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Christian
Mi rattrista vederla così giù. Sono felice di averla fatta sorridere un po'. Devo ammettere di aver provato un'immensa gioia nel constatare che era lei la figlia della compagna di papà. Sembra quasi uno scherzo del destino. È strano, solo ventiquattro ore fa era solo una delle tante ragazze incontrate quest'estate e adesso, invece, si è scoperto quanto in realtà le nostre strade si intrecceranno.

L'ho accompagnata fino a casa di Alex con piacere. Posso solo immaginare quanto sia doloroso per lei.
La guardo allontanarsi verso il palazzo davanti a me a passo svelto.
Cerco di far passare il tempo in qualche modo, è strano, ma mi ha chiesto di non andare via. Era preoccupata, impossibile non notarlo. Tornando a me, in questo momento provo ad ammazzare la noia tra i vari social.
Passano circa dieci minuti. Passo a Whatsapp. Un messaggio, in particolare, attira la mia attenzione.
-messaggio da: Jason
Parto oggi, scusa Chris se non riesco a salutarti di persona. Ci vediamo la prossima estate.
-messaggio a: Jason
Non importa. Ci si vede presto.

Ha deciso di partire e di tornare dalla madre così, all'improvviso. Mi dispiace un po', ma neanche. Non voglio sembrare un pessimo amico, è solo che ultimamente ci siamo allontanati parecchio. Per colpa sua, oltretutto.
Sono passati quasi venti minuti e sono intento ad andarmene quando vedo Ver uscire dal l'edificio in lacrime. Corre e per poco si fa investire da un'auto grigia di dimensioni mastodontiche.
Le corro dietro non curandomi delle condizioni in cui ho lasciato la moto.
Non appena la raggiungo, le afferro il polso e la tiro verso di me, abbracciandola subito dopo. Non oppone resistenza, riesce solo a sussurrare pianissimo al mio orecchio: "Chris portami a casa."
Ed è quello che intendo fare.

Andiamo alla moto. Le metto il casco e lo stesso faccio a me per poi salirci e dirigerci a casa.
Appena parcheggio, lei scappa all'interno dell'abitazione. Lacrime silenziose stanno ancora sgorgando dai suoi occhi. Chissà cosa è successo. Quel cretino del suo ragazzo non sa che se la fa soffrire adesso non avrà soltanto Roberto pronto a dargli una lezione, ma sarò pronto anch'io.
Entro in casa. Vado in cucina e prendo un pacchetto di patatine alla paprika prima di raggiungere lei in soggiorno. Non c'è nessun altro in casa, per nostra fortuna direi.
-Ne vuoi una?-forse basterà poco per farla calmare.
Scuote la testa.
-Che è successo Ver.-mi siedo davanti a lei, porgendole questa volta un pacchetto di fazzoletti.
-Io...voglio partire-mugugna fra i singhiozzi-voglio andare via da qui.

Veronica
Salgo ogni gradino più lentamente rispetto al precedente. Non so come iniziare il discorso. A dire il vero, non so neanche se avrò la forza di parlare. Mi sento distrutta, ogni tassello della mia vita è stato spostato. Beh, Alex è l'unica eccezione. E in questo momento vederlo potrebbe essere l'unica cosa in grado di non farmi crollare del tutto.
Suono al campanello solo dopo aver fissato la porta per cinque minuti. Un respiro dopo l'altro, ho provato a togliere l'espressione di rabbia e dolore Che troneggiava sul mio viso.
Viene ad aprirmi Elena. Ha i capelli scombinati, per quanto sia possibile visto che sono molto corti, ed indossa ancora il pigiama. Non avevo intenzione di svegliarla. In realtà ero convinta che venisse Alex ad aprirmi.
-Ciao Elena-
-Ciao. Come mai qui così...presto?-anche la voce è impastata dal sonno. Non è presto, immagino che ieri non sia andata a letto ad un orario decente.
-Devo parlare con Alex.-vado dritta al punto.
-Ah.
-É in casa?
-Si è in camera sua, ma-
Non la lascio finire. La scosto dalla porta catapultandomi dentro l'appartamento, procedendo dritta verso la porta della stanza di Alex.
La spalanco. E in quel momento mi sento precipitare. Rimango pietrificata sulla porta a guardare immobile il mio ragazzo dormiente con accanto una ragazza dai capelli neri. Sono coperti solo da un lenzuolo e solo in un letto matrimoniale. I due letti singoli non ci sono più. Mancano anche tutti gli oggetti di Max. Credo che si sia trasferito altrove e che Alex non mi abbia detto nulla. Ma non è questo l'importante cazzo. Mi ha tradita. Alex mi ha tradita. Solo pensarlo è un dolore indescrivibile. In un momento della mia vita così difficile. Sento il dolore crescere e il cuore spezzarsi.
-Amore, abbiamo visite.-dice la troietta all'orecchio del mio ragazzo, prima di carezzargli delicatamente la guancia.
Lui risponde con un grugnito.
-Stronzo-riesco solo a dire tra i singhiozzi prima uscire sbattendo la porta con tutta la mia forza e la rabbia.

-Veronica, lui era, è... Non è come pensi. Lo so che è molto difficile da credere, ma lui in realtà...
-Zitta Elena. Non ha scuse. Non lo voglio più vedere. Non voglio più avere a che fare con lui. Tra noi é finita. Io andrò via e lui potrà scoparsi tutte le troie che vuole.-
Esco con le lacrime ad offuscarmi la vista. Chi sono io per meritarmi tutta la felicità che credevo di avere due giorni fa? Nessuno. Non sono nessuno e questa ne è solo l'ennesima dimostrazione.

Scendo le scale velocemente. Per poco non inciampo quando sono arrivata a secondo piano. Mancava solo ruzzolare per le scale e farmi male anche esteriormente.
La testa mi gira terribilmente e il sapore delle lacrime salate mi è arrivato alla bocca. Sento le gambe cedere, ma continuo imperterrita.
Esco dal portone. Corro in mezzo alla strada e per poco mi faccio investire.
Poco dopo vengo fermata e in un momento sono tra le braccia di Chris. Voglio solo andare a casa. Chiudermi in me stessa e riprendermi, prima di parlare con le mie amiche e salutarle

Racconto tutto a Chris. Avevo bisogno di qualcuno con cui sfogarmi.
-Io lo ammazzo.-
-No. Ti prego. Forse è meglio così. Potrò partire sapendo di non aver perso niente.-faccio finta di sorridere.
-Allora perché continui a piangere?!
-Hai anche bisogno di chiederlo?! Non ci arrivi da solo? Io lo amo, cazzo. O amavo. Non so. Mi sento la testa scoppiare.
-Rilassati. Respira.
-Sto respirando altrimenti sarei già morta.
Sorride. In quell'instante suona il campanello.
-Vado io, tu stai tranquilla qui sul divano.
-Grazie.

Lo vedo uscire dal soggiorno e nel mentre mi asciugo le lacrime che non riesco a fermare.
-Veronicaaaaa-urlano in coro Valentina, Monique e Diana. Sono felice di vederle. Le mie migliori amiche. Le uniche persone di cui sentirò la mancanza.
-Io vi lascio ragazze, devo fare una cosa.-dice il mio futuro fratellastro, intuendo il desiderio di restare sola con loro.
-Okay Chris. Non preoccuparti per me e spero che quello che devi fare sia una cosa tua. A dopo.
-A dopo.
Mi saluta dandomi un bacio sulla guancia. Poi esce dal soggiorno.

-Come stai? Diana ci ha detto che devi parlarci di una cosa.
-Si ragazze. A dire il vero sono troppe le cose che vi devo dire.
-Direi di cominciare allora, che ne dici?

Christian
Ho intenzione di andare da Bianca a prendere lo zaino che ho dimenticato da lei. Dopo di ciò andrò da quel deficiente per dirgli di lasciarla stare in quest'ultimo periodo che passerà qui. Non la voglio più vedere soffrire. Anzi, credo che forse è meglio andare prima da lui. Non si sa mai, magari ha intenzione di andarla a prendere a casa e io non sono lì per proteggerla. Lo devo fare. E lo farò, adesso.


Ehi ehi ehi
Come va?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Manca davvero poco alla fine e vi annuncio già che ci sarà un sequel.
Ditemi cosa ne pensate e come sempre eventuali errori di battitura verrano corretti al più presto.
Alla prossima

Dicono...l'amore non ha età [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora