Capitolo 2 - Capelli blu

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Loto si svegliò di soprassalto nella sua camera da letto, sentiva la stanchezza gravarle addosso come se avesse dormito per anni interi. Con uno sforzo incredibile si mise seduta, si strinse la testa fra le mani cercando di ricordare cos'era successo.

Poi, come un fulmine a ciel sereno, le tornò in mente tutto, le immagini le scorrevano davanti agli occhi come un film mandato a folle velocità, con il cuore in tumulto. All'improvviso sentì di avere le ali ai piedi, scese dal letto e corse in cucina. Beth, il nonno e John erano seduti attorno attorno alla tavola, sembravano stessero aspettando solo lei. Dalle tazze per la colazione uscivano fumi di calore. Loto fece per aprire bocca ma qualcuno la anticipò.

"Faresti bene a vestirti, testona" disse John. 

Loto guardò in basso e scoprì che a coprirle le mutande aveva solo una maglietta sgualcita.  Diventando rossa come un peperone, scappò in camera sua, mentre i tre commensali sghignazzavano alle sue spalle.

Corse in camera e si vestì velocemente con le prime cose che le capitarono sotto mano, pettinò i capelli lunghi e arruffati, e si incamminò di nuovo verso la cucina. Aveva molta fame e lo stomaco le brontolava. Andò al frigo, il silenzio regnava nella stanza: non appena prese ciò che aveva intenzione di mangiare, sedette fra suo nonno e Beth, di fronte a John, in attesa di una spiegazione.

"Mamma, lui stava per uccidermi!" dichiarò Loto, come se nulla fosse.

John sbuffò contrariato, mentre la madre lo guardava con disappunto. "Questo non me lo avevi detto." disse Beth accigliata.

"Loto, piccola mia, è stato tutto un equivoco, ora dobbiamo spiegarti un sacco di cose." Il nonno provò a sviare l'argomento, visto il nervosismo di Beth.

"Ok. Non potete tenermi sulle spine. Di sicuro è successo qualcosa di strano. Come sono arrivata a casa? Non ricordo la strada del ritorno!" sbottò Loto con frustrazione. "Non sopporto di non ricordarmi le cose."

"Da dove comincio?" mormorò il nonno e congiunse le dita sul tavolo.

Beth prese la parola prima che il nonno affermasse, come suo solito, qualcosa privo di tatto; con i ragazzi di quell'età bisognava andarci piano e usare le parole giuste. "Oddio, come posso parlartene senza scioccarti, Loto?" chiese a se stessa, a disagio.

"Io voglio sapere come fa lui a trasformarsi in un serpente! L'ho visto!" Loto puntò l'indice verso il ragazzo.

La madre le parlò con dolcezza. "Sì tesoro, è vero. John si è trasformato in serpente e ha cercato di ucciderti per un motivo che ignoro e che vorrò sapere dopo... ma prima devi sapere come stanno realmente le cose. Nel nostro... mondo, ora che hai quattordici anni, hai raggiunto la maturità di scegliere per te stessa. Scegliere il percorso che vorrai intraprendere."

"Oh, insomma" sbottò il nonno. "Tu sei una strega!"

"Ma nonno!" esclamò Beth mentre Loto sgranava gli occhi e fissava a bocca aperta prima l'uno poi l'altra.

"Non possiamo girarci troppo intorno. Loto, sei una strega ed è arrivato il momento per te di sapere che il mondo non è come lo hai visto finora" proseguì.

"Cosa?" urlò lei. "Forse sto sognando. Ahi!" Il nonno le diede un pizzicotto sul braccio e lei comprese che era tutto reale.

"Non stai sognando, piccola. Tu sei una strega come tua madre. Io invece sono uno stregone e lui un mutaforma." Il nonno li indicò, uno a uno. Aveva sputato quelle definizioni come se avesse letto la lista della spesa.

Loto era senza parole, guardava sua madre, John e il nonno come se li vedesse per la prima volta in vita sua.

"Vedi" cominciò la mamma, "il mondo che percepisci e vivi, non è lo stesso che vediamo noi."

Anthea #WATTYS2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora