Chapter 13.

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Quando Lucy riuscì a riaprire gli occhi, le ci volle un po' di tempo prima di capire che tutto attorno a lei si stava muovendo. Per un attimo aveva pensato fosse l'effetto del cloroformio, ma dopo aver cercato attentamente di riprendersi, aveva notato che no, non era la sua mente a farle brutti scherzi.

Si era svegliata con un forte mal di testa ed era su un letto sconosciuto. Non riusciva a capire come ci fosse arrivata lì: l'ultima cosa che ricordava era che lei e Natsu stavano scappando attraverso un vicolo, poi più nulla. Quando cercò di tirarsi su, notò che il pavimento stava ondeggiando. La seconda cosa che notò fu che fuori dalla porta c'erano delle voci che parlavano animatamente.

Che fosse stata rapita? E dov'era Natsu? Milioni di domande le affollarono la mente in pochi attimi, facendole aumentare il mal di testa già fastidioso.

La porta si spalancò con un frastuono e Lucy si portò istintivamente una mano all'orecchio per evitare ulteriore fastidio. I suoi sensi non erano ancora acuiti, ma riuscì in un attimo a vedere che sul comodino accanto al letto c'era una lampada. Se chiunque stesse cercando di entrare avrebbe provato a colpirla, lei avrebbe reagito con tutte le sue forze. Ricordava una simulazione del genere dai tempi dell'accademia e questa volta avrebbe badato a non farsi prendere alla sprovvista.

Dalla porta sbucò Erza, seguita a ruota da un Natsu abbastanza scocciato. Lui sembrava star bene, mentre Erza sembrava sul punto di avere una crisi di nervi.

<< Lucy, finalmente ti sei svegliata >> annunciò la ragazza con un sorriso serafico.

<< Cos'è successo? >> chiese lei di rimando.

Fissò gli occhi su Natsu e notò che il ragazzo sembrava essere a disagio. Che fosse successo qualcosa? La sua copertura era saltata? Ma no, Erza non sembrava sul punto di ucciderla, né di interrogarla con brutali metodi di tortura.

<< Una gang nemica ci ha attaccati, ricordi? >> intervenì Natsu e per un attimo sembrò essere tornato quello di sempre.

Lucy ricordava bene di aver avuto paura, di essere scappata e poi di essere finita di nuovo in trappola quando si era sentita tirare e appoggiare una pezza imbevuta di cloroformio sul naso. << Ricordo che qualcuno mi ha stordito col cloroformio >> disse, mentre il dolore continuava a martellarle la testa.

I due non sembrarono preoccupati. Anzi, era come se si stessero frenando dal dirle qualcosa. << Sono stata io >> annunciò improvvisamente Erza.

Lucy sgranò gli occhi e se fosse stata in piedi, probabilmente le ginocchia le sarebbero cedute per lo shock. Volevano dire che era stata scoperta? Forse in fin dei conti l'avrebbero davvero uccisa.

<< Peccato che hai rovinato il divertimento >> sbuffò Natsu in direzione della ragazza più grande << avevo ancora voglia di pestare quei tipi. C'era proprio bisogno di farlo adesso? >>

<< Sì, dovevamo farlo adesso >> pronunciò Erza autoritaria, lanciando uno sguardo di sbieco al ragazzo.

<< Fare che cosa? Che sta succedendo? >> chiese, ma il dolore alla testa divenne così lancinante che si piegò in due all'improvviso. Sentì un frusciare e poi il viso di Erza le si parò davanti. La ragazza le stava porgendo un bicchiere d'acqua – non ricordava di averglielo visto in mano – e un pacchetto di medicinali per il mal di testa. Lucy accettò con un sorriso tirato, apprestandosi a liberare la pillola dall'involucro di metallo.

All'accademia aveva studiato gli effetti del cloroformio e come contrastare un malvivente che cercava di stordirla, ma nessuno le aveva mai detto che il risveglio potesse essere così traumatico.

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