Scesero le scale che portavano alla biblioteca dell'Abbazia; Loto era eccitata ma sapeva che non poteva condividere i suoi pensieri con Peacock perché le avrebbe sicuramente detto di darsi una calmata.
Si guardò attorno curiosa e, mentre scendevano, si accorse che le porte avevano ognuna un colore diverso che la sera prima non aveva notato: rosa, blu, verde... Le scale invece erano di legno e scricchiolavano sotto il loro peso.
«Ciao!» disse una voce squillante alle loro spalle.
Peacock salutò meccanicamente alzando la mano e continuò la discesa, mentre Loto voltandosi a guardare, riconobbe la ragazza con i capelli arcobaleno che aveva già visto. Era una ragazza della sua età con un viso solare e infantile. Portava i suoi capelli arcobaleno in due codini ai lati della testa e una stellina iridescente sotto l'occhio. Aveva iridi verde smeraldo, simili a quelli di Peacock, tranne per alcune sfumature gialle che rendevano lo sguardo più luminoso. Era molto magra e docile e anche lei indossava abiti normali.
«Sei nuova, vero?» chiese, con un sorriso luminoso stampato in faccia. «Si nota moltissimo dal tuo sguardo stupito, farai bene a chiudere un po' gli occhi, altrimenti tra un po' ti schizzeranno fuori dalle orbite».
«Hai ragione...» disse Loto facendo un respiro. La sua vicinanza la fece sentire subito meglio.
«Sto scherzando... Comunque io sono Iridis» disse facendo scattare una mano verso di lei. «E tu?»
«Loto» rispose, stringendogliela a sua volta.
«Piacere mio» La sua voce era allegra e fresca come una cascata di montagna. «Stai andando a lezione?»
«Si, la mia prima lezione».
«Aspettami un secondo...»
Iridis entrò in camera per uscire un secondo dopo con una borsa che mise a tracolla e poi le due ragazze ripresero a scendere le scale fianco a fianco.
«Allora? Sei agitata?»
«Abbastanza, anche tu sei nuova?» chiese, nella speranza di aver trovato una spalla su cui appoggiarsi.
«No, non proprio» rispose Iridis vaga. «Frequento le lezioni per poter scampare da altre faccende...» disse a bassa voce per non farsi sentire da Peacock che si trovava pochi scalini sotto di loro.
«Guarda che ti ho sentito...» rispose seccata Peacock.
«Lo so, l'ho fatto apposta».
«Mi piacciono i tuoi capelli, sono diversi» disse Loto.
«Oh, grazie! Molto gentile!»
«Sono.... naturali?» domandò ripensando alla pozione Mirtilliam della zia. Quanto tempo era passato da quando per errore l'aveva bevuta? Sembrava passato un secolo e quante cose erano cambiate da allora...
«Diciamo di sì. Puoi decidere di farli come vuoi. Ti farò vedere come si fa, ad Anthea ci sono frutti e bacche che miscelati insieme danno un colore perenne ai capelli. Io li ho avuti rossi, gialli, verdi, blu e viola prima di capire che mi piacevano tutti».
«Tutte cose molto utili...» la schernì Peacock.
Iridis le fece la linguaccia ma poi scoppiò a ridere e Loto la seguì a ruota, era impossibile resisterle.
«Da dove vieni?» chiese l'amica curiosa, quando arrivarono nella sala principale dell'Abbazia.
«Da Rockwood, una piccola città a due giorni di cammino da qui».
«Sei umana!» esclamò, strabuzzando gli occhi. «Figo, non avevo mai conosciuto una umana prima d'ora».
«Senti Iri, la accompagni tu a lezione?» chiese Peacock annoiata.
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Anthea #WATTYS2017
Fantasy• Vincitrice #WATTYS2017 • Categoria Nuovi Arrivati • Loto è un'adolescente come molte altre alle prese con problemi tipici della sua età. Nata e cresciuta a Durrington, una piccola città nello Stato di Washington circondata da boschi, Loto un giorn...