CAPITOLO 15

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KARA
Mi sveglio completamente nuda avvinghiata a Step. Russa come un ghiro ed ha finalmente un'espressione serena.
Sono le 07:50, dormo ancora un po'.
07:50?! Merda, sono in ritardo per le lezioni.
"Step. Step svegliati!" urlo.
"Lasciami stare" dice in un lamento.
Le metto una mano sul suo sesso, accarezzandola con cura.
"Okay. Sono sveglia piccola!" sorride.
"Abbiamo fatto tardi, dobbiamo andare a lezione" le dico, dandole baci tra una parole e l'altra.
Ci prepariamo in un nano di secondo, non sono mai arrivata in ritardo, sono agitatissima.
Step è in bagno, a farsi gli ultimi ritocchi.
L'abbraccio da dietro baciandole il lobo dell'orecchio.
Rabbrividisce.

STEP
Kara è particolarmente dolce stamattina.
Mi abbraccia da dietro baciandomi il lobo dell'orecchio.
Mi giro verso lei mettendo le mani sui suoi fianchi morbidi, accarezzandoli lentamente.

Kara ha religione ed io matematica. Ci salutiamo in stanza, Kara teme che qualcuno possa vederci.
Anche io ero così agli inizi, quando scoprii il mio orientamento sessuale ed ero fidanzata con una ragazza, ci vedevamo di nascosto.
Sono in classe e Kara già mi manca. La matematica non la capisco, questi sono numeri scritti da me e non capisco cosa c'è scritto.
Mi vibra il telefono in tasca:"Buongiorno piccola Step. Perché non rispondi ai messaggi? Ti vengo a trovare in questi giorni" dice il messaggio.
Mi assale il panico. Sto tremando come quando avevo sedici anni. Non può essere lui, chiedo al professore il permesso per uscire dalla classe, acconsente.
Sudo freddo e mi batte il cuore a non so quanto.
Sono rannicchiata a terra, in questo bagno sporco.
In bagno non si può fumare, ma mi accendo la sigaretta comunque.
Appena finito, ritorno in classe: tutti mi guardano.
"Che avete da guardare!?" urlo.
Idioti del cazzo. Tutti snob provenienti da famiglie importanti.
Sono in questa scuola solo grazie a mio fratello che ha conoscenze con il direttore.

KARA
Il professore di religione sta continuando la sua spiegazione sulla parabola.
Chissà Step cosa starà facendo e soprattutto con chi sarà.
Suona la campanella per annunciarci la fine della lezione. Usciamo tutti dalla classe come pecore.
"Tesoooroo" urla Sophia.
È particolarmente più bella di tutti gli altri giorni. Indossa un semplice vestito giallo con ballerine ai piedi.
"Bellezza!" ricambio il saluto.
"Come va?"
"Alla grande direi!"
"Scusami, devo andare. Oggi passo in stanza!" sorride mentre si allontana.
Merda. Non le ho detto che ho cambiato stanza, se mi chiederà il perché non so proprio cosa dirle.
Mi avvio verso la mia nuova stanza, bene o male è vicino alla stanza di Sophia.
Busso, ma nessuno risponde ed è chiusa a chiave.
Infilo la chiave nella serratura e aprendo la porta della mia nuova camera, scopro un mondo tutto nuovo.
La stanza ha le pareti ricoperte completamente da brillantini, ad ogni angolo della stanza ci sono vasi con fiori. Scrivania, armadio e porta del bagno sono dipinte di rosa.
"Ti piace?" sento una voce leggera.
"Oh sì, è stupenda!"
"Tu devi essere la mia nuova compagna di stanza." mi indica con un sorrisetto compiaciuto.
"Si, piacere Kara Young!" sorrido.
"Nadia Xen" ricambia il saluto.
È una bella ragazza. A quanto vedono i miei occhi: non ha ne tatuaggi e ne piercing.
Ha capelli ricci e color rame, è un po in carne, ma la ciccia le dona!
"Dai, entra. Il letto vicino alla porta è mio, quell'altro sarà tuo..." esclama. "...tieni le tue cose al proprio posto, non voglio vedere nessuna tua maglietta sul mio letto o altro." conclude.
"S-si!" mormoro.
Sarà una di quelle ragazze a cui piace l'ordine e non le devi toccare il suo spazio vitale.
"Questo è il mio perimetro, quello è il tuo." disegna con un dito una linea che divide il mio letto dal suo.
L'avevo immaginato.
"Okay" dio mio, che strana.
"Tu nel tuo letto ed io nel mio. Tengo a precisare che non sono lesbica quindi non ci provare con me." ordina.
"Neanche io lo sono, tranquilla!" dichiaro.
Almeno credo.
Okay, meglio porgere fine a questa straziante conversazione.
"Io esco, ciao." l'incalzo.

Sono in cortile, mi siedo sull'erba appoggiandomi con la schiena contro un albero. Dallo zaino caccio uno dei miei libri preferiti: Nei tuoi occhi di Nicholas Sparks.
Incomincio a leggere, fin quando poi intravedo Step seduta sulle scale di emergenza a fumare. Ha la testa fra le mani e guarda nel vuoto.
Vado da lei correndo:"hey Step!"
"Piccola" caccia il fumo dalle labbra.
Le vibra il telefono fra le mani, e legge attentamente.
Rimane immobile fissando il telefono.
"Chi è Step?" mormoro.
Mi siedo affianco a lei prendendo la sua mano.
Non risponde alla mia domanda, le tiro il telefono da mano ed è ancora quel numero:"allora? Ci sei? Sono papà!" dice il messaggio.
Step inizia a tremare, non l'ho mai vista in questo modo.
Incomincia a piangere dicendo che ha paura di incontrarlo.
Okay. Questo è il punto debole di Step: suo padre.
"Vieni qui piccola!" le dico.
Si avvicina a me e prima di baciare le sue morbide labbra, mi guardo in giro.
"Ho paura. Kara ho paura! Non ho mai avuto così paura!" si agita.
"Fin quando sei qui, non ti succederà nulla!"
"Merda. Merda. Merda. Merda... il lavoro." dice.
"Il lavoro?"
Ha un lavoro? Da quando?
"Oggi era il mio primo giorno... aahh al diavolo!" esclama.

STEP
Sophia ci vede da lontano e si avvicina:"piccioncine, come va tra voi?"
Step non risponde, giustamente non sa se risponderle o no.
"Oh alla grande!" esclamo mettendole un braccio intorno al collo.
Step mi guarda e sorride, ma il sorriso viene subito smorzato da un altro messaggio: sempre quel numero.
Faccio finta di niente continuando a parlare con Sophia:"stasera non voglio stare in stanza, ho la compagna più strana del campus ed odia le lesbiche."
"Ah sei lesbica quindi?" fa un risolino.
"Non... che diavolo di domanda è?" sento le guance che arrossiscono.
"Venite da me alle 20:00, poi vediamo cosa fare" ride.

STEP
Devo scoprire chi è questo numero, questo scherzo non mi piace per niente.
Da quando non volevo trascorrere più il tempo in questo campus, adesso ci voglio stare a vita: non mi va di uscire sapendo che mio padre può essere lì fuori.
Con il lavoro non so che fare, ho ancora quei soldi conservati. Più di mille euro, posso farcela per due mesi o più.

La giornata passa in fretta, già sono le 20:00. Kara dovrebbe essere pronta: busso alla porta della sua nuova camera, all'interno sento urlare Kara:"è per meeee!" e subito dopo si apre la porta.
È vestita semplicissima: ha una felpa enorme, con jeans attillati e capelli legati in una cipolla, alcune ciocche le cadono sugli occhi regalandole un'ottima cornice al suo bel viso.
Una volta uscite dalla camera fingendoci amiche, arriviamo fuori la camera di Sophia.
Busso alla porta.
"Non mi hai salutata!" sbuffa Kara.
Avventa le braccia al mio collo, riempendo la mia faccia completamente di baci.
Rido forte mentre Kara continua a baciarmi.
"Dai smettila!" continuo a ridere.
Si apre la porta e Sophia resta a fissarci con un sorriso compiaciuto.
"Entrate, finisco di prepararmi!" dice Sop.
Kara si immobilizza fra le mie braccia, fissa qualcosa... qualcosa che è dietro di me. Subito mi lascia andare, facendomi sentire la mancanza delle sue braccia intorno al mio collo.

KARA
Cosa ci fa qui? Jack al campus? Dopo che aveva detto che non voleva vedermi più?
Ricordo tutto il male che mi ha causato Step. Rabbrividisco al solo pensiero.
"Jack? Cosa ci fai qui?" chiedo imbarazzata.
Sento addosso gli occhi blu di Step.
"Mi mancavi..." ammette.
Dopo avermi dato un ceffone da farmi cadere in terra, viene a dirmi che gli manco? Quanto può essere ridicolo?
Vado verso Step:"scusami, ci lasceresti soli?" le sussurro all'orecchio.
Fa cenno di sì con il capo.
Aspetto che Step entra in stanza e vi avvio verso Jack:"dimmi Jack"
So che non mi farebbe niente, in quel momento era un attimo d'ira.
Fa un lungo sospiro:"so di aver sbagliato, n-non volevo darti quello schiaffo... ero nel panico, non volevo davvero." prende fiato.
"Hm" mi mordo la guancia.
"Era una tua amica quella?" chiede, indicando verso la camera di Sop.
"Si..." mento. "...e quella ha un nome, si chiama Step" aggiungo.
C'è tensione. Non è più come prima tra noi, penso sia finita definitivamente.
"Mi perdoni?" mormora.
"Si, ma meglio restare amici."
"Almeno è qualcosa!"
Decido di rimanere con lui per il resto della serata, Step capirà.

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