CAPITOLO 25

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KARA
Mi sveglio nel bel mezzo della notte, mi ritrovo stesa sui divanetti su cui mi sono addormentata più di quattro ore fa.
Mi guardo intorno, l'ospedale di notte fa davvero paura.
Entro nella stanza di Step e Sophia, sembra stiano dormendo.
Si sente solo il rumore dei macchinari.
Mi avvicino a Sophia regalandole un bacio sulla fronte. Poi mi avvicino a Step prendendole la mano. È così fredda che lo smalto nero sulle sue unghia fa contrasto.
"Step, non so se mi senti... Se ti risvegli, ci prenderemo una casa tutta per noi e starai al sicuro, lì... con me!" sussurro.
Sento una lacrima che riga il viso.
"Mi stai facendo provare emozioni che nessuno..." vengo interrotta da un'infermiera che entra nella stanza.
"Cosa ci fai qui? Non puoi, avanti... fuori!" dice.
Bacio la mano di Step, per poi uscire dalla stanza guardandomi i piedi.

Ho chiamato Darcy per farmi venire a prendere ed è stata così gentile da venire.
"Allora, come stai?" sussurra Darcy, avvicinandoci all'entrata secondaria.
"Sono stata meglio... non mi va di vedere Step in quelle condizioni... e Sophia... ha.. ha perso un bambino che nessuno di noi.. che nessuno di noi era al corrente!" piango.
"Okay, non stai decisamente bene. Dormi con me, ti va?"
Annuisco, sentendomi sulle labbra il gusto delle lacrime salate.
Siamo nella stanza di Darcy, non si vede nulla: entriamo al buio. Non so come sia.
Darcy mi prepara un letto per terra composto da soli piumoni.
Per essere un letto creato sul pavimento è abbastanza morbido.
Mi porge un suo pigiama. Lo infilo in fretta e furia e mi distendo sul letto fatto da piumoni.
Non riesco a dormire. Nella mia testa c'è solo l'immagine di Step. Il mio cervello continua ad immaginare come sia accaduto quell'incidente.
Un camionista che perde controllo del suo mezzo sbattendo letteralmente per aria Step e Sophia.
Rimango sveglia tutta la notte a fissare il vuoto.
Guardo l'orologio che ho al polso: 05.45.
Ottimo, sono quasi le sei del mattino ed io sono ancora sveglia.
Appena sto per addormentarmi, suona la sveglia di Darcy.
Rimbomba nelle orecchie come musica house.
Mi metto con la testa sotto al cuscino cercando di alleviare quel dolore di timpani causato dalla sveglia.
Dalla bocca di Darcy fuori escono dei versetti di stanchezza.
"Hey Kara!" si lamenta, toccandomi a stento con il piede.
"Sono sveglia. Non vado a lezione." rispondo.
"Neanch'io. Non sono dell'umore giusto." sbuffa, ritornando a dormire.
Decido di alzarmi dal quel "letto" e di andare nella mia stanza e cercare di dormire in un vero letto.
Entro in stanza e colpo di scena, la mia compagna c'è.
Russa come un ghiro in letargo.
Prendo il telefono, collego le cuffie. Accendo la musica e spengo il mondo. Chiudo gli occhi lasciandomi cullare dalla canzone di Gnash.
"I hate you, I love you,
I hate that I want you
You want her, you need her
And I'll never be her..."
Fin quando non sento più nulla, addormentandomi completamente.

14.00 p.m
Sento dei pugni sulla porta, immagino sia un sogno fin quando quei pugni non si fanno più pesanti.
"Kara!" urla qualcuno da fuori.
Mi alzo dal letto con lentezza ed apro la porta con un occhio aperto ed uno chiuso.
È Troian.
"Troian? Cosa vuoi?" sbuffo.
"Vestiti in fretta, avanti!" entra senza il mio permesso sedendosi sul mio letto.
Mi vesto sotto i suoi occhi, non mi sono mai sentita così in imbarazzo.
Mi metto dei semplici jeans con la felpa dell'Università. Lego i capelli in una cipolla e non mi trucco neanche.
"Allora? Pronta?" chiede.
Annuisco. Mi prende per mano tirandomi per tutto il campus.
"Ma cosa succede?" le chiedo, cercando di lasciare la sua mano.
Mi lascia la mano guardandomi con aria di superficialità:"da Step e Sophia!"
Arriviamo davanti alla sua macchina: una Range Rover bianca con sediolini in pelle beige.
Nell'abitacolo c'è tensione, Troian accende la radio, mettendo il volume in sottofondo.
"Sul cruscotto ci sono le sigarette, me le passi?" mi chiede.
Prendo il pacchetto di Marlboro e glielo porgo.
Sono ancora assonata, sono solo le due del pomeriggio e ho ancora sonno.
"Sei di poche parole eh? Quando vuoi hai la bocca aperta!" ride, accedendosi la sigaretta.
Non deve provocarmi, sono ad un centimetro da lei... le farei testa e sterzo in un secondo.
"Già." ribatto semplicemente, appoggiandomi con la testa al finestrino.

Arriviamo in ospedale dopo mezz'ora, grazie al traffico.
Ci sono anche Darcy e Callie.
"Scusa se non sono venuta io a chiamarti..." mi sussurra Darcy.
"Oh tranquilla!"
Saranno sveglie? Qui nessuno mi dice nulla ed io mi sento maledettamente sola senza la mia Step.
Sono dispiaciuta per Sophia, ma la testa è focalizzata solo su Step.
"Prego, se volete entrare... sono sveglie entrambe!" ci invita l'infermiera ad entrare in stanza.
Entriamo in stanza, Step guarda fuori la finestra mentre Sophia viene subito travolta dalle amiche.
"Tesoro!" sussurro a Step.
Penserò dopo a Sophia.
Step gira piano gli occhi verso di me, porta il collare, ha alcuni lividi in faccia con dei punti sul sopracciglio destro e sullo zigomo.
"Piccola, mi mancavi." mormora.
Mi si scalda il cuore, è così bella.
Lei non vuole convincersi, ma è bella sia fuori che dentro.
"Come stai?" sussurro.
Sorride:"mai stata meglio".

STEP
"Mai stata meglio!" mento.
Mi fa male tutto il corpo, sento la faccia in fiamme e il collo credo si sia andato a fare una mini-crociera.
Con la coda dell'occhio, guardo Sophia.
Mi sento così in colpa, spero che il bimbo stia bene.
Gli occhi di Kara mi scrutano, i suoi occhi su di me mi fanno stare decisamente meglio.
Non ho bisogno delle altre. L'unica di cui avevo bisogno è qui, affianco a me.
Incrocia le sue mani alle mie, e al quel tocco rabbrividisco. Non mi è mai mancata così tanto.
"Sono stata qui ieri notte..." sussurra. "Avevi le mani gelate e ti ho promesso che se ti saresti svegliata..." viene interrotta dall'infermiera.
"Ragazze, dovreste uscire. L'orario delle visite è finito!" annuncia.
Cosa? Sono passati solo cinque minuti.
Kara mi dà un bacio sulla fronte, accarezzandomi con il pollice le labbra.
"Dobbiamo finire di parlare." le dico.
Annuisce. Prima di uscire dalla stanza crea un cuore con le mani, rivolto verso Sophia.
L'infermiera controlla il mio collo e i punti.
Vorrei vedere Sophia in che stato è, ma purtroppo riesco solo a vederle i piedi.

"Sop, come stai?" chiedo.
Non risponde. Ce l'ha con me?
"Sop, per favore!" la imploro.
"Ho perso il bambino, come vuoi che stia?" piange.
Merda. Non potrei mai perdonarmi una cosa del genere.
Chiudo gli occhi cercando di non far fuori uscire le lacrime.
Serro le labbra.
"Scusa" sussurro.
"La colpa non è tua Step, non sentirti in colpa!"
"Si invece. Potevo lasciarti li, a bere quel cazzo di caffè."
Sophia non risponde.
Ad un certo punto me la ritrovo d'avanti.
"Guardami, sto bene. Ho solo un gesso alla gamba e una fascia intorno alla testa. E guardati... guardaci. Stiamo bene!" allarga le mani, per farmi vedere il nostro star bene.
"Forse era destino." conclude rabbuiandosi.
Sento le lacrime rigarmi il volto.
"Sh... smettila di piangere!" mi asciuga le lacrime.
"Appena usciremo da qui, andremo ad affittare un appartamento!" aggiunge sorridendo.
Sophia è sempre solare, non si ferma davanti a nulla. Ha sempre il sorriso stampato in faccia, qualunque cosa le accada.
Dovrebbe essere il mio esempio, invece no... sto sempre a piangermi addosso.
Basta. Da oggi in poi, Sophia sarà il mio esempio.

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