CAPITOLO 35

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Più mi allontano da Modena, più penso sia stata la scelta migliore e più sto male allo stesso tempo.
Non posso credere che Federico mi abbia invitato a casa sua solo perché gli dessi quella dannata canzone. Ripercorro ogni istante dei giorni trascorsi insieme cercando di capire fin dove si sia spinto e il mio cuore si sofferma sulla sera del bacio, del nostro bacio, del mio primo bacio. Voglio pensare per il mio bene che non l'abbia fatto per interesse, non voglio crederci, ma le sue parole mi si ripetono nella testa. 'I giorni passavano e il termine per la consegna del brano era sempre più vicino"..
Che poi, che concorso? Non ho chiesto nulla a riguardo... Avrei dovuto? Forse avrei avuto le idee più chiare, forse la realtà non è così drammatica come l'ho fatta apparire. Quanti forse mi affollano la mente scontrandosi contro una dura realtà, che ero innamorata di un ragazzo che non aveva fatto altro che prendermi in giro.
Era tutto troppo bello per essere vero.
E Alessandra, la mia migliore amica, la mia compagna di vita da 18 anni, gli ha inviato quegli audio per quale motivo? Sa benissimo che non sarei stata d'accordo, non scrivo per un pubblico, scrivo per me, per liberare quello che ho dentro e che a parole non riesco ad esprimere. Quegli audio le avevo raccomandato più volte di non farli sentire a nessuno. Anche lei mi ha mentito, in questa storia tutti mi hanno mentito e io sono sola.
"Cosa la rende così triste?" Mi chiede il taxista dallo specchietto retrovisore.
"Nulla, mi dispiace solo finire le vacanze così" mento spudoratamente e in modo anche poco credibile.
"Quello che l'ha salutata era il suo ragazzo? È per lui che piange?"
"No, non è il mio ragazzo, è... un amico"
Il taxista ha capito che in me non può trovare un interlocutore in questo momento, così alza il volume della radio e continua a guidare.
Le strisce bianche della strada che si rincorrono sull'asfalto mi hanno sempre rilassato, adoro la macchina proprio per il suo effetto rilassante su di me così resto a fissare il loro susseguirsi pensando a quella che sarebbe dovuto essere la mia estate.
La stanchezza si fa sentire sempre di più, quando la rabbia inizia a cessare, è lei che prende il sopravvento, ma devo cercare di rimanere sveglia il più possibile, ormai siamo quasi arrivati.

Quando il taxista mi lascia davanti casa, pago il prezzo per la corsa indicato nel tassometro e prima di andarsene mi dice: "Se l'ha fatta soffrire, non vale la pena piangere."
Lo ringrazio e le nostre strane si separano.
Eccomi tornata qui, nella mia Milano, nella città in cui sono nata e cresciuta.
Eccomi tornata di ritorno dal viaggio che credevo avrebbe fatto di quest'estate la mia estate più bella. E invece sono qui, in una casa vuota e buia che esprime pienamente come mi senta dentro. Vuota e sola.

Amore Wi-fi {FEDERICO ROSSI}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora