Chapter 35

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☁️

Per dirgli cosa? Be', ogni cosa. Tutto.
Forse dovrei parlare e basta, senza organizzare alcun discorso prima, non ho bisogno di schiarirmi le idee, sono già ben vivide sulle mie labbra. Sono una tipa dura, ne ho passate e ne passo tuttora molte, saprò come cavarmela, insomma, una volta detta quella cosa dovrebbe essere tutto in discesa, ho imparato a conoscere Luke col tempo, lui si è fatto conoscere e sono sicura che saprà come comportarsi.

Quando torniamo a casa siamo tutti ustionati (purtroppo) e stanchi morti.
Durante la cena, infatti, a mantenere vivo il dialogo sono nonna Evangeline e zia Cassidy, le quali non fanno altro che riempirci di domande su domande. Solitamente odierei tutto ciò, ma in loro vedo la mia vera famiglia, quella famiglia al completo che faceva discussione su discussioni a tavola su chi avesse dovuto sparecchiare o su come far scendere Harry dall'albero fuori casa.
Lentamente guardo la scena attorno a me e quasi mi commuovo. Ognuno prende qualcosa dal centro del tavolo, posandolo nei piatti degli altri; affettano il pane, versano da bere, passano il sale. Insomma, è una scena banale e forse tipica tra le famiglie di chiunque, ma sono queste piccole cose a farmi trasportare emotivamente, a casa mia non funziona più così, il nucleo familiare non sembra più esistere da quando la nonna si è trasferita; era lei a mettere in ordine le cose tra di noi, a far mantenere le tradizioni e a farci essere più uniti.

Cerco di non pensare alla cosa, non volendo scoppiare a piangere nel bel mezzo di una tranquillissima cena.
Posso dire solo una cosa: mi sento a casa.

Il mio sorriso muore quando entro in contatto con Luke: non sembra respirare il mio stesso clima e questa cosa mi preoccupa, è percettibilmente nervoso, sembra in ansia e non appena i nostri occhi si incrociano, guarda da un'altra parte, come se fosse imbarazzato.
Sono preoccupata, chissà a qualche scenario malato lo avrà condotto la sua mente, ma be'... mai meno apocalittico della povera nipote ""violentata"" dallo zio.

Credo sia questo a riportarmi sulla terra e a farmi sentire ciò che gli altri stanno dicendo; parlano della festa, spero per loro che non ci vogliano andare, potrei rompere loro una gamba!

«Allora d'accordo, ci andremo!» esclama Harry, come riassumendo l'intera discossione avutovi a riguardo.

«Cosa? Siete pazzi?! Io sto letteralmente morendo dal sonno!» intervengo, basita dalla loro idea. Non se ne parla.

«Oh, andiamo Arabella, non fare la guastafeste» ghigna mia sorella, facendo ridere Ashton.

«Ciò che è guasto è la vostra testa, fidatevi. Be' io me ne starò a casa» alzo le sopracciglia, accavallando le braccia sotto il petto, guardando verso il basso.

«Ooh! Non ci pensare proprio» irrompe Josie, guardandomi come se fossi matta «tu verrai con noi, tesoro, che ti piaccia o no.»

E così, dopo tre ore passate a lamentarmi mentre venivo truccata e addirittura vestita, mi ritrovo sulla spiaggia, con dei tacchi che affondavano nella sabbia ed un bicchiere di birra tra le mani. Io neanche bevo quella merda!

Luke's pov

Non ho alcuna voglia di parlare con Arabella, non mi va di sapere con quale ragazzo mi tradisca. Forse dovrei solo lasciarla perdere, non è la tipa da relazioni serie e non penso proprio che vorrà cambiare idea per me.

Credo di aver un po' di paura, ho condiviso molto con lei e le ho dato altrettanto e sapere che in lei ciò non ha scaturito niente, mi fa star male.

Tra l'altro mi ritrovo ad uno festa dove non volevo neanche essere con delle persone che non sto ascoltando ed una bibita che non voglio; insomma, stasera mi trovo in strano stato di depressione dove abulia e angoscia hanno la meglio.

Guardo i miei piedi, scalcio qualche granello di sabbia tra i lacci delle scarpe per poi spostare noiosamente lo sguardo sui ragazzi, non ho la minima  idea di cosa stiano parlando, ma presuppongo di musica; appena sento i nomi "pedali" e "Jonny Greenwood" capisco subito che sì, stanno parlando effettivamente di quello. Harry non è con noi, mi sembra di averlo visto poco fa in compagni di qualche ragazza, caspita, probabilmente dovrei prenderlo come modello di vita, mi sembra perfetto in tutto, come sua sorella, d'altronde...
Forse dovrei smetterla di pensare a lei .

Appena poco dietro le spalle di Collin -completamente estraniato dal discorso per le tematiche- riesco a notare Arabella, è bellissima, ma decisamente troppo scoperta.

Se non provassi nei suoi confronti questa specie di rancore sarei già corso da lei a cederle la mia giacca.
Come me ha uno sguardo perso e non sembra minimamente prestare attenzione a ciò di cui le sue amiche discutono.
Chissà a cosa starà pensando, sicuramente ad un modo per scaricarmi.

Dopo venti minuti e quasi dieci bicchieri di birra, o qualunque altra sostanza sia, per Arabella, inizio decisamente a preoccuparmi: non la vedo molto stabile e sicuramente sobria.

Corro in suo aiuto nel momento in cui -avvicinatasi al bancone del barman- cerca di sedersi su di uno sgabello che in realtà non esiste.

Subito cerco di farla alzare, ma lei non fa che ghignare e perdere l'equilibrio su queste odiose scarpe che ha al piede, di conseguenza -volendomi allontanare il più velocemente dal quel trambusto- decido di prenderla in spalla e portarla in posto meno affollato; lei non sembra esserne contrariata, anzi, continua a ridere spensieratamente.

Il prossimo capito è uno dei miei preferiti e succederà qualcosa di interessante

Asshole - Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora