Prologue

1.8K 77 7
                                    



Era tarda sera quando un violento temporale si abbatté su Tokyo, a volte facendo traballare le varie luci di edifici e costringendo le persone a rintanarsi in casa sbarrando porte e finestre.

Da una finestra posta proprio sulla strada trafficata di una via, una ragazza guardava stancamente la pila quasi infinita di documenti posti sulla sua scrivania, mentre dall'altro lato il computer sfoggiava la sua accecante luce.

Il capo le aveva detto che doveva restare in ufficio per sbrigare del lavoro arretrato e lei non aveva potuto rifiutarsi al volere di quell'uomo. Così adesso era rimasta bloccata al terzo piano del dipartimento di polizia, mentre una delle tempeste più catastrofiche degli ultimi decenni si stava abbattendo sulla cittadina.

Voltò lo sguardo verso i file prendendone uno tra le mani e cominciando a sfogliarlo, mentre con l'altra cercava di riportarne i dati sul computer. Si spostò una ciocca bionda dietro l'orecchio, cercando comunque di mantenere gli occhi color cioccolato fissi sullo schermo. Era grata al fatto che almeno non fosse sola in quell'enorme edificio: la sicurezza e il capo stesso erano lì con lei; i primi per controllare il perimetro e assicurarsi che tutto fosse apposto, il secondo per sbrigare alcune faccende di lavoro.

Aprì una nuova cartella che fece da compagnia alle numerose che già aveva aperto durante le ore passate e fissò con noia quello che c'era scritto. Erano tutti dati di preziosi malviventi che la polizia non era ancora riuscita a prendere e che, disgraziatamente per le future generazioni che ne entravano a contatto, erano ancora a piede libero.

Fra queste ce n'era uno dedicato ad una particolare gang che nessuno riusciva a prendere che da quasi un anno tempestava le strade con traffici illegali. Non c'erano ancora nominativi, non si conosceva il numero esatto di chi vi fosse dentro, si sapeva solo il nome della gang e i loro crimini. Nessuno era mai riuscito a vedere il volto di uno di questi e la polizia aveva provato parecchie volte ad acciuffarli, anche mandando agenti sotto copertura al loro interno. Purtroppo questi erano sempre stati beccati e successivamente uccisi senza neanche aver avuto il tempo di passare alla centrale le dovute informazioni.

Alla bionda venne un brivido nel leggere quella cartella, chiedendosi fin dove potesse arrivare la cattiveria di quelle persone e fino a dove volessero spingersi. Chiuse il file con un colpo secco pensando a come occuparsi del resto e cercando anche di calmarsi. Leggere quella roba l'aveva inquietata ed ora non riusciva a darsi una calmata.

Fuori vide la pioggia ingrossarsi e un fulmine cadere non poco lontano, illuminando in parte la stanza già illuminata dalle normali luci a led. Il lampo fu seguito da un poderoso tuono che la fece saltare sulla sedia e vide le lampadine cominciare a traballare fino ad arrivare a un totale blackout dell'intero edificio. Vide la luce d'emergenza colorarsi di rosso e sentì in lontananza i passi degli uomini della sicurezza correre da un lato all'altro impugnando saldamente una pila: anche questo bastò a renderla irrequieta.

Prese dei respiri profondi e tentò di riportare la sua attenzione sui numerosi file, rendendosi poi conto che senza luce non avrebbe potuto vedere ad un palmo dal naso. Vide il lampo di una luce provenire da dietro di sé e pensò che fosse uno degli uomini della sicurezza che era venuto ad accertarsi che stesse bene.

Purtroppo per lei non fu affatto così. Quel qualcuno le si era posizionato dietro e, senza neanche darle il tempo di voltarsi, le aveva puntato la lama affilata di un coltello dritta alla gola. La ragazza sentì il freddo del metallo spingerle sulla pelle ed ebbe un sussulto; al tempo stesso iniziò a tremare incontrollabilmente.

Il tipo lo notò e piegò lentamente il viso verso di lei, facendo attenzione a non spostare troppo il coltello e non far voltare la ragazza nella sua direzione: non poteva permettere che qualcuno lo vedesse. Fece in modo che le sue labbra toccassero il lobo di lei e le sussurrò all'orecchio un lieve: "shh, sta calma, non urlare", prima di afferrare una cartella posta sulla scrivania.

Hidden TruthsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora