MICHAEL POV'S
Inclino la vitrea bottiglia sorseggiando la corposa birra ad occhi chiusi, seduto scomodamente sul ruvido muretto del cortile e lasciando che i miei anfibi neri oscillino quasi impercettibilmente smuovendo una ridotta porzione d'aria.
Ascolto spezzoni dei discorsi intrattenuti dal mio gruppo di amici che principalmente si scambia indirizzi di feste e commenti sulle insipide cheerleaders dall'aspetto sempre impeccabile e l'atteggiamento snob.
Eppure loro le trovano così sensuali da non riuscirgli a togliere gli occhi di dosso, specialmente durante le loro esibizioni in cui le gonnelline a balzette svolazzano da una parte e dall'altra mostrando più del dovuto.
Seguo con lo sguardo un corpo famigliare e dalle forme generose, mi mordo il labbro inferiore immaginando per un solo istante quel fantastico fondoschiena messo in risalto da una minigonna morbida e facilmente smuovibile con un debole colpo di vento.
L'immagine di Luke con una gonnellina da cheerleader addosso non dovrebbe nemmeno attraversare la mia mente, e invece fa addirittura ben più di questo, provocandomi un inadeguato calore al basso ventre che cerco di attenuare distogliendo lo sguardo dal soggetto in questione.
Quel ragazzino ha un lato B da mozzare il fiato
"Michael, tu vieni?"
Corrugo la fronte guardando Calum con aria confusa, non capendo a cosa si stia riferendo.
"Alla festa di Sabato sera, noi andiamo. Ci sei anche tu?"
Ripete il neozelandese, le cose fra me e lui sono da poco tornate quelle di sempre, decidendo di ignorare entrambi l'accaduto e andare avanti come nulla fosse. Annuisco saltando giù dal muretto, calpestando con il mio peso le foglie secche rimaste ammucchiate a terra ancora dall'autunno passato, a testimonianza della cura quasi nulla che viene riservata a questo edificio.
"Parliamo delle cose davvero importanti invece.. dobbiamo passare dal capannone. Chi guida?"
Sventolo le chiavi della mia auto di fronte ai miei amici, Will si fa avanti prendendole in mano con decisione prima di superarci dirigendosi al parcheggio sul retro della scuola.
Prendo la sigaretta di mano ad Harry rubandogli un paio di tiri, troppo pigro per accendermene una tutta per me, il riccio sospira digitando qualcosa sul cellulare e catturando l'attenzione di noi altri.
"Luke ha detto che probabilmente Sabato non verrà, non capisco perché non voglia più uscire con noi"
Faccio spallucce non curante e leggermente infastidito dal peso che gli altri stanno dando a quel moccioso, come se la sua presenza o meno cambiasse qualcosa.
Anzi, qualcosa cambia. Niente minorenni a cui fare da mammina durante la serata, e il che significa divertirsi di più.
"Sarà tornato alla sua noiosa vita da sfigato"
Commento io con superiorità raggiungendo l'auto, salgo accanto al posto di guida dove Will si è comodamente posizionato e passo le dita fra i capelli rivolgendo uno sguardo divertito ad Harry per la sua assurda affermazione.
"Parli così solo perché ti infastidisce che lui non ti rivolga più la parola. Eravate amici, ci sta essere infastiditi per un comportamento così freddo"
Scuoto la testa negando divertito mentre anche gli altri ragazzi salgono a bordo, permettendoci finalmente di partire allontanandoci dallo spiazzo attorno alla scuola.
"Non è assolutamente così. Se lui non vuole più parlarmi è un problema suo, non mio"
Harry si ostina a ribattere, portando avanti una tesi tutta sua che non è altro che una stupida fantasia.
"Invece io sono convinto che se lui tornasse a te cambierebbe. Per tutto il periodo in cui è stato con noi per te esisteva solo Luke all'interno del gruppo"
Alzo le spalle scivolando in avanti con il bacino, sistemandomi più comodo sul morbido sedile in pelle rigorosamente nera.
"Beh sì, ovvio. Lui era il mio giocattolo"
Il ragazzo dai folti capelli ricci lascia finalmente perdere un discorso che non lo riguarda, mettendo da parte le sue stupide tesi che come tema centrale hanno sempre e comunque Luke.
Anche ora che non c'è riesce ad esasperarmi.
"Per di la"
Indico a Will la strada più rapida e discreta per raggiungere il nostro covo segreto, annuisce svoltando a destra proseguendo per alcuni chilometri per un desolato rettilineo dal terreno piuttosto frastagliato.
Posteggia la macchina sul retro del grosso edificio abbandonato e trasandato, scendo sistemandomi gli skinny dalla vita rivolgendo uno sguardo impaziente verso gli altri ragazzi che si affrettano ad abbandonare la vettura per seguirmi alla porta principale, di cui sono l'unico ad avere le chiavi.
E' stata una fortuna venirne a conoscenza e poterlo rendere un utile e discreto ripostiglio per le nostre fonti di guadagno e divertimento.
I miei occhi si illuminano alla vista dei grossi scatoloni contenenti le buste di cocaina, mi avvicino a passo svelto affondando le mani fra le buste prendendone il più possibile.
"Questa la portiamo alla festa, troveremo sicuramente qualcuno a cui venderla"
Affermo riempiendo lo spazioso zaino nero che utilizziamo per trasportare dal magazzino alla città le ridotte quantità, gli altri concordano occupandosi invece delle loro esigenze, infilando nelle tasche dei propri giubotti la sostanza che più li aggrada.
LUKE POV'S
Mi siedo accanto ad Ashton sul bianchissimo divano di casa sua, o meglio, dei suoi genitori, posando sul tavolino in legno tutto il cibo e le bevande che ho trovato nella sua dispensa.
"Senti Ash stavo pensando, Sabato sera c'è una festa.. potremmo..."
Il brizzolato mi interrompe subito rivolgendomi uno sguardo sospettoso.
"Ci va Michael, vero?"
E' proprio il mio migliore amico.
"Beh sì anche... ma non è affatto per questo. Pensavo solo che potremmo andarci, così, per divertirci"
Sospira scuotendo la testa, non sapendo più cosa fare con me.
"Luke, non mi va, non mi piacciono quei ragazzi e lo sai bene. Finiresti soltanto per fare delle cazzate e ne hai fatte già troppe"
Piagnucolo sfoderando l'arma vincente degli occhi dolci, implorandolo di acconsentire.
"Ti prego Ash"
Il mio tono è supplice sotto il suo sguardo esasperato dalla mia insistenza pressante, alza nuovamente gli occhi al cielo appoggiando la testa allo schienale del divano con un lieve annuire del capo.
"E va bene, ci andremo. Ma devi promettermi che non ci saranno casini di nessun tipo"
Mi rivolge uno sguardo serio, annuisco più volte cercando di infondergli maggiore fiducia.
"Nessun casino Ash, non dovrai preoccuparti di nulla"
SPAZIO AUTRICE:
Ehi ciao! Come state? Spero bene❤
Eeee... commentate commentate commentate, sono curiosa di sapere cosa pensate mentre leggete u.u
Aggiornerò presto xx
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Dark Hurricane || Muke
FanfictionMelbourne, Australia. In un comune liceo nel centro città dove il timido ed introverso sedicenne Luke non potrebbe avere un rendimento migliore. Un ragazzo per bene, che si impegna nello studio portando sempre a casa ottimi risultati. Così educato...