suo petto così chiaro e bello.
«Credo sia decisamente questo» sussurra, sfiorando con le sue labbra prima il mio naso ed infine le mie labbra. Intenso: così definirei tutto ciò. Lo sento muoversi tra le mie gambe, mentre i nostri respiri si fanno più pesanti. Fa quasi male da quanto sfreghi, ma è inutile dire che stia morendo dal piacere.
Si solleva da me nel tentativo di sfilarsi la maglia, ma quando sta per cacciar fuori la testa la porta si spalanca rivelando la figura di mio fratello Harry. Dannazione. Subito Luke si toglie da me, rimettendo la maglietta al suo posto mentre io vorrei semplicemente sprofondare.
«Vedo che ti sei ripresa» mi punzecchia Harry, entrando in cucina. Rido fintamente alla sua battuta, guardo Luke e quasi mi dispiace, starà ribollendo dall'eccitazione.
«Harry» lo chiamo, raggiungendolo in cucina, continuo «Luke stanotte dorme da noi»
«Certo, dormirà con me in camera mia»
Lo odio.
Guardo Luke, alzando le spalle, mi avvicino e gli lascio un bacio sulla guancia, dandogli la buonanotte. Chissà cosa sarebbe accaduto se Harry non ci avesse interrotti...

Asshole - Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora