Chapter 26.

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|Warning!violence|




Entrare nella sala riunioni non fu una passeggiata, almeno non per Natsu. Il ragazzo continuava a rivedere davanti agli occhi le immagini di quegli uomini far del male a Lucy; sentiva le mani prudere e la voglia irrefrenabile di sfasciare qualcosa. Natsu sapeva che doveva controllarsi, che doveva cercare di rimanere calmo, ma sapeva anche che non appena avrebbe messo le mani su quegli uomini, per loro sarebbe stata la fine.

Natsu si sedette al suo solito posto, osservando con nostalgia la sedia che era stata di Lucy. La rabbia gli ribolliva dentro come un fiume in piena. Quel posto non sarebbe dovuto essere vuoto, Lucy avrebbe dovuto essere lì con lui, con tutti loro. Non riuscì più a trattenersi. Si alzò di scatto e rovesciò la sedia con così tanta violenza, che tutti i presenti nella stanza si voltarono verso di lui. Natsu aveva il fiatone, segno che stava ancora trattenendosi, ma gettare quella sedia gli aveva dato quel sollievo che seguiva ogni volta che distruggeva qualcosa, quella pace interiore così particolare che voleva riprovare ogni volta che gli scattava una vena di nervosismo.

<< Natsu, calmati >> gli disse Erza, cercando di essere il più tranquilla possibile. Natsu sapeva che era agitata, lo si capiva dal leggero tremolio nelle mani dell'altra, ma lui non poteva fare a meno che arrabbiarsi di più.

<< Calmarmi non la porterà indietro, invece se distruggo tutto sì. >>

<< Sei rincoglionito? Che cazzo speri di ottenere? Ti farai soltanto ammazzare >> gli urlò in faccia Gray. Mai come prima di quel momento, Natsu avrebbe voluto rifilare un pugno sul viso dell'altro. Cercò di trattenersi conficcandosi le unghie nelle carni, creando mezzelune sanguinanti. Per quanto fosse incazzato, prendersela con Gray non avrebbe portato a nulla. << Per quanto ne sappiamo, potrebbero essere stati quelli di Tartaros. >>

<< Natsu, siediti >> pronunciò Erza autoritaria. Natsu sbuffò, cercando di mordersi la lingua dal dire qualcosa di cui si sarebbe pentito. Sapeva che erano tutti sull'orlo di una crisi di nervi, ma lui si sentiva il più infuriato di tutti.

<< Ci hanno chiesto trecento milioni >> borbottò Gajeel. << Per quanto io voglia aiutare la cheerleader, non abbiamo tutti quei soldi. >>

Natsu sentì un nuovo moto di rabbia crescergli dentro. Si era appena seduto, ma aveva già voglia di rialzarsi e spaccare qualcosa. Si sarebbe lamentato qualcuno se avesse fatto a pezzi il tavolo? Probabile, ma non voleva rischiare che lo cacciassero o lo tenessero a bada per calmarlo.

<< Quindi cosa proponi di fare? Lasciare che la uccidano? >> gli sputò contro, ogni sillaba caricata con puro veleno. Natsu sapeva di star agendo inconsapevolmente, lo sentiva. Eppure voleva solo riavere Lucy e sapere che stava bene. Purtroppo, sapeva che non era così. Quei tizi l'avevano picchiata e Natsu moriva d'ansia al pensiero che probabilmente ora avesse delle ferite non trattate.

<< Nessuno ha mai detto che la lasceremo da sola >> gli rispose Erza. La ragazza aveva un tono gelido, quasi calcolatore. Osservando il capo negli occhi, Natsu riuscì a vedere una fiamma d'ira accompagnata da quella più flebile della preoccupazione. Natsu emise un sospiro, ormai certo che anche gli altri fossero preoccupati per Lucy. Al contrario suo, il resto della gang stava cercando di mantenere un certo autocontrollo. << Credo che sia il momento di fare qualcosa che non abbiamo mai fatto. >>

<< Se intendi effettuare una rapina, allora ti ho letto nel pensiero. >> Laxus era seduto come sempre accanto a Erza, il portatile davanti e le dita che volavano sulla tastiera, battendo i tasti con un certo fervore.

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