Capitolo 10 - La "famosa" zia Flora

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Era da poco passata la mezzanotte, il silenzio aveva invaso la veranda, interrotto solo dal frinire dei grilli.

Il nonno arrivò qualche minuto dopo con una signora a braccetto. Era alta e magra, quasi come il nonno e doveva avere all'incirca la sua stessa età. Sul naso portava un paio di occhiali a mezza luna, gli occhi erano blu elettrico come i capelli, raccolti in uno chignon. Portava una coperta sulle spalle curve e vesti semplici del colore del cielo d'estate.

«E' lei?» chiese al nonno, indicando Loto.

«E' proprio lei» rispose raggiante.

Flora volle sedersi fra la mamma e il nonno, contemplando la ragazza a lungo e in silenzio. Nessuno dei presenti aveva il coraggio di parlare, come se stessero tutti aspettando un verdetto. Loto rimase a fissare quella strana creatura con le orecchie leggermente a punta.

Possibile che avesse vissuto quattordici anni con una persona senza mai vederla una volta?

«Poteva andare peggio...» disse infine.

John soffocò una risata con un colpo di tosse mentre Loto diventava rossa come un peperone.

«Perdona i suoi modi» aggiunse il nonno. «La mia vecchia sorella non è abituata a stare in mezzo alla gente».

A Loto l'informazione giunse nuova, non aveva idea che il nonno avesse una sorella.

«E' un po' bassa, sei nell'età dello sviluppo?»

Loto non rispose.

«Si Flora» aggiunse Beth.

«Come ti ho detto è stato Omnes a comunicarglielo» aggiunse il nonno.

«Omnes?» la donna si volse verso Beth, mentre questa annuiva.

«Allora, cara Loto, devo raccontarti una storia» Flora si schiarì la gola e cominciò: «Molto tempo fa ci fu una guerra, chiamata la Grande Guerra, molti nostri simili furono uccisi, moltissimi animali perirono senza la possibilità di difendersi. Molti minerali furono rubati deturpando le montagne col solo scopo di creare inutili gioielli. Io ho combattuto in quella guerra e non è stato facile vedere amici, familiari e fratelli morire, l'unica cosa che potevamo fare era andare avanti e combattere per il nostro popolo. E fu proprio in quella guerra che morì anche tuo padre. Una guerra che non è finita ma è ancora accesa nei cuori di chi vuole il dominio, di chi vuole distruggere».

Loto rimase impietrita. Beth abbassò il capo, costernata mentre John, al suo fianco si agitò.

Non aveva idea che anche lui facesse parte di quel mondo magico e a dire la verità non sapeva proprio niente di lui. Scorse sua madre commossa, mentre le lacrime le rigavano il viso, aprendo una ferita non ancora guarita.

«Non avrei mai immaginato che dalla loro unione potesse nascere una ninfa, ma se Omnes ha comunicato con te, non può essersi sbagliato. Non lui. Tu sei una ninfa come me» proseguì la zia. «E come tuo padre, ti dovrai preparare a una guerra».

«Io?» chiese Loto nel panico. Aveva appena saputo che era una ninfa, come si sarebbe preparata a diventare una guerriera?

«Dovrai essere addestrata a combattere e a comunicare con ciò che ci circonda. Immagino Omnes ti abbia detto che devi andare in un certo posto, vero?» chiese curiosa.

«Anthea» disse, annuendo. «ma come fai a saperlo?»

«Perché è così che una ninfa scopre di essere tale» rispose la zia. «O perlomeno, così lo scoprivano ai miei tempi. Adesso le cose sono cambiate. È tutto più difficile».

Anthea #WATTYS2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora