CAPITOLO 25

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Preferirei non essere costretta a rispondere. Il mio cuore vorrebbe rimanere qui ancora una settimana mentre la mia testa, che non ho ancora ascoltato da quando sono qui, mi ricorda che ho dei compiti e soprattutto che i miei non mi lasceranno una settimana in più qui con Federico, che nemmeno conoscono.
"Fede, non farmi questa domanda" cerco di rispondere apparendo il più neutrale possibile.
"Che devo fare per convincerti?"
"Non è me che devi convincere, Federico, ma i miei e mia zia. Le avevo promesso che avrei lavorato da lei se non fossi andata all'università"
Federico si alza e senza dire nulla lo vedo salire le scale. In quel momento vorrei lanciare il cuscino contro il muro, ma visto che non sono a casa mia, mi limito a nascondere il viso tra le mani e cercare di trattenere le lacrime.
Non sono lacrime di tristezza, sono lacrime di noia; odio sentirmi costretta, non essere libera di decidere cosa voglio davvero. Vorrei restare qui con Federico, a godermi l'estate che ho passato quasi interamente al bar di zia Caterina, ma dall'altro so che devo tornare a casa per evitare di iniziare una guerra con i miei in cui uscirei sicuramente sconfitta.
"Sblocca il telefono" mi coglie di sorpresa Federico, porgendomi il cellulare.
"Che intendi fare?"
"Se non vuoi parlarci tu, chiederò io ai tuoi di farti restare"
Scatto in piedi strappando il telefono dalle mani di Federico.
"Sei impazzito? Non esiste, i miei non sanno nemmeno che venivo a casa tua, loro pensavano fossi in hotel"
"Fai come vuoi. Stasera c'è una festa e io avevo promesso di portarti ad una di quelle dove non ci si annoia. Puoi venire da sola o devi chiedere il permesso a mammina e papino?"
Il tono provocatorio che sta usando sicuramente non mi fa venire voglia nemmeno di andare alla festa, ma so che in fondo al suo sarcasmo c'è del vero.
Senza dire nulla, sblocco il telefono e salgo le scale. Non appena chiudo la porta della camera, lo sento squillare e il nome del chiamante è chi temo di più ora: mia madre.
Dopo i soliti convenevoli, prendo coraggio e inizio ad introdurre il discorso a mia mamma.
Ovviamente lei capisce dove voglio arrivare e mentre sto cercando di puntare su quei dettagli che potrebbero almeno evitare un suo no secco, la sento sospirare e le sento dire:"Azzurra, tesoro, sai che papà per il compleanno mi ha regalato una crociera. Non me la sento di andare via sapendo che tu sei a casa di gente che non conosco in un'altra città. Preferirei tornassi a casa"
"Mamma, ti prego. Federico lo conosco, è un bravo ragazzo, mi sta trattando da principessa in questi giorni. Ti prego mamma, solo una settimana. Poi torno a casa, giuro!"
"E con zia Caterina? A lei l'hai chiesto? Quando si ha un impegno, lo si deve rispettare"
"Eddai mamma, è agosto! Solo perché non farò l'università a settembre non vuol dire che non possa farmi le vacanze"
Il silenzio che è sceso sulla nostra telefonata si fa sempre più pesante e così ripeto in loop "ti prego, mamma, una settimana" finché non la sento dirmi "va bene, ma solo una settimana"

Amore Wi-fi {FEDERICO ROSSI}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora