Capitolo 19 - Incontro Segreto

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La sera seguente Peacock e Agroste uscirono da Anthea, mentre gli altri continuarono la loro permanenza all'Abbazia. Noctis oltre a trattare Loto con gentilezza, non riusciva a smettere di parlare del suo arco e aveva cercato libri che spiegassero come affinare le tecniche. La ricerca però, era finita con un buco nell'acqua perché non era un argomento di interesse per gli studiosi dell'Abbazia.

Loto sentiva pensieri infiniti che le affollavano la testa, non riusciva a capire chi poteva aver dato loro i Ligar ed era preoccupata per Agroste e Peacock esposti al pericolo perché anche loro, in fin dei conti, non erano pronti a difendersi. L'inquietudine non le permetteva di godersi la tranquillità dell'Abbazia, così decise di congedarsi da Iridis e Noctis per fare una passeggiata da sola.

Appena arrivò vicino al portale, cominciò a cadere una leggera pioggia: un mago le si affiancò, chiedendole di spostarsi perché doveva chiudere il portone.

Le nuvole erano scure e minacciose.

Tornò dentro demoralizzata e decise di proseguire la sua passeggiata all'interno dell'Abbazia. Camminò fra gli scaffali, scorrendo i libri con la punta delle dita, accarezzò i dorsi senza mai soffermarsi su un titolo in particolare. Sorpassava ninfe e maghi che, ignari del pericolo che minacciava la vita del bosco, continuavano la loro lettura indisturbati.

Arrivò nella zona relax, dove un tempo aveva trovato Peacock che leggeva un libro. Vide che non era l'unica anima in pena all'Abbazia e prima di essere vista, fece in tempo a nascondersi e a osservare silenziosa. Una figura bassa e tozza che non era riuscita a riconoscere, si stava avventurando attraverso la porta segreta, nel muro che portava al Lago Lunare.

Attese qualche secondo, infine decise di seguire la sagoma oscura. Arrivò alla porta e si guardò intorno per controllare che non ci fosse nessuno. Senza fare rumore, aprì la porta segreta e si immerse nella notte silenziosa e densa di elettricità.

Una timida luce di lanterna si accese davanti a lei, proiettando ombre scure sugli alberi mossi dal vento; si allontanava veloce e Loto, senza pensarci due volte, seguì l'oscura figura, cercando di fare meno rumore possibile.

Camminava a qualche metro di distanza ma costantemente all'erta, nel timore di essere scoperta. La figura avanzava attraverso il bosco mentre il lago alla loro destra era agitato e nero come piombo liquido, il cielo era coperto da nuvole minacciose e cariche di pioggia.

La figura procedeva a passo spedito e, sorpassando l'ultima fila di alberi dietro cui si era nascosta Loto, arrivò in uno spiazzo libero.

Il cuore le batteva come un tamburo nel petto, cercò di rallentare il respiro, focalizzandosi su ciò che stava succedendo. La figura le dava le spalle e aveva appoggiato la lanterna ai suoi piedi. La luce cominciò a lampeggiare e dopo qualche secondo, un'altra sagoma alta e massiccia, si avvicinò alla prima.

«Eccomi. Volevi parlarmi?» chiese il nuovo arrivato con voce gutturale.

«Non ce la faccio più» disse il primo, preso dallo sconforto. A Loto parve di riconoscere la voce. «Sono mesi, anzi anni che vado avanti con le stesse lagne, ogni giorno».

«Devi eseguire gli ordini».

«Lo so, è solo che...»

«Basta» ringhiò l'altro. «Presto ci saranno dei cambiamenti. Stiamo reclutando nuove leve, ma abbiamo bisogno di tempo per riunire un esercito numeroso. Questa volta Mr. Ego non sarà clemente».

«Lo so» lo interruppe. «Ma qualcuno mi sta spiando, me lo sento».

Loto si immobilizzò. Com'era possibile? Era sicura di essere stata cauta. Fece un passo indietro per tornare verso l'Abbazia prima che fosse troppo tardi, ma un ramo si spezzò sotto i suoi piedi e i due uomini si girarono nella sua direzione.

Anthea #WATTYS2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora