Capitolo 5 - L'esame, l'alce e il nonno.

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Con il passare dei giorni, Loto si abituò alla sua nuova vita. Quando vedeva l'agave di fronte casa arricciare le foglie e brillare di colori scintillanti, capiva che ciò che le era capitato era un grande dono, da custodire e proteggere. 

L'estate si avvicinava e con lei anche la fine della scuola. Finalmente avrebbe cominciato una vita nuova, diversa e sorprendente; era come se nella sua pancia si agitassero mille farfalle, riempiendola di gratitudine e leggerezza. Non aveva mai provato niente di simile nella sua vita...

Quando non era a scuola, stava rintanata in casa a studiare tutte le materie degli esami finali, scriveva le tesine per gli esami davanti ai professori, si esercitava in matematica, materia per la quale era abbastanza negata e scriveva temi, su argomenti consigliati dal nonno.

Le veniva difficile concentrarsi con quel nuovo mondo a portata di mano e sua madre aveva deciso di farla studiare in cucina. Quella stanza era il fulcro della casa, dove lei amava passare il tempo per creare le sue pozioni ed incantesimi e infatti Beth era ricorsa a uno stratagemma magico per aiutarla, preparando un'essenza di Polline delle api dei libri, essiccato al chiaro di Luna calante, per permettere a Loto di avere un buon rendimento.

Anche se la sera era esausta e non tardava a prendere sonno, alcune volte Beth la portava in giardino verso mezzanotte, per esercitare la Oxo e fare in modo che Loto prendesse energie e distensione dalla terra. Con questo metodo magico, il giorno dell'ultimo esame arrivò velocemente e senza alcuna agitazione.

Loto entrò in classe con altre ragazze che insieme a lei erano arrivate in anticipo, andò a sedersi vicino alla finestra, uno dei posti migliori e ambito da tutti per poter ricevere ogni tanto un soffio di vento in quell'estate calda e afosa.

Fuori dalla finestra, sul giardino di fronte alla scuola, c'erano i bambini delle elementari, giocavano in mezzo agli alberi e lei, sbuffando di invidia immaginò di stendersi nel prato di casa, mentre il sole la scaldava e la terra la rinfrescava.

"Bene, ragazzi" cominciò il professor Borto facendola sobbalzare sulla sedia. "Oggi c'è l'ultima prova e dopo sarete liberi di scorrazzare per la città."

Si levò un mormorio di giubilo collettivo nella classe.

"Un ultimo sforzo, su..." pensò fra sé Loto.

Cercò con lo sguardo Seth, ma come al solito il suo amico fissava il professore senza perdersi una sillaba di ciò che diceva.

"Ora vi consegnerò le tracce dei temi. Avete tre ore di tempo, in cui dovrete decidere un tema da sviluppare. Quando riterrete di averlo completato dovrete consegnarlo a me." Il professore passò fra i banchi distribuendo i fogli agli studenti.

"Buona fortuna." disse, tornando alla cattedra. "L'esame comincia ora."

Da quel momento regnò il silenzio, ognuno guardava soltanto i fogli che aveva davanti. Ogni tanto qualcuno alzava la testa, guardava fuori per cercare l'ispirazione e tornava a scribacchiare.

La pianta sopra alla scrivania del professore si girava a guardare gli alunni e Loto la esaminò incuriosita. Si chiese com'era possibile che nessuno nella stanza potesse vederla in tutto il suo splendore... Era raggiante, come se le foglie fossero cosparse di piccoli diamanti.

"Signorina Papetti, si concentri sul suo foglio per cortesia" disse il professore cogliendola in flagrante e facendola diventare paonazza.

Dopo due ore l'aria divenne pesante; l'agitazione era palpabile, qualcuno si dimenava facendo scricchiolare la sedia, altri sbuffavano in segno di resa mentre il foglio di Loto si riempiva di inchiostro blu. Un mare di parole che andavano a fissarsi sul foglio bianco, per sempre. Volse lo sguardo fuori dalla finestra per far riposare gli occhi, un attimo prima dello sprint finale e all'improvviso scattò in piedi allarmata.

Anthea #WATTYS2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora