Chapter 38.

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Lucy scattò con un salto, le mani che andavano ad afferrare qualsiasi cosa le venisse a tiro. C'erano delle mani sopra di lei, una figura chinata e qualcosa di fresco che le veniva passato lungo tutto il corpo, quasi come se fosse la scia di una gigantesca lumaca. Strinse tra le dita qualcosa di morbido e bagnato, cercando di ribellarsi a una stretta che cercava di tenerla ancorata a terra. Aveva ancora gli occhi chiusi, e immagini di sangue, pelle lacerata e urla, le annebbiavano la mente come incubi, tutti pronti a seguirla.

Ci fu un movimento che colse da dietro le palpebre chiuse e cercò invano di seguirlo, ben consapevole del fatto che se avesse aperto gli occhi, le sarebbe venuto tutto più facile, ma non voleva. L'ultima cosa che ricordava, era essersi ripresa un attimo da uno scontro con almeno una decina di uomini e donne, tutti atterrati con pronte mosse di autodifesa, senza usare la pistola. Lucy aveva alzato lo sguardo, notando Natsu poco più in là, la schiena a terra e Zeref sopra di lui, le mani del più grande che si stringevano attorno al collo del rosato. Lucy era scattata in piedi in un attimo, le gambe che la trascinavano in avanti senza averne il pieno controllo. Era stato terribile cercare di avvicinarsi e cogliere più dettagli: Natsu era pallido, il viso e le tempie colme di sudore, le mani che cercavano a fatica di graffiare quelle del fratello. E poi il rosato si era afflosciato e Lucy aveva sentito il panico montarle dentro come il vento di un uragano, i passi più frettolosi e la vista che si concentrava solo su quella scena orribile.

Aveva sentito lo stomaco contorcersi, e per un attimo fu convinta di poter vomitare lì, sul pavimento di quel magazzino abbandonato e con una massa di cadaveri e vittime che crescevano a dismisura ogni secondo che passava. La paura le aveva attanagliato il cuore, il terrore di perdere Natsu che la spingeva a farsi largo con calci, pugni e gomitate in quella massa di corpi accalcati che cercavano di uccidersi a vicenda.

Lucy non ricordava più nulla eccetto dei colpi rimbombanti, delle braccia che andavano a circondarla e delle parole sussuratele nelle orecchie. Non ricordava chi o cosa le stessero dicendo, sapeva solo di aver visto sangue, fin troppo. Un calore intenso l'aveva investita, se per le braccia strette attorno a lei o per altro, non avrebbe saputo dirlo.

Le mani attorno a lei in quel momento, sembravano così familiari che Lucy si era lasciata trasportare, il corpo che cadeva senza mai toccare terra. Il tocco era leggero e delicato, proprio come quello che la stava scuotendo in quel momento, con ancora l'incubo ben vivido e chiaro nella propria mente. Non aveva idea di quello che era successo, o almeno, non nei minimi dettagli, ma era così sicura che fosse terribile, che non voleva nemmeno ricordarlo. E se per un attimo si diede della codarda da sola, la sua mente ci ripensò nell'esatto istante in cui si vide davanti agli occhi un corpo ricoperto di sangue.

Lucy sentì un dolore in fondo le ossa, quasi come se le carni si stessero staccando con lentezza, la sofferenza più forte ogni secondo che passava. Cercò di aprire gli occhi, vedere cosa avesse di fronte in modo da poter sconfiggere quella paura che tanto la stava attanagliando. Le palpebre erano pesanti e collose, e per un attimo Lucy si trovò nuovamente dispersa nel vuoto, il corpo leggero e galleggiante in uno spazio-tempo che sembrava non esistere. Si sentì stringere i pugni e qualcosa di caldo e confortante che si andava a posare su di essi, il calore che si propagava anche nel suo corpo come un effetto domino.

L'aria attorno a sé sembrava stantia, ma l'attimo dopo, man mano che cercava di prendere conoscenza, riconobbe il forte odore del disinfettante. Incamerò una gran quantità di ossigeno e si ritrovò a tossire, il corpo che veniva scosso da forti spasmi. Cercò di rotolarsi su un fianco, ma ci riuscì solo quando sentì qualcosa posarsi sulla schiena e una forza che la spingeva delicatamente. Finalmente le palpebre si mossero, ma la vista risultò offuscata dalle lacrime che si erano formate a causa della tosse. Lucy cercò di sollevare le mani, notando solo in quel momento come sotto di lei ci fosse qualcosa di estremamente morbido. Era in paradiso? Era morta durante la battaglia, ed era quello il solo motivo per cui era passata dal sentirsi leggera alla pesantezza? Era strano, ma le emozioni la colpirono velocemente come un macigno, fino a quando non sentì il cuore batterle nella gola, il sangue frusciare nelle orecchie come un torrente. No, non era morta, ma non si trovava nel magazzino abbandonato, ne era certa.

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