Esco di casa rapidamente all'arrivo del taxi, salendo goffamente a bordo rivolgendo un cordiale saluto all'autista prima di comunicargli la nostra meta.
Mi sistemo i capelli per l'ennesima volta nell'arco di dieci minuti mentre allaccio la cintura di sicurezza, visibilmente teso e pensieroso verso ciò che mi attende.Non ho idea di cosa aspettarmi da questa festa, di cosa aspettarmi da Michael.
E forse, nemmeno di cosa aspettarmi da me.Per colpa di questa stupida festa ho dovuto perfino mentire a mia mamma dicendole che mi trovo da Ashton il quale, per giunta, non sa assolutamente nulla di tutto ciò. Mi sembra già di sentire la sua voce aquilina che mi ripete nuovamente che sto sbagliando e che sono un emerito coglione.
Non avrei dovuto assecondare Michael, dovevo rimanere della mia idea e allontanarmi definitivamente.
La verità è che mi piace a tal punto che per lui sarei disposto a fare qualsiasi cosa.
Sospiro stringendomi nelle spalle e facendomi più piccolo contro al sedile in pelle profumata, desiderando solo di sparirvi all'interno fuggendo così da tutto questo.
Sistemo al meglio la camicia nera premurandomi di non stropicciarla ancor prima di arrivare e spalanco gli occhi scorgendo in lontananza un'immensa villa con giardino e cancellate verniciate di color oro. L'edificio è davvero imponente, lussuoso, dalle ampie vetrate si riescono già a vedere le luci colorate che si alternano vivacemente, incuriosendomi.
"Siamo arrivati"
Accosta a pochi passi dall' ingresso principale della grossa cancellata, mi sporgo quindi pagandogli il tratto di strada e scendo richiudendo lentamente la portiera, ancora troppo concentrato ad ammirare la bellezza della struttura di fronte a me.
Ancora una volta, non mi sento all'altezza.
Attraverso il sentiero principale che collega l'ingresso alla porta principale della villa Clifford, mantenendo lo sguardo sulle mie all star nere che si alternano piuttosto velocemente calpestando la fine ghiaia.
Prendo un bel respiro fermandomi sulla soglia e mi guardo attorno sbalordito dall'innumerevole affluenza di gente che popola l'enorme spazio a disposizione, comprese le rampe delle scale che portano ai piani superiori.
Cerco con lo sguardo Michael, forse sperando di trovarlo in fretta o forse sperando di non esser notato per potermela svignare senza far brutte figure.Che ci faccio io qui? Questo posto non fa per me.
"Luke"
La sua voce roca mi richiama allegra, sorrido lievemente ed entro sfilandomi la giacca,anch'essa nera.
"Ciao. Bella festa"
Mi complimento banalmente, non sapendo in realtà cos'altro potrei dire per complimentarmi. Annuisce consapevole e compiaciuto facendomi cenno di seguirlo al lato dell'immenso salone, dove sono disposti numerosi divanetti rivestiti con una meravigliosa pelle color bordeaux, fra cui due di questi occupati dal suo gruppetto.
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Dark Hurricane || Muke
FanfictionMelbourne, Australia. In un comune liceo nel centro città dove il timido ed introverso sedicenne Luke non potrebbe avere un rendimento migliore. Un ragazzo per bene, che si impegna nello studio portando sempre a casa ottimi risultati. Così educato...