S.A
Buongiorno a tutti!
Mi scuso per la lunga attesa, come tutti ben saprete questo periodo scolastico è pieno di ultime verifiche ed interrogazioni quindi ho avuto pochissimo tempo per scrivere. Scusatemi ❤
Spero che il capitolo ne valga la pena, esigo tanti commenti, forza!
A presto, xxCome potrebbe parere ovvio, le cose seguono come dettato dalla prima opzione:
Tutto prosegue come nulla fosse accaduto.
Il resto del gruppo, sfamatosi abbondantemente in qualche fast food di basso costo, torna da noi giusto in tempo per informarci che il nostro giro è terminato e che pertanto dobbiamo abbandonare la pista, ora più gremita rispetto all'ora di punta durante cui eravamo gli unici clienti presenti.
Noi, dal canto nostro, ci limitiamo ad obbedire taciturni raggiungendo il capo opposto dell'ampio spazio così da poter varcare il cancelletto, in chiaro legno visibilmente poco trattato.
Ci ricongiungiamo finalmente ad una superficie stabile una volta abbandonata definitivamente la pista, ed io non posso fare a meno di prendermi alcuni istanti di solitudine per goderne con tanto di occhi socchiusi.
Fortunatamente fra me e Michael non viene a crearsi alcun tipo di imbarazzo, anzi, chiacchieriamo come due normalissimi amici raggiungendo allegramente la panca, dove finalmente possiamo liberare i nostri piedi, feriti dai torturevoli scarponcini.
Quelli di entrambi sono segnati da vesciche, dovute all'attrito creatosi fra i pattini e la pelle stessa, colpa dei calzini poco spessi che non hanno saputo attutire questo spiacevole inconveniente.
Indossare le strette e rigide converse non è impresa facile per nessuno dei due, tanto che alcuni piccoli lamenti sfuggono ad entrambi quando la calzatura aderente incontra la zona ferita.
"Merda"
Impreca dopo soli pochi passi, durante cui l'inevitabile movimento delle converse infierisce sulla pelle sensibile e logorata specie in alcuni punti dove addirittura le vesciche si sono già aperte, disperdendo il loro liquido.
Il mio sguardo comprensivo accompagnato da una smorfia non basta certo ad alleviare il dolore di nessuno dei due, ma aiuta ad affrontare la cosa con la nostra tipica ironica, scherzandoci su mentre raggiungiamo il gruppetto fermo nello spiazzo.
Il nostro arrivo interrompe i discorsi vivaci degli altri ragazzi, che si voltano nella nostra direzione puntualizzando sui dieci minuti di attesa a cui li abbiamo sottoposti.
Il più stizzito risulta essere Calum, il quale appare realmente infastidito dal tempo che io e Michael abbiamo impiegato per raggiungerli, o meglio, dal tempo che abbiamo trascorso da soli all'interno della pista.
Lo sguardo che riserva al tinto è fulmineo seppur fugace, rivolgendo lo sguardo al sole splendente che riscalda afoso la giornata.
"Che ne dite di andare in spiaggia?"
STAI LEGGENDO
Dark Hurricane || Muke
FanfictionMelbourne, Australia. In un comune liceo nel centro città dove il timido ed introverso sedicenne Luke non potrebbe avere un rendimento migliore. Un ragazzo per bene, che si impegna nello studio portando sempre a casa ottimi risultati. Così educato...