CAPITOLO 37

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Quando torno in camera mia, decido di suonare un po' per distrarmi, ma non riesco a fare un accordo, così ci rinuncio.
Indosso le prime cose che trovo pulite nell'armadio e esco. Sono sicura che un po' d'aria mi farà bene.
Giro per le vie della mia città con le cuffie nelle orecchie ed una sigaretta in mano. Non fumo da qualche mese, dall'esame di maturità, avevo promesso di smettere ma non sono mai stata brava a mantenere le promesse.
Decido di andare al parco dove andavo regolarmente con i miei nonni quando ero piccola.
Mi sembra tutto così distante, vedo bambini rincorrersi ridendo, genitori che parlano tra loro e qualche coppietta seduta sulle panchine. Sono tutti insieme a qualcuno con cui parlare, ridere e giocare mentre io sono qui, sola con le cuffie nelle orecchie e una sigaretta, l'ennesima, tra le dita.

La musica si interrompe, così prendo il telefono e vedo che Federico mi sta chiamando. Rimango a guardare il suo nome sullo schermo e lo vedo riattaccare. Prima che possa rimettere il telefono in tasca, mi ha inviato un messaggio.
*Mi dispiace, chiamami. Mi manchi💔"
Aspetto qualche minuto prima di rispondere, non so cosa scrivergli.
*Non ho nulla da dirti* e rimetto via il telefono.
Decido di tornare a casa, ovunque sia o ovunque vada il mio stato d'animo non cambia.

Il mio stomaco rifiuta il cibo e devo sforzarmi per finire l'insalata di riso che mia mamma ha preparato per quella sera.
"Domani torni da zia al bar?"
Me n'ero scordata... Forse così, impegnata tra colazioni e tavoli da servire, avrò la possibilità di pensare ad altro.
"Certo e starò lì fino a sera, devo recuperare la settimana che ho fatto a Modena".
Quella sera, Federico mi scrive chiedendomi di parlare. Inizialmente non voglio, ma alla fine cedo e dopo qualche secondo mi arriva la chiamata la chiamata Skype.
"Piccola, mi manchi tanto. Mi dispiace tanto, se avessi saputo..."
"Non fa niente" mento, abbassando gli occhi.
"Come stai?" Mi chiede in tono dimesso.
Quella frase mi arriva dritta a quello che resta del mio cuore e, non volendo piangere, mi limito a fare spallucce.
"Scusa Fede, ma non ce la faccio. Lasciami qualche giorno da sola"
Mentre ancora mi sta chiedendo scusa, chiudo la telefonata buttandomi sul letto e abbracciando il cuscino come se potesse consolarmi.

È come me l'ero immaginato. Il bar è quasi vuoto, così nel pomeriggio mia zia decide di chiudere per fare le pulizie necessarie e dare una nuova organizzazione al bar.
"Allora, ti sei divertita in questi giorni?"
"Si, certo, ho conosciuto un sacco di persone e sono stata ad un sacco di feste sulla spiaggia" mi stupisco delle mie doti di bugiarda, visto che mia zia ci crede e gioisce di come pensa siano andate le mie vacanze.
"Ti ci voleva un po' di riposo, ma ora è tempo di lavorare. Voglio ridipingere il locale e cambiare il design, più giovanile... ti va di aiutarmi?"
"Certo!" Ho sempre adorato il design, da piccola guardavo le riviste di mobili di mia mamma immaginando quelle che avrei usato nella mia casa. Passiamo così il pomeriggio a progettare e navigare su internet in cerca di qualche bella idea.

Amore Wi-fi {FEDERICO ROSSI}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora