Christian sta dormendo da un'ora e poco più e io sono qui vicino a lui. Non mi muovo di un centrimetro per paura di svegliarlo. A volte afferro il cellulare per vedere che ore sono e altre volte mi guardo le unghie sperando non si svegli.
Qui dentro fa piuttosto caldo, non c'è neppure la finestra, fra un po' muoriamo entrambi soffocati.
La batteria del mio cellulare mezzorotto è al 13% e se non mi fanno uscire di qui al più presto rimango senza cellulare, anche se non cambierebbe nulla dato che qui non c'è internet e non ho nemmeno credito nel cellulare.
Continuo ad avere improvvisse visioni dove c'era Molly che mi spingeva in una specie di magazzino e io che sbatto contro un armadio. Ma il luogo non era questo.
Ma allora dove sono ora?
È da un'ora a questa parte che cerco di capirlo: sembra una cantina, uno sgabuzzino di una casa, ma di certo non siamo a scuola.
Afferro il mio cellulare: 20:34.
I miei genitori saranno in pensiero, chissà quanti messaggi mi avranno inviato, qui non c'è campo. Uffa.
Sento una vibrazione provenire dai jeans di Christian: il suo cellulare?
Una parte di me dice che devo prenderlo di nascosto e vedere che cosa è arrivato, ma l'altra parte dice che è una stronzata e potrei svegliarlo.
Decido di seguire la prima opzione, la mia curiosità in questo momento è più forte del rispetto.
Prendo il suo cellulare ( senza crepe nello schermo al contrario del mio) e premo il pulsante per sbloccarlo. No! La password! Guardo l'icona in alto del suo cellulare, dove appaiono le notifiche. È un messaggio di whatsapp. Lui ha la connessione che funziona?
Si sta muovendo, geme e subito infilo il cellulare nella sua tasca. Apre un occhio e si divincola da me in fretta.
<<Ma...che sto facendo?>> dice sbadigliando. <<stavi dormendo>> mi alzo e mi metto in piedi davanti a lui.
<<Dobbiamo andarcene da qui>> dice in fretta sbrigativo, si alza e si passa la mano fra i capelli. Fa così quando è nervoso.
<<Lo so, ma come?>> domando anche se sono sicura che non sappia nemmeno lui dove siamo e come ce ne andremo.
<<e me lo chiedi?>> mi guarda con aria da incazzato e io lo guardo come per dire "comportati bene, stronzo"
<<Ho fame>> si lamenta sedendosi ancora a terra. Prende il suo cellulare dalla tasca e digita la password che fortunatamente sono riuscita a vederla, mi pare fosse...0312...credo.
Legge il messaggio e si passa la mano fra i capelli per la millesima volta. Mi guarda e poi distoglie lo sguardo.
<<qualche problema?>> domando cercando di capire cosa volesse comunicarmi gettandomi un'occhiata così impaurita.
<<siamo rinchiusi in una cantina, da soli, senza cibo, senza caricatore per cellulare, senza acqua e senza cose per lavarci, ti pare che non ci siano problemi?>> mi verrebbe da prenderlo a schiaffi. Le sue battute del cazzo non rallegreranno di certo la situazione.
<<intendo quando mi hai guardato>> dico secca, ancora innervosita dalla sua battuta.
<<gli occhi sono fatti per guardare, non avevo niente da dirti>> il suo sguardo dice il contrario.
<<sei un pessimo bugiardo>> ammetto incrociando le braccia e facendo allo stesso tempo un sorrisetto da sfida.
<<cazzo...non fare...>>inizia una frase, ma poi fa la faccia da "cosa sto dicendo? " e si interrompe da solo. Ma che problemi ha?
<<cosa non dovrei fare?>> mi azzardo a domandare e lui mi guarda storto. È sempre il solito rompi palle.
I minuti passano, il mio cellulare è morto, il suo è al 20% e continua a fissarlo e mi chiedo cosa stia facendo.
<<potresti conservare il tuo cellulare per le esigenze, o meglio questa è un'esigenza, chiama qualcuno che ci venga ad aiutare>> sbotto e lui alza lo sguardo seccato <<sto guardando Instagram>> dice come se nulla fosse. Instagram? In questo momento? E poi perché internet a lui funziona e a me no?
<<è impossibile qui non prende la connessione>> dico con freddezza
<<io ce l'ho>>. Lo dice come se nulla fosse? Potrei chiamare i miei genitori e dirgli che va tutto bene, oppure Tan o Sara, o mia sorella.
<<potrei fare una telefonata?>> chiedo con un tono dolce, in modo da non irritarlo.
<<tu non tocchi il mio cellulare>> sbotta e se lo mette in tasca. Com'è egoista.
<<scusa. Pensi che sia una curiosona che va a vedere le tue cosette?>>domando ironica.
<<Sì >> dice sorridendo.
<<in realtà volevo chiamare mia sorella per dirle che sto bene e che uscirò di qui al più presto>>.
Lui non risponde, mi guarda e il suo sguardo mi dice "non usciremo da qui, se..." non sono stupida, ormai conosco abbastanza questo stronzo da capire tutto quello che non vuole dirmi.
<<qualcuno ti ricatta, ti dice che bisogna fare qualcosa se vogliamo uscire da qui, giusto?>> mi guarda sbigottito, si alza da terra e mi raggiunge.
<<sei una specie di strega che legge nel pensiero?>> ironizza ridendo
<<no...ho solo un buon intuito>> rido a mia volta e per un momento fisso i suoi occhi. Il modo in cui si morde il labbro inferiore, il modo in cui sbatte le palpebre, i suoi occhi azzurri che riflettono il mio viso sulle sue pupille nere. Il suo colore degli occhi mi fa pensare al mare...quando andavo da piccola a raccogliere le conchiglie e ci facevo le collane per mia sorella e per le bambole.
I suoi capelli vengono messi in risalto dalle luci a neon della stanza e li fa brillare.
<<il tuo intuito non sbaglia>> sobbalzo dallo spavento della sua voce che mi fa tornare alla realtà. <<tutto bene?>> mi domanda preoccupato...che strano che sia preoccupato per me. <<oh Sì, non preoccuparti>> dico sbrigativa.
<<vedi...Molly dice che...finché non ammetto di averla tradita...lei ci terrà rinchiusi qui>> abbassa il tono di voce. Il suo sguardo mi fa capire che c'è altro sotto. <<E fallo no?>>
<<No. Potrei rovinarmi la reputazione, e poi lei potrebbe...>> si interrompe subito e diventa pallido.
<<quindi vuol dire che moriremo qui dentro?>> fissa il pavimento immerso nei suoi pensieri. <<E poi morire con te...che bella morte!>> rido e poi capisco che è tutto vero.
Christian si "sveglia" dopo un momento di riflessione e tira calci alla porta <<Vaffanculo!!!!>> urla, anche se nessuno può sentire, o almeno credo non ci sia nessuno oltre quella porta.È da almeno 3 ore che siamo qui dentro, giuro potrei mangiarmi anche l'armadio dalla fame che ho.
Christian dorme tranquillo, decido di non svegliarlo, anche se mi verrebbe da dargli un pugno bello forte e mandarlo a puttane. È colpa sua se sono qui dentro, è sempre colpa sua.
La porta si apre. Non ci credo! Le mie preghiere sono state ascoltate!
Ma non è come penso...Molly sbucca al di là della soglia, ha degli occhi vendicativi...stronza fammi uscire.
<<Allora come vi sentite ad essere inferiori degli altri?>> chiede con una voce irritante. Che cosa intende dire con quella frase? Christian non si muove, così sposta lo sguardo su di me. <<Ah, Aria Johnson, credo che tu non sappia nulla, ma non ti preoccupare lo saprai, devi solo aspettare>> fa un sorrisetto da puttana e chiude la porta prima che possa dire <<Fammi uscire o ti faccio vedere io se ti divertirai ancora a fare la rompi coglioni>> cammino verso la porta e tiro calci e pugni sempre più forti <<Apri questa porta stronza!>> urlo e Christian si sveglia domandandosi che diavolo stavo facendo. <<Fanculo!>> sbraito, tiro un pugno troppo forte. Ahi.
<<Cazzo...>> mi lamento dal dolore e muovo il pugno su e giù in modo che mi passi.
<<Ma che è successo?>>
<<La tua puttana è entrata e ha detto solo stronzate per farmi incazzare e poi ha richiuso questa cazzo di porta lasciandoci qua come delle merde. Avrei voluto mandarla a fanculo>> mi sto stupendo di tutte le parolaccie che ho detto nel giro di pochi minuti. E credo di non essere l'unica...anche Christian sembra sorpreso.
<<Wow, novellina extravolgare >> batte le mani e io lo guardo storta.
<<Extravolgare?>> ripeto ridendo <<se io sono extravolgare tu cosa sei? Supermegaextravolgare?>>
<<Può essere...>> si alza e guarda il cellulare.
<<Senti, signorino so tutto io, dimmi il vero motivo per cui stiamo qua dentro>> dico sbrigativa aspettando una risposta concreta.
Mi guarda come se non avessi detto nulla, "senti basta prendermi per il culo"
<<Questa situazione mi fa schifo, stare qui dentro con te mi fa male. Sto peggiorando...>>
<<In che senso?>> ride a braccia conserte
<<Io non dico parolaccie, o meglio, non le dico spesso>> ammetto. Stare con questo qui mi fa solo imparare come usare le parolaccie nel momento del bisogno, io non sono una di quelle che ne dice come se nulla fosse. Io sono diversa.
<<Beh questa è una cosa positiva per me. Sei meno noiosa così>> si passa la mano fra i capelli <<ma questo non vuol dire che sei simpatica>> ahaha che ridere la tua battuta. Mi metto a sedere fingendo di non aver sentito nulla, lui prende il cellulare e lo fissa per qualche istante, poi si spegne -molto probabilmente è scarico- e lo mette in tasca. Mi rivolge un occhiataccia e io ricambio.
Pochi minuti dopo mi addormento, però delle parole mi girano in testa Beh questa è una cosa positiva per me. Sei meno noiosa così, e se fosse vero? No. Io non sono così, o forse lo sono...ma non lo voglio essere.
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Chills
Teen FictionChi avrebbe mai detto che le persone più pericolose a volte sono le più affidabili e affascinanti? Aria, una ragazza di 16 anni, si trasferisce a Los Angeles a causa del lavoro dei suoi genitori, lasciando la sua amata New York e le poche conoscenze...