dolore

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La sala della mensa era affollata come sempre...andai a fare la fila e presi solamente un panino che di sicuro non avrei mangiato.

Andai a sedermi al nostro solito posto,solo che la sedia davanti a me era vuota...ormai ero certa...l'ho perso...poggia i la testa sul tavolo cercando di non pensare a lui...cosa impossibile per colpa dei passi che si avvicinavano sempre di più a me

-Wollas...- alzai la testa per incrociare lo sguardo con il suo

-Payne...- riapoggiai la testa sul tavolo. Sentii lo striscio della sedia e poi una mano accarezzarmi la testa.. mi beai del suo tocco,in quel momento avevo bisogno di qualcuno che mi sesse vicino...

-come mai non stai con il pakistano?- alzai la testa notando un sorriso amaro sul suo volto

-ha trovato un'altro burattino- fece spalluccie togliendo la mano dalla mia testa...

-e chi sarebbe?- con la testa mi indicò il tavolo alla mia sinistra,mi volta i e vidi Marcel parlare animamente con il kebabaro...sgranai gli occhi...cosa sta facendo? Per un attimo si girò nella mia direzione mischiando il verde con il marrone...involontariamente mi girai verso il castano di fronte a me...abbassai lo sguardo amareggiata...

-sono una stupida...- mi lasciai sfuggire riapoggiando la testa sul tavolo lucido...

-Bianca...sta venendo da questa parte...- Liam si alzò allontanandosi dal mio tavolo lasciando quella sedia di nuovo vuota...

-Bianchina...- la sua voce, l'avrei riconosciuta tra mille...

-non chiamarmi Bianchina...-alzai la testa ma non lo guardai negli occhi,non volevo far notare la tristezza nel mio sguardo

-come vuoi...comunque devo parlarti ma,non qui...tra dieci minuti vieni nel deposito delle scope...- si allontanò lasciandomi da sola con mille pensieri per la testa.

Come aveva detto mi trovavo lì avanti al deposito delle scope...ancora nessuna traccia del ricco. D'un tratto mi sentii prendere per le braccia, iniziai ad urlare per la paura ma, mi fu tappata la bocca.

-non gridare..- una voce a me sconosciuta parlò... in un attimo mi ritrovai nel bagno dei maschi. Fui scaramentata a terra e andai a sbattere la testa al muro...mi massaggiai la zona indolenzita...alzai lo sguardo scorgendo quattro corpi davanti a me i intenti a fissarmi da capo a piede...solo due di loro li riconobbi...Malik e, con stupore, Marcel...ma cosa stava succedendo?

-se non urli potremmo anche farti la grazia di qualche pugno...- un ghigno malefico si formò sul volto del pakistano mentre iniziò ad avvicinarsi a me, d'istinto indietreggiai scontrando nuovamente con la parete fredda del bagno...

- cosa volete da me?-  domandai con tutto il coraggio che avevo in corpo

-tra qualche minuto sarà tutto finito- il biondino dall'accento strano avanzò nella mia direzione

-cosa...- un calcio dritto nello stomaco...dolore,molto dolore, mi sentii bruciare la parte appena colpita,mi arrotolai su me stessa, il sapore metallico del sangue si impossessò della mia bocca, un altro calcio...altro dolore,stavolta più acuto del precedente...cosa ho fatto per meritarmi questo?

-guardami!- la sua voce roca...continuai a tenere lo sguardo basso. Lui mi prese per i capelli mischiando i nostri occhi...avevo la vista appannata per via delle lacrime...faceva male..mi arrivò uno schiaffo dritto sulla guancia...quella mano che pochi giorni prima mi accarezzava era la sessa che dopo qualche secondo mi tirò un altro schiaffo, ancora più forte del primo. Caddi di nuovo a terra distrutta...ma sapevo che ancora non era finita...infatti poco dopo mi arrivò un altro calcio sulle costole, per un attimo persi il respiro e boccheggiai alla ricerca di fiato...

-brava...non hai urlato e come premio oggi finisce qui..ma se dici a qualcuno quello che è successo, ritieniti morta...- se ne andarono lasciando mi lì...sola e piena di dolore, mi presi la testa tra le mani ed iniziai a singhiozzare...lo stomaco mi faceva male e la faccia anche...con la poca forza che mi rimase in corpo mi alzai poggiandomi al lavandino e guardandomi allo specchio...la poca matita che mi ero messa era sparsa sul mio viso per via delle lacrime, la guancia rossa con ancora l'impronta della sua mano, poggiai la mano sulla guancia, bruciava...

Quel giorno tornai a casa, ringrazio ancora il santo che ha reso possibile tutto ciò. Fortunatamente la mamma non era ancora tornata, avevo tutto il tempo per coprire le ferite.

A stento salii le scale e raggiunsi il bagno. Lo specchio mostrava l'orrore del mio viso, era gonfio e rosso. Mi tolsi la maglietta e vidi la macchia viola formata sulla pancia, una lacrima solcò il mio povero viso...come è potuto succedere? Poggiai le mani al lavandino chinando la testa verso il basso...non sopportavo la vista di tutto quello...schifo...

Marcel StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora