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2 settimane e mezza dopo
Preparo l'ultima valigia e raggiungo mia nonna Giovanna, che mi accompagnerà fino alla stazione. Farò il viaggio di quattro ore in totale solitudine. Mia madre è ritornata a casa prima, esattamente una settimana fa. Non mi ha voluto rivelare il vero motivo e questo non ha fatto altro che aumentare il mio sospetto. Ha detto di avere problemi a lavoro, ma si vedeva lontano un miglio che era una bugia. L'ho lasciata ugualmente andare senza troppe chiacchiere. Comunque, se vi starete chiedendo com'è andata la vacanza, ve la racconto. Se non ve lo state chiedendo, la racconto comunque. Prima settimana passata a poltrire in spiaggia e a litigare con mia cugina Lucille, una vipera assurda. È la figlia della sorella di mia madre, Paola. Vive in Canada da più di vent'anni. Era tantissimo tempo che non la vedevo e sinceramente non mi mancava così tanto. Non sono mai andata a trovarle. In effetti, mia madre ha un rapporto migliore con l'altra sua sorella, Caterina, che vive in Australia.
In ogni caso, tutti posti lontani e difficili da raggiungere. Che parenti i miei. Di certo fortuna non è il mio secondo nome. Poi, per uona parte della seconda settimana ha piovuto e quindi l'ho passata sul dizionario di latino a cercare di tradurre in modo sensato le versioni di compito. E, sinceramente, devo ammettere di essere anche molto soddisfatta del risultato.
Infine gli ultimi giorni li ho passati come i primi, in spiaggia. Ma adesso tutto è finito, e non vedo l'ora di tornare a casa. Rivedere i miei amici, rivedere Alex. Cavolo se mi è mancato. Davvero tanto. Ci siamo sentiti molto spesso e se mantiene la promessa, verrà a prendermi in stazione. Sono super felice, non sto più nella pelle ormai.
Anche perché, nel caso non venisse lui, dovrei prendere il pullman. Esatto, il pullman, poiché mamma ha "i suoi impegni" e Roberto è andato in vacanza a Verona con Clarissa. E solo a pensarlo li, mi viene voglia di urlargli contro. Quanto lo odio. Io amo quella città. Ci ho lasciato il cuore quando l'ho visitata due anni fa e lui invece di portare me, porta la Barbie.

-Ci vediamo presto, cara Veronica.-mi saluta mia nonna con un bacio sulla guancia non appena il treno entra in stazione.
-A presto nonna. Saluta ancora il nonno da parte mia. -credo che questa sia la dodicesima volta che lo ripeto.
-Certo tesoro.
Mi stringe in un forte abbraccio e poi mi porge una borsa. Senza indugiare la apro e vedo che è stracolma di cibo. 
-Qualche snack per il viaggio.
-Qualche?
Potrebbe sfamare un esercito. Ma per  la fortuna di questo cibo, io oggi sono alquanto affamata e potrebbe fare una brutta fine molto presto.

***

Scendo dal treno con gli occhi ancora pesanti. Alla fine mi sono anche addormentata e così il viaggio è passato più in fretta del previsto.

Litigo con la pesantezza della mia valigia fino a quando sento una calda mano appoggiarsi sulla mia spalla. Temendo il peggio, mi giro di scatto tirando uno schiaffo sulla guancia del mio aggressore.
-Giù le mani.-urlo.
-Veronica! Cazzo! Ma che ti prende?-dice massaggiandosi la guancia-Hai mangiato limoni a colazione?
Solo quando i suoi occhi nocciola entrano in contatto con i miei, mi rendo con di aver appena tirato una schiaffo al mio ragazzo. Beh, se lo merita, non si devono spaventare a morte le persone.
-Alex-Urlo prima di catapultarmi tra le sue braccia.
-Mi sei mancata piccolina.-esclama dandomi un bacio sui capelli arruffati.
-Piccolina? Mi sono ristretta?
-Che? No! Ti pare?-ridacchia.
-Non importa va, andiamo a casa che sono stanca.
-Sono solo le 11:30!
-Ma io sono stanca comunque.
Battibecchiamo ancora per un po' prima di salire in auto. Credo, o meglio, spero di averlo convinto ad accompagnarmi a casa.

-Ti sono mancata?-rompo il silenzio dopo si e no cinque minuti.
-Oh no. Neanche un po'.
-Ah si? Neanche tu, sai?! Mi sono "distratta" bene senza di te...
-Che? Certo che mi sei mancata! Non sparare minchiate.
Rido
-Ti sei divertita?-domanda poi per interrompere le mie risate.
-Bah...più che altro riposata. Mi diverto di più qui.
-Ovvio, ci sono io.
-Modesto il ragazzo.
-Come sempre tesoro.
-Tu ti sei divertito senza di me? Che hai fatto? Cosa mi racconti di diverso da quel che già so...?
-Sono andato qualche giorno in Grecia con Naomi. Te l'ho già detto!niente di nuovo da dire. Sai già tutto.
-Che cosa?! Io pensavo fosse solo uno scherzo?!
-Quale scherzo?! Io sono sempre serio. E poi, hai davvero pensato che potessi inventarmi tutte quelle cose?
-Ma ma. Giura che la prossima volta ci vai con me. Giuralo.
-Giuro.
Sono sicura che nel dirlo ha alzato gli occhi al cielo.
-E sarà meglio.-rispondo infastidita-Questa cosa mi ha fatto incazzare non poco.
-Dai, non ti arrabbiare. -tenta di fare il dolce.
-Taci.

Ma stiamo scherzando? Io a casa dei nonni e lui a divertirsi. In questo momento lo odio. Terribilmente. Almeno è andato con sua sorella e Naomi, anche se l'ho vista una sola volta, mi è sembrata una brava ragazza e degna di fiducia.
Cerco di liberare la mente. Di calmarmi e riordinare le idee. Mi abbandono alla musica della radio, provando a non pensarci. Ma la rabbia non sembra voler diminuire.  Mi dà fastidio il fatto che me l'abbia voluto tenere nascosto. Ci siamo perlomeno scritti ogni giorno e, in effetti, per cinque le risposte si sono fatte attendere di più. Ora che ci penso, ogni cosa ha senso.
Ad un certo punto, quando ancora sto litigando con me stessa, l'auto si ferma. Cioè Alex parcheggia.
Alzo lo sguardo e noto che non siamo a casa mia. Sta rischiando parecchio oggi. Prima lo spavento, poi la bugia della vacanza e adesso mi porta chissà dove quando gli avevo espressamente chiesto di non farlo. 'Calma Veronica. Respira e calmati.' Continuo a ripetermi queste cinque parole nella speranza che accada una magia. Ci provo. Ma cavolo, non so calmarmi così velocemente.

-Dove mi hai portata?-chiedo scorbutica.
-Dai, facciamo un giro qua e poi andiamo a casa. Promesso.
-No. Ti ho già detto che non voglio.

Fa finta di non aver sentito e, dopo esser sceso dal mezzo, mi trascina di peso fuori.
-Solo due passi.
Lo guardo male. Sono stufa di sprecare parole. Non sono solo arrabbiata. E anche quel periodo del mese. Peggio di così, non poteva andare.

Mi arrendo, ma ci vorrà molto di più per farmi smaltire tutta la rabbia,  mentre lui sorride soddisfatto.

Iniziamo a camminare su un sentiero contornato da alberi. Carino. Si, lo devo ammettere.
-Ti piace?
-Moltissimo...ehm, volevo dire passabile.
Gli spunta un sorrisetto compiaciuto. Hai vinto una battaglia, ma non la guerra.

Alla fine del sentiero il paesaggio si apre. Ci sediamo su una panchina ed io appoggio la testa sulla sua spalla. Wow, mi sento, come dire, in pace.

Dopo un po' di tempo, con un scatto improvviso, mi porta sulle sue gambe. Lo fisso in quei suoi occhi nocciola che non smetterò mai di adorare. Ci baciamo. Un bacio lento, che cancella il resto della mia giornata di merda, perché solo questo è importante, solo lui è importante. E quel che conta e che sia con me adesso.

-Vuoi tornare a casa?
-No.
-Visto che è stata una buona idea venire qua.
-Già. Grazie.
-Di cosa?
-Di tutto.
-Stai meglio adesso?
-Forse...
-Forse?
-Mh Mh. Ti amo.
-Anch'io piccola.

Alla fine siamo stati in giro per più di tre ore. Mi è piaciuto anche se no ero al massimo. Mi mancava troppo.

Ci dirigiamo alla porta di casa mia. Io in mano ho solo le chiavi e il cellulare mentre lui fa finta di trasportare senza fatica la mia mega valigia.

Inserisco la chiave nella serratura e noto che è aperto.
Entro in soggiorno e Alex subito dopo aver lasciato la valigia nel tinello mi raggiunge. Sul divano c'è mia madre accanto ad un uomo che non ho mai visto e sta parlando con lui. Cerco di sentire, ma urto un mobile e cade un libro per terra, provocando un tonfo alquanto forte. I due si girano simultaneamente e guardano me. Poi spostano gli occhi su Alex.

-Ehm. Ciao mamma-provo a rompere quel silenzio terribile nel modo più semplice e banale-lui è Alex.-indico il mio ragazzo, dopo aver notato che gli occhi dei due sono ancora fissi su lui.
-Piacere signora.
Lei si alza e gli stringe la mano.
-Piacere.-rispondo leggermente a disagio-Scusa, non vorrei sembrarti scortese, ma ti chiedo di andartene. Torna quando vuoi, ma adesso non è un buon momento. -risponde fredda.
-Ah. Ok, nessun problema.
Detto questo esce dal soggiorno ed io lo seguo.
-Scusa. Non ne sapevo niente.
Non voglio che se ne vada. E, soprattutto, mai avrei voluto che mia madre lo cacciasse di casa.
-Non ti preoccupare. Ci vediamo presto piccola.
Mi lascia un veloce bacio sulle labbra prime di uscire.
Mi ritrovo così sola a fissare la porta. Ho una brutta sensazione. Sento che finalmente forse mi verrà rivelato qualcosa di importante.

Ritorno in soggiorno dopo aver preso un respiro profondo.
-Mi vuoi spiegare che succede?-chiedo stizzita a mia madre.
-Veronica, ti prego, siediti. Ti devo parlare di una cosa.






Ehi ehi
Ho aggiornato prima :-)
Ditemi che ne pensate e votate ;)
Alla prossima

Dicono...l'amore non ha età [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora