Chapter 34

534 66 29
                                    

Ciao a tutti!

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Ciao a tutti!

Come state?

Vi presento il capitolo numero 34! Olee

Voglio ringraziare di cuore tutti coloro che stanno seguendo questa storia, davvero grazie.

Ora, bando alle ciance(?), regalatemi TANTISSIMI commenti per questo capitolo! Ci conto!

A presto xx


























Due settimane possono avere diversa durata a seconda della percezione di ogni individuo, e questo è sicuramente dato da come viene impiegato questo tempo sostanzialmente breve.

Trascorrere una quindicina di giorni chiuso nella propria caotica camera da letto, in totale solitudine e nello sconforto non rende affatto scorrevoli le ore, figuriamoci i giorni.

A differenza di prima, quando la mia stanza era maniacalmente mantenuta in un costante ordine ed ogni cosa era facilmente reperibile al proprio posto, ora invece i vestiti sono buttati a caso un po' qua e un po' la, occupando sia la scrivania che la sedia. I vestiti sono solo uno dei tanti dettagli che nel complesso rende la mia camera un completo disastro, tutto è lasciato al caso.

Ho ricevuto diverse telefonate e numerosi messaggi da parte del gruppo, ma non ho mai risposto a nessuno di loro non sapendo come giustificare il mio comportamento, la mia lontananza.

Tutti loro, chi più chi meno, si sono premurati e preoccupati di cercare chiarimenti o anche solo di sapere come stessi, ma l'unica persona che davvero avrebbe dovuto farlo, è svanita nel più totale e menefreghista dei silenzi.

Un silenzio che ferisce.

Ancora una volta, l'ennesima ormai, Michael ha dimostrato quanto lui sia superficiale e irrispettoso nei riguardi del nostro rapporto e in tutto ciò che gli gravita attorno.

Nessun valore alle parole dette, alle risate nei mille scenari differenti, i baci carichi d'alcol e i baci carichi di passione.

Uno sbuffo riempie la stanza mentre osservo il soffitto bianco stretto nel mio felpone color tortora, disteso a pancia su sul letto rimasto sfatto.

Mamma ancora non è rientrata da lavoro e non lo farà per le due ore a venire, dandomi un po' di tregua dalle sue insistenti domande a riguardo del mio comportamento distante ed assente, riguardo alla mia reclusione in camera dove ormai trascorro non più ore, ma giorni.

Il silenzio quieto dell'abitazione viene violentemente ridotto in frantumi dal campanello di casa, facendomi sobbalzare per lo spavento preso che mi porta a chiudere un istante gli occhi per rasserenarmi.

Contro voglia mi alzo dal mio comodo rifugio, quel letto caldo e scombinato dove mi sono rintanato per giorni.

Trascino i piedi a terra, un fastidioso rumore prodotto dalla suola delle ciabatte che sfrega a contatto con il pavimento, suono che a me non riesce nemmeno a suscitare astio accompagnandomi solamente al piano inferiore.

Dark Hurricane || Muke   Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora