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Alex
Ritorno da Veronica dopo che Naomi mi ha mostrato alcuni dettagli per la festa di domani. È molto emozionata ed io sono felice per lei. Le voglio bene, anche se ci vediamo poco. Quando avrà la patente sarà tutto un po' più semplice. Proverò a farmi perdonare, in questi giorni. E spero che il mio regalo le faccia piacere.
Stranamente, la felicità che provo nei confronti di Naomi ha superato il rancore verso i miei genitori. Almeno per ora.
Il corridoio mi sembra infinito. Passo dopo passo continuo a squadrarne le pareti, come se nei miei mesi di assenza fosse cambiato qualcosa. Ma è ancora tutto come l'ho lasciato. Ogni quadro, ogni foto, persino ogni suppellettile.

Raggiunta la mia camera, faccio un paio di respiri profondi. Non voglio che Veronica noti che ero soprappensiero e che, di conseguenza, si preoccupi.
Apro la porta sfoggiando un sorriso.
La trovo seduta sul mio letto dal copriletto blu notte. Sta fissando la parete, l'unica parete vuota della stanza. Ha una strana espressione. È come se qualcosa l'avesse sconvolta, o perlomeno colpita in qualche maniera.
Mi avvicino. Se ne vorrà parlare con me, sarò lieto di ascoltarla. Ma se preferisce tacere, non posso obbligarla.

-Sono o non sono stato un fulmine?-la butto sull'ironia, magari così si sentita meglio. O magari io mi sentirò meglio.
-Oh, beh. Si, sei stato veloce.
Mi sorride, ma sembra sempre che qualcosa la turbi. Ma lei fa come faccio io. Non vuole farmi preoccupare e fa finta che vada tutto bene.
-Ti va di andare a fare un giro per il giardino? Per, ecco, passare il tempo e stare un po' da soli.
-Non siamo soli anche qui?
-Beh, credo che un po' di sole e di aria fresca ci faccia bene.
Lei mi fissa meravigliata, ma anche felicemente sorpresa. Poggio le mani sulle sue spalle e le do un leggero bacio sulla fronte.
-Andiamo?-le chiedo quasi a contatto con i suoi capelli.
-Si-risponde in sussurro.
-Vado solo...un attimo in bagno.
-Oh certo, è laggiù.
Mi sorride prima di lasciare la stanza.
Rimango così solo.
La stanza è esattamente come l'ho vista l'ultima volta, come tutto il resto.
Le tre pareti di foto e poster sono esattamente come le avevo lasciate.
La chitarra che mi ha regalato Gioia è ancora nell'angolo in cui l'avevo nascosta. Non capisco neanche il perché. O almeno, non lo ricordo. Avrei dovuto disfarmene subito. E invece è ancora lì, con il biglietto attaccato, a ricordarmi il passato. Un'ancora. Ecco cos'è. Come tutto questo posto. Mille ricordi si fanno spazio nella mia mente, ma faccio di tutto per scacciarli. Non vedo l'ora di andare via.

***

Durante tutta la passeggiata Veronica non ha parlato. Si, qualche sporadica parola, ma solo per rispondere alle mie domande. Forse ha solo paura, che so, magari di non piacere ai miei genitori, o a Naomi, oppure si sente semplicemente a disagio per la situazione nuova.

La vibrazione del telefono mi distoglie dai pensieri. Lascio la mano di Veronica per vedere da chi il messaggio arrivi.
-messaggio da Naomi:-)
Mamma e papà sono tornati.
-Dobbiamo andare-
Veronica annuisce ed inizia a percorrere la strada a ritroso senza neanche aspettarmi.
Giunti a casa, entriamo. Nella sala, in cima alle scale vedo mia madre. Di lui invece nessuna traccia, probabilmente è nel suo studio.

Si dirige verso di noi e nel frattempo prendo Veronica per mano.
-Stai tranquilla-le sussurro.
-Alex? Alex!
Mi abbraccia. Certo, prima è dolce ed affettuosa, poi si schiera sempre contro di me.
-Sei arrivato da tanto?-mi chiede comprensiva. Sembra quasi verosimile.
-Già da un po'.
-Naomi ne è tanto felice.
-L'ho fatto per lei. Solo per lei. Sappilo.-
Smorza il suo sorriso alle mie parole. Non voglio sembrare duro o stronzo, ma è la verità.
-E lei chi è?-sposta l'attenzione su Veronica. La squadra dall'alto in basso con un certo ghigno stampato in volto.
-Veronica, la mia ragazza. -la attiro ancora di più a me e la circondo con un braccio, sperando che la aiuti a rilassarsi.
Ha una strana espressione sul viso. Sinceramente non riesco a decifrarla.
-Piacere signora Gavello.
-Piacere mio. Puoi anche chiamarmi Lilian. -le sorride, ma si vede che si sta sforzando a farlo.
-Oh grazie.
Tutto questo non l'ha detto con tono gentile, ma con uno duro e leggermente adirato.

**

Stessa prassi anche con mio padre. Anche se non le ha chiesto di dargli del tu. Lui sembra però molto più arrabbiato di mia madre. Sia per quanto riguarda me, sia per Veronica.
Durante il pranzo c'è una tensione pazzesca nell'aria. È più facile tagliere quella col coltello, che il pranzo. Ha cucinato Naomi e mi dispiace ammettere che fa ancora pena come cuoca.
I miei continuano a mangiare senza dire nulla. Da fuori possono sembrare dei bravi genitori e la nostra una bella famiglia.
Eppure non si interessano minimamente della felicità dei figli.
Perché devono scegliere cosa altri devono fare?
Lui è arrabbiato perché non ho seguito la vita che lui aveva scelto per me, perché non sono il figlio che ha sempre sognato. Non sono quello che reputa un degno erede. E secondo lui l'unica cosa in cui sono bravo è fargli provare vergogna. E mia madre si schiera sempre dalla sua parte. Come posso volergli bene se lui è il primo ad odiarmi?!

***

Nel pomeriggio siamo stati in giro per negozi io, Veronica e Naomi. Le mie due ragazze praticamente. Sono stato squadrato più volte da parecchi altri ragazzi di circa la mia età. Sicuramente vorrebbero essere loro al mio posto; tra la modella dai capelli platino e quella dagli occhi neri.

Compriamo varie cose per la festa. Più che altro è Naomi a fare acquisti. È un ragazza molto vivace, fin troppo oserei dire, ma sa quando è l'ora di smetterla.

Tornati a casa, dopo cena, io e Veronica ci rintaniamo in camera.
-È la prima volta che dormiamo insieme. Ufficialmente intendo. Cioè su un letto, un vero letto per tutta la notte. -dice lei visibilmente imbarazzata.
-E già. Non vedo l'ora di tenerti stretta a me, piccola mia.
Arrossisce leggermente. È talmente adorabile quando lo fa.
Indossa un pigiama rosa pesca, formato da una maglietta e dei pantaloncini piuttosto aderenti. È proprio bellissima. E anche un po' sexy.
-Sei sicuro, insomma, di questo? Forse è meglio se dormiamo in stanze separate e comunque io posso sempre dormire per terra eh. Basta che tu mi dia un cuscino e-la blocco.
-Frena frena frena! Andrà tutto bene, fidati di me.-
-Io mi solo sempre fidata di te-
-Beh, fidati ancora di me.-le sorrido.

Ci sdraiamo sul letto, lei con la sua testa appoggiata al mio petto.
Guardiamo un po' di TV e la avvicino a me. Le do un dolce bacio.

Passa un po' di tempo. Sempre nella medesima posizione guardiamo la TV.
-Alex, ma tu suoni la chitarra?-Chiede all'improvviso, distogliendo lo sguardo dal film horror che stavamo guardando. Una ragazza che adora anche gli horror. Ma cosa posso chiedere di più?!
-Suonavo, ora non più. -
-Ah.-Dice prima di piegarsi un po' di più, per poi sdraiarsi definitivamente.
-Vuoi dormire?
-Si.
-E il film?
-So già come finisce, l'ho già visto.
Spengo il televisore e mi sdraio accanto a lei, abbracciandola. Il profumo del suo shampoo mi inebria le narici.
-Dormi?-la domanda più stupida del mondo, no? Se uno dorme non può di certo rispondere. E infatti non ottengo risposta.
-Ti amo-sussurro prima di chiudere anch'io gli occhi.





Ehi ehi
Capitolo tutto Alex POV!
Spero che vi sia piaciuto.
Fatemi sapere che ne pensate.
Eventuali errori saranno presto corretti.
Beh, un bacio e alla prossima.

Dicono...l'amore non ha età [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora