Prologo

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Ho pubblicato "Message", la mia seconda storia qui sul profilo

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Ashton sospira contrariato tirando fuori dall'armadietto, ormai rovinato, i propri libri maltenuti.
Chissà quanti anni sono che non danno una mano di vernice in questa scuola o anche una semplice ripulita un po' più approfondita.

Le pareti sono oscene, in origine dovevano esser bianche, o almeno presumo.. attualmente sono tendenti al marrone - giallognolo ricoperte di macchie, scritte e scarabocchi informi di ogni genere.
Nonostante la preside continui a ribadire che gli autori saranno sospesi, non si è mai vista una sanzione per nessuno di loro.

I discorsi si confondono nel caotico ed affollato corridoio, colmo di allievi ed insegnanti. In sottofondo la voce della professoressa di Chimica, nonché vice preside, cattura la mia attenzione mentre si rivolge ad una collega decisamente più giovane, sostando fuori dalla presidenza.

"Sì, abbiamo spostato Clifford nella C. Sono tutti e quattro in classi separate quest'anno, speriamo di aver meno problemi e di non dover arrivare all'espulsione."

Sbianco voltandomi perplesso verso il mio migliore amico che alza un sopracciglio in risposta, non capendo il perché di tale stupore.

"Oddio, Ash, hanno messo Michael nella nostra classe. Merda, merda."

Sbuffo passandomi nervosamente le lunghe dita fra i capelli biondi, così da sistemare il ciuffo che ricade sul mio viso pallido coprendolo in parte.

"Calmati, Luke."

Scoppia a ridere proseguendo a passo lento e trascinato verso la nostra aula, una stanza di piccole dimensioni posta in fondo al corridoio del pian terreno. L'edificio è suddiviso in tre piani, quattro se si considera la palestra. Al piano terra ci sono le prime due sezioni delle terze ed il biennio, al primo le restanti terze e la quarta. Per ultimo abbiamo il piano dedicato alle quinte, il più gettonato dalle ragazzine che non aspettano altro che sgattaiolare ai piani superiori durante gli intervalli, in cerca di attenzioni che non ottengono quasi mai.

"Calmarmi? Hai idea di cosa significa? Non ho nemmeno passato la piastra stamattina!"

Si ferma sulla soglia ruotando gli occhi divertito, con tanto di lieve sospiro. Posa le grandi mani sulle mie spalle strette, guardandomi fisso ma con un cenno di ironia.

"Respira."

Ridacchio annuendo leggermente teso ed inspiro profondamente dalle narici, chiudendomi poi alle spalle la porta dell'aula ancora semi vuota una volta varcata la soglia. Occupiamo i nostri soliti posti accanto alla finestra, commentando l'esito finale degli scrutigni dello scorso anno. Moltissimi di noi son stati rimandati a settembre e hanno dovuto sostenere un esame per poter passare in terza, qualche d'uno è stato direttamente trattenuto in seconda.

"Buongiorno ragazzi"

Spingo indietro la sedia con il tallone, così da farmi quel tanto di spazio che basta mentre mi alzo per l'arrivo della professoressa di Inglese, la stessa degli scorsi anni.

"Buongiorno"

Torniamo a sedere non appena la giovane donna con un cenno della mano ce ne dà il permesso. L'insegnante si sistema composta alla cattedra ponendovi il registro ed il fedele portapenne rosso, così ne approfitto nel contempo per recuperare dallo zaino astuccio e diario per poter segnare l'orario provvisorio e il materiale necessario.

"Matematica sarà alla terza ora del Giovedì"

Il suo tono monotono interrompe il calmo silenzio che vige nella stanza da cinque minuti buoni, segno inconfondibile dell'intontimento generale di noi studenti ancora assonnati per via del brusco risveglio del primo giorno scolastico. Mi concentro ad ogni modo sull'appuntare l'orario che ci spetterà almeno per qualche settimana, il rumore secco della porta che si apre improvvisamente mi fa però sussultare di poco e spostare istintivamente lo sguardo verso di essa, incuriosito.

La figura totalmente vestita di nero raggiunge il primo banco libero che incontra, posando svogliatamente lo zaino sul banco e abbandonandosi contro lo schienale a gambe divaricate.
Mi accorgo subito che ha tinto i capelli di rosso, un rosso fuoco che crea un contrasto perfetto con la pelle bianchissima e gli occhi chiari, quasi trasparenti. Prima delle vacanze estive i suoi capelli erano tinti di un brillante verde chiaro e credevo fermamente che nulla potesse stargli meglio di quel colore.
Devo decisamente ricredermi.

Gli skinny neri aderiscono alla sua pelle senza alcun distacco, mostrando ogni dettaglio del suo corpo magro ma muscoloso. In contrasto invece la t-shirt è portata larga, scivola morbida sul petto e l'addome lasciando spiegazzato lo smile giallo su fondo nero posto al centro.

"Luke"

Mi richiama la voce acuta di Ashton, mi volto verso di lui emettendo un debole "Mh" in risposta.

"Siamo arrivati già alla quarta ora del Venerdì"

Mi fa notare indicando le materie segnate sul diario nel calendario dedicato al provvisorio, mi affretto quindi a ricopiarle nelle apposite caselle dopo aver annuito grato al più grande, tenendo ferma la pagina con l'indice.

Sapere di aver Michael a soli due banchi di distanza mi mette a disagio e mi ci vuole circa una ventina di minuti per cominciare a rilassarmi, comportandomi come se lui non fosse qui.

Mi segno su un foglio a buchi ciò che la prof ci riferisce per quanto riguarda i crediti, così da non rischiare di scordare qualcosa con l'avanzare dei mesi. Infine ripongo il foglio nel quadernone ad anelli per poterlo avere sempre dietro.

"Clifford, il cellulare."

Lo riprende l'insegnante rivolgendogli uno sguardo seccato.
Il ragazzo dai capelli rossi ignora completamente il richiamo come se non gli fosse mai stato fatto, continuando a messaggiare in tutta tranquillità. La professoressa si rassegna scuotendo appena la testa in un sospiro trattenuto, recuperando il gessetto dalla scatola nel cassettone della cattedra e cominciando a segnare alla lavagna i nomi dei nuovi insegnanti di quest'anno.

Dark Hurricane || Muke   Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora