Chapter 43: that's the plan

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⛅️

Stamattina sono a scuola e credo proprio di aver riacquisito il mio spirito da persona fastidiosa e ironica, misto ad una punta di acidità. Mi sento bene, nonostante ciò che è successo mi resterà impresso per sempre; ma devo andare avanti e far sì che ciò mi fortifichi soltanto, sta per finire tutto.

I corridoi sono strapieni di gente, come al solito, e sono quasi contenta di poter tornare a sfidare con il mio solo sguardo la massa in movimento.

«Guarda un po' chi si rivede» sputa Kylie, la mia carissima amica troia.«Carino il maglione, peccato l'abbia visto indossare ad un barbone» mi punzecchia, guardandomi con cattiveria.

«Carina la faccia, peccato sia di plastica» sputo, zittendola, come ogni altra volta.
«Baci Ky» la saluto, prima di voltarle le spalle e mettere su un sorriso vittorioso. È così semplice con lei.
Vado alla prima lezione, lettere, credo che prenderò qualche appunto. Già, mi meraviglio da sola.
Prima di sedermi, tolgo il telefono dalla tasca destra, poggiandolo su un banco. Mancano ancora dieci minuti all'inizio delle lezioni.
Una notifica, è Luke.

Da Lukey: Buongiorno Bella , ti vengo a prendere fuori scuola xx

Sorrido, in un certo senso non vedo l'ora di poterlo incontrare, mi manca.
Okay, sto diventando così ridicola, ma non ho idea di ciò che sta succedendo, non sono mai stata così, ma Luke mi piace e tanto.

Con un piccolo sorriso in volto, inizio a picchiettare sullo schermo del mio telefono, rispondendo al suo messaggio.

A Lukey: vieni a prendermi col tuo cavallo bianco?

Lo prendo in giro, i ragazzi hanno una sola macchina qui e di certo ad utilizzarla è sempre Ashton, dato che è quello che ha il lavoro più lontano rispetto agli altri.

Da Lukey: no, il cavallo sono io, montami.

È ricreazione e di Josie neanche l'ombra, ho paura sia rimasta traumatizzata da ciò che le ho detto, ma purtroppo cosa posso farci? La realtà è questa e tutti dobbiamo conviverci.

Sono seduta con Collin ad un tavolo della mensa, entrambi con poco e niente nel vassoio, se non una mela per me ed un'insalata per lui, chiacchieriamo, senza dire alla fine nulla di concreto.

Quando Josie si siede di tutta forza all'altra parte del tavolo, quasi non ci viene un colpo.

Sta bene, fortunatamente.

Delle piccole macchie scure contornano i suoi occhi azzurri, ma è il suo sorriso luminoso ed accogliente a farmi rassicurare sulla sua salute.

Mi guarda, pimpante, ed il mio cuore si scioglie, se lei sta bene io sto bene.

Afferra la mia mela, assestandole un morso e ciò non può che farmi sorridere: solitamente sono io a farlo con lei, ma oggi mi ha preceduto. Le sorriso anch'io.

«So cosa avete fatto tu e Luke» sputa, guardandomi sorgnona. Luke e Calum avranno parlato, tipico. «Sai, mi è stato detto che tra voi c'è stato un chiarimento, finalmente, e che qualcuno abbia detto di essere cotta di un altro e che un certo abbia detto di esserne innamorato. Che strano, vero, Arabella?» pronuncia viscidamente il mio nome, stuzzicandomi; non toglie quello sguardo di sfida dal volto, mentre mi guarda negli occhi.

«Me l'aspettavo» biascica distrattamente Collin, facendo girare le pagine del libro che ha preso dalla sua borsa nel momento in cui Josie si è seduta. Ormai non ci offendiamo neanche, tanto siamo sicure ci stia ascoltando lo stesso.

«Vedo che ne sai più della sottoscritta» sentenzio, ironicamente.

«So anche altro e qual qualcosa implica sfregamento, ma sto zitta perché sono una brava amica e poi c'è Collin»

Io rido, portando la testa verso l'alto, amo questi momenti e non capitavano da troppo. Collin ci guarda male, prima di roteare gli occhi e riportarli sul libro che stava leggendo. Che noia.

Quando esco, noto subito lo sguardo spaesato del ragazzo alto e biondo: mi sta cercando.
Nel momento in cui mi vede si rasserena, venendomi incontro, sotto il cappotto che sta indossando vedo chiaramente la divisa rossa del supermercato in cui lavora, avrà appena finito il turno.

Prima che possa salutarlo preme le sue labbra sulle mie, lasciandomi un attimo spiazzata, non me l'aspettavo. Realizzo solo quando entrambe le sue mani si poggiano sulle mie guance e le urla elettrizzate di Josie arrivano forti e chiare alle mie orecchie.

«Ehi...» sussurra Luke, ancora vicino alle mie labbra, mentre mi regala un piccolo sorriso, intanto che io rimango innamorata da quella figura.

«Ehi» ripeto, rapita dai suoi occhi così chiari, nonostante il tempo uggioso.

Afferra la mia mano, allontanandosi dalla scuola, è una situazione così strana per me. Mai nessuno mi aveva preso per mano...

«Come stai?» domanda Luke, voltandosi nella mia direzione, mentre fa dondolare le nostre mani unite. Tutti ci stanno guardando fuori scuola, credo di essere terribilmente imbarazzata.

«uhm...Credo bene, tu?»

«Il mio bacio di prima ha parlato chiaramente: al settimo cielo, devo solo togliermi tuo zio dalle palle e poi sarò in paradiso con te.»

Ridacchio, guardando il suo profilo, non sembra l'abbia detto con ironia, anzi, probabilmente con molta non curanza.

«Allora... il cavallo?» domando, sarò stupida, però mi diverte troppo sentirgli dire cose sconce, è così adorabile e divertente.

«Nei miei pantaloni, presto lo conoscerai»

«Ragazzi, ci siamo tutti?» domanda Collin, prendendo posto per primo alla tavola. Ha davvero preso a cuore questa faccenda e ne sono estremamente contenta, Collin mi capisce, non che gli altri non lo facciano, ma si sta impegnando in ogni modo per rendermi felice, come prima.

Tutti si accomodano alla tavola della mia cucina ed è uno scenario così idiota, nonostante tutto.

«Sembriamo i cavalieri della tavola rotonda» sghignazza Michael, beccandosi subito dopo un cazzotto da Luke, che è al mio fianco.

I miei genitori non ci sono, ovviamente. Mia madre è a lavoro, mentre di mio padre non ne ho la minima idea, Melanie è ancora a Perth, mentre Harry è tornato al collage.

«Allora, ci stavo già pensando da un po' ed il piano è questo: ho rubato dei micro-registratori a mio fratello tecnico audio, è facile, dovrai indossarli sotto la maglia e ovviamente stuzzicare tuo zio, cercando di fargli dire il più possibile, così registreremo tutto ciò che dirà. Tocca a te decidere quando e cosa farne poi delle registrazioni» Spiega minuziosamente Collin, guardando tutti e muovendo le mani.

«E se si accorgesse che sta portando dei microfoni?» ipotizza Josie, guardandolo dubbiosa.

«Perché dovrebbe supporre che stia indossando dei microfoni? Dal quel che ci ha raccontato Bella è una cosa all'ordine del giorno.» contrabbatte Ashton.

«Sì, ma che ne sai che avvicinandosi poi non scorga o intraveda da sotto la maglia i microfoni?» Calum regge l'ipotesi di Josie.

Josie ha ragione, potrebbe andare tutto in fumo.

«sta tutto nella bravura che ci mette Arabella, mi spiace, ma Bella... devi stare attenta a molteplici cose: prima di tutto non farti toccare, potrebbe -appunto- percepire i microfoni; secondo, non far assolutamente nulla, potresti sembrare consenziente e terzo cerca di estrapolargli molteplici parole compromettenti.»

Annuisco, rimuginando su ciò che mi è stato detto, ho paura, ma devo farlo.

Collin poggia i microfoni sulla tavola, facendocelo analizzare: sono davvero minuscoli, ciò mi tranquillizza.

«Ci sto» sussurro, mandando giù a fatica «facciamolo domani.»

Asshole - Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora