CAPITOLO 44

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"Piccola, dai corri!" mi dice Step ridendo.
Sento sassolini morbidi solleticarmi sotto ai piedi.
"Arrivo!" rispondo ridendo.
Inizio a correre urlando di gioia.
Il vento freddo mi rinfresca la pelle e sono baciata dal sole.
Step è davanti a me in tutto il suo splendore, con in dosso una veste bianca e capelli sciolti sulle spalle.
Vedo ogni singolo suo tatuaggio, ogni suo movimento è grazioso e femminile come non mai.

Sobbalzo dal letto con il respiro veloce e affannato, mi batte forte il cuore e questo letto è così freddo e grande.
Mi alzo dal letto con lentezza ed esco dalla stanza.
"Eli, posso restare qui?" sussurro al suo orecchio.
La sua stanza emana profumo di vaniglia ed è tutto in ordine.
"Hey, si, resta pure!" accetta la mia proposta, spostandosi da un lato per farmi spazio.
Mi infilo velocemente nel suo letto restando a fissare il soffitto fin quando non mi si chiudono gli occhi.

Al mattino seguente mi sveglio sola nel letto di Eli. Ricordo il sogno e mi viene una fitta al cuore.
Sono passati solo tre giorni dalla sua morte ed io ancora non ci credo.
La sogno tutte le notti ed è sempre lo stesso: stessa scena, stesso luogo, stessa Step.
"Tesoro, posso?" chiede mia madre dall'altro capo della porta.
"Entra!" rispondo.
"Volevo solo dirti che dopo il funerale partiamo" abbassa la testa.
Annuisco semplicemente.
Guardo la sveglia che è sul comodino e sono le 10:05, tra un'ora ci sarà il fatidico funerale ed io non sono ancora pronta né fisicamente né psicologicamente.

11:05
Già sono sul posto, ci sono solo poche persone, tra cui alcune che non ho mai visto prima.
Intorno c'è silenzio, si sente solo una cornacchia che svolazza sui nostri capi.
Tira vento gelido e si sente un leggero chiacchierio, in lontananza sento un cane abbiare, immagino sia un cane randagio.
"Hey!" sussurra Hogan.
La buon'anima di Hogan Firsty, non ne ho sentito più parlare e tantomeno più visto da quella sera al falò.
"Oi, da quanto tempo!" gli dico sussurrando a mia volta.
Fa un piccolo sorrisino di approvazione per poi mettersi a braccia conserte.
Pian piano iniziano a venire le varie persone, tra cui tutti i suoi amici, immagino parenti e alcuni professori dell'Università.
"Eccoci riuniti qui, in questo logoro cimitero per salutare un'ultima volta Stephany Adams." incomincia il prete.
Alcune persone piangono, smorzando la sua voce.
No. Non piango Step, non davanti a te. Sono così forte e invincibile come quando ero con te.
Non sei con me fisicamente, ma ti sento accanto. Sento il tuo respiro su di me e immagino la tua mano sul mio fianco come a dire è proprietà privata.
"Qualcuno vuole salutarla un'ultima volta?" chiede il prete.
Un'anziana signora, avanza lentamente verso la sua bara, rilasciandone sopra un piccolo bigliettino con un pacchetto di sigarette, accarezza la bara per poi baciarsi la mano.
Non so se salutarti Step, non voglio salutarti un'ultima volta, non voglio dirti addio per sempre.
Rimango incantata nel guardare la sua bara, immagino il suo fantastico corpo all'interno: bianco, spento, inerme.
Il prete continua a parlare, non riesco a capire bene cosa dice, sento solo un piccolo mormorio.
"Potete abbassare!" dice infine il prete, scuotendomi dai pensieri.
"Ciao mio amore, ci vediamo presto!" sussurro più a me stessa che a lei.

Dopo i vari saluti e le condoglianze finalmente questo straziante funerale finisce.
Ho il cuore rotto, mi sento così spenta e debole che se qualcuno vorrebbe picchiarmi ci riuscirebbe in pieno.
L'aspetto fisico non è uno dei migliori, indosso una tuta nera abbastanza larga con un mega felpone. I capelli sono legati in una cipolla disordinatissima e non ho un filo di trucco.

4 anni dopo...
Sono passati solo quattro anni dalla morte di Step, qualsiasi persona che ne parli male attacco in quarta per evitare che mi si rompi il cuore.
Nessuno deve parlare male della mia Step.
Ho abbandonato l'università e sono tornata nella mia città di nascita. Ho comprato una mini-villa tutta per me, con le incisioni sul cancello S-K.
Ho un nuovo lavoro che mi paga abbastanza bene da permettermi tutto questo lusso.
La macchina di Step è parcheggiata con cura nel box-auto con un telo azzurrino che la riveste.
Sophia ogni tanto viene a trovarmi, restando a dormire due/tre giorni per poi ritornare a New York dove ha impiegato il suo tempo libero in medicina. Ha nuovi obbiettivi: vuole diventare paramedico e salvare più vite possibili.
Dopo un anno si è lasciata con Harry per infatuazione verso un altro uomo.
Eli, invece, dopo essersi sposata con Fabio, si è trasferita a Londra dove hanno aperto in società un'agenzia assicurativa.
L'altro ieri mi ha chiamata per raccontarmi come le va la vita e niente: è incinta.
Mia madre, invece, è fidanzata da due anni con quel fatidico uomo. Da quanto ho capito mi sembra un tipo apposto, solare e divertente. Di certo non gli manca la bellezza ed è imprenditore. Metà Chicago è sua.
Con gli altri: Callie, Hogan, Troian, Darcy e persino Zac, siamo rimasti in ottimi rapporti.
Spesso organizzo festini e loro di solito sono i primi a venire.

Cosa dire di me? Sono in quest'ospedale in attesa.
Ho i crampi e sono seduta su una sedia a rotelle.
Dopo la morte di Step sono partita per un anno in Francia, dove ho imparato per bene il francese.
Ad una mostra d'arte, davanti ad un quadro di Monet un uomo sulla trentina mi è venuto accanto e con il suo accento francese mi diceva che era il suo quadro preferito.
Sono subito stata rapita da quel suo accento che, dopo due anni, stiamo per avere un bambino.
Step, sei e sarai la mia unica donna, promesso.

I medici aiutano a mettermi su un lettino, ho in testa una cuffia fastidiosissima e indosso una tunica bianca con quadratini blu scuro.

"Avanti signora, spinga!" mi incita il medico.
Cerco di spingere il più in fretta possibile, sento dolore, mi fanno male le gambe e sento la mia intimità allagarsi sempre di più.
"Aaaaahhhhh" urlo.
"Ci siamo quasi, avanti!" incita ancora il medico.
"Oh sì! Ciao fantastica bimba!" aggiunge l'uomo davanti alla mia intimità nuda.
Sono stanca e sfiacchita che subito abbasso la testa sul lettino, inclinandola da un lato. Sento il pianto della mia bimba trapassarmi le orecchie. È un suono così dolce e fastidioso allo stesso momento.
Una dottoranda esce dalla sala con in braccio mia figlia, ma si ripresenta dopo venti minuti con la mia bambina avvolta in una copertina rosa.
Posso vedere che muove le mani e sentire la sua dolce voce, così innocente e pura.
"Come la chiamiamo questa fantastica bimba?" chiede il medico.
"Step... Stephany" mi correggo.
Il medico sorride, mettendomi fra le braccia questo esserino così borbido e piccolo, che se stringessi le mie braccia intorno al suo piccolo corpo potrei stritolarla.
In testa ha pochi capelli, gli occhi sono di un marrone intenso che lascia a desiderare e le sue labbra pur essendo di pochi minuti sono grandi e carnose.
Metto il mio dito nella sua piccola mano e sussurro dolcemente:"ciao Step!".

Stephany Adams, ora sei solo un bel ricordo che mi tiene sveglia la notte.

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