Il sole si alza splendente nel cielo sgombro, raggiungendo la massima altezza e avvisandoci che l'ora di pranzo si sta avvicinando.
Raggiungo gli altri passando distrattamente le dita fra i capelli spettinati e ancora umidi, attirando verso di me, di noi, gli sguardi di tutti i presenti.
Ci squadrano sospettosi, cominciando a captare quello che succede fra me e il capo gruppo ma non esprimendo commenti di alcun tipo.
I loro sguardi parlano da soli.
Calum rivolge una fulminante occhiata al rosso che si siede accanto a me non curante, ancora troppo sballato per accorgersi del fastidio dell'amico.
Riacquisendo lucidità il pensiero di ciò che è successo mi imbarazza e al tempo stesso in un certo qual modo mi gratifica, facendomi sentire fiero di me.
"Ti va di andare a fare una passeggiata più tardi?"
La voce del neozelandese si mantiene bassa e silenziosa, per evitare che orecchie indiscrete possano sentire.
Soprattutto quelle di Michael.
Annuisco accennando un lieve sorriso, spostando rapidamente lo sguardo sulla pallida mano che accarezza la mia coscia.
Il rosso ridacchia alla mia reazione e si avvicina divertito al mio collo, baciando il punto sensibile ricordandomi del grosso segno che deve avermi sicuramente procurato con le sue passionali azioni.
Diversi sguardi osservano la scena in silenzio, mi mordo il labbro arrossendo e decido che distaccarmi è la cosa migliore.
Michael non voleva che gli altri sapessero ciò che facciamo.
"Andiamo dai"
Mi alzo sistemando i boxer ormai fortunatamente asciutti e mi chino per recuperare i miei indumenti, li scrollo scrupolosamente dalla calda sabbia facendola ricadere ai miei piedi.
Indosso prima gli skinny neri e solo dopo aver richiuso la zip mi occupo della t-shirt, anch'essa rigorosamente nera.
Accanto a me Calum percorre ogni minima zona del mio esile corpo squadrandomi nemmeno troppo discretamente, facendomi sentire a disagio.
Mi affretto pertanto a dirigermi verso le scalette che conducono alla passeggiata, lasciandomi alle spalle il gruppo che sorseggia birra chiacchierando, non curandosi di noi.
Lascio passare avanti l'ambrato, impedendogli così di avere una visuale in prima fila del mio lato B che non sarebbe di certo sfuggito al suo sguardo pressante.
Salgo pensieroso, non riuscendo a togliermi dalla mente ciò che è accaduto un'ora prima con Michael, in quello spogliatoio deserto e poco illuminato.
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Dark Hurricane || Muke
FanfictionMelbourne, Australia. In un comune liceo nel centro città dove il timido ed introverso sedicenne Luke non potrebbe avere un rendimento migliore. Un ragazzo per bene, che si impegna nello studio portando sempre a casa ottimi risultati. Così educato...