Chapter 11

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A casa di Harry, fra chi ha fumato e chi ha bevuto, l'aria si fa pesante mescolando i vari odori ed animando il pomeriggio rendendo la noiosissima partita di football un divertente passatempo commentato in svariati modi dai tifosi di ambe due le squadre.

Sorseggio la terza bottiglia di birra appoggiando i piedi sul tavolino in legno, verniciato di un opaco azzurro dalla tonalità freddissima tendente quasi ad un pallido grigio. Michael esulta al terzo goal della sua squadra che si porta così in vantaggio di un punto, Klaus e Will sbuffando dalla controparte esternando la loro frustrazione con numerose imprecazioni.

"Stasera discoteca?"

Lancia la proposta il ragazzo dai capelli ricci, guardando uno per uno tutti i presenti in attesa di pareri che per lo più sono concordi.

"Andata"

Annuisco alzando le spalle non molto ampie mentre Calum dall'altro capo del divano mi guarda con uno strano sorrisetto ad adornargli il volto, ottenendo di rimando soltanto un'espressione confusa più che plausibile.

Quel ragazzo è strano, soprattutto nei miei confronti.

Distolgo lo sguardo dal neozelandese per guardare oltre di lui, ammirando quell'unico soggetto in grado di farmi tremare le gambe, l'unico in grado di sballarmi più di tutta la merda che sto assimilando in questo periodo dedicandomi anche solo un semplice sguardo.

Le labbra carnose buttano fuori in un lento soffio il fumo aspirato alcuni secondi prima, socchiude gli occhi inclinando all'indietro la testa lasciando che l'ennesima dose di marijuana prenda il controllo sulla sua mente portandola chissà dove.

Riapre gli occhi guardandosi distrattamente attorno con un'espressione molto più rilassata, quasi come fosse rinato in quei brevi istanti di straniamento. Il suo sguardo incrocia il mio cogliendomi di sorpresa ad osservarlo ed in risposta ridacchia fuori di sé mentre mi fa cenno con il capo alla cucina non particolarmente spaziosa che si affaccia sul salotto in contrasto piuttosto ampio ed affollato.

"Sto morendo di fame, andiamo a prendere qualcosa?"

Guardo il padrone di casa ottenendo con un lieve annuire il consenso per prendere dalla cucina tutto ciò che desideriamo, pertanto mi alzo dal comodo divano sistemando gli skinny jeans che tendono a scendere ogni volta che mi siedo o semplicemente mi piego, costringendomi a prestarci più attenzione del dovuto per non mostrare più del dovuto.

Il ragazzo tinto mi segue verso la cucina lasciandomi sfilare avanti a lui indicandogli la strada e, soprattutto, lasciandogli godere delle mie generose forme percependo fin troppo chiaramente il suo sguardo studiarne i volumi qualche passo più indietro.

"I dolci sono in quell'anta, io intanto prendo il salato"

Mi informa richiudendo quasi silenziosamente la porta alle nostre spalle ed indicandomi con l'indice il pensile di chiaro legno posizionato di fronte a me. Le mie all star nere si alternano calpestando le piastrelle color caramello splendidamente rese lucide da una probabile passata di cera, spalanco l'anta ritrovandomi davanti una vasta scelta di dolciumi uno più invitante dell'altro.

"Vuoi una mano?"

La vicina voce di Michael sussurrata roca al mio orecchio mi causa un brivido che si diffonde a tutto il corpo in una forte scossa sottocutanea, portandomi a deglutire sonoramente alla situazione intima ed in particolar modo alla per nulla casuale pressione del suo corpo contro il mio. Trattenuto ad ostaggio fra il bancone ed il tinto stesso, intrappolo istintivamenteil mio labbro inferiore pressandolo fra i denti bianchissimi alla piacevole sensazione.

Dark Hurricane || Muke   Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora