Capitolo 32 - Ti voglio bene!

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In breve tempo la zona centrale dell'Abbazia si affollò di persone, la navata era piena e c'erano perfino persone sedute in cima agli scaffali per poter vedere meglio da lontano.

Anthea vibrava di energia, un brusio di sottofondo annunciava lo stupore generale per quella convocazione straordinaria.

Nefele era in prima fila mentre Peacock, dopo essersi fatta un bagno caldo e cambiata d'abiti, aiutata da Nefele, era tornata al suo posto di fianco alla sorella. Agroste invece trasportò sulle spalle il professor Ibisco, fino al camino principale; aveva mani e piedi legati, lo appoggiò a terra e girandosi gli diede una spinta, questo cadde come un sacco di patate faccia in giù, sbattendo il labbro sul gradino.

«Cosa avete fatto al professore?» chiese qualcuno.

«Liberatelo!»

«Silenzio!» tuonò Sgurfio. Il Maestro salì qualche gradino per trovarsi abbastanza in alto da poter essere visto e sentito da tutti. Si strinse la cintura della vestaglia in vita e prese un grosso respiro.

«Attenzione a tutti per cortesia!»

Tutti gli occhi erano puntati su di lui e l'Abbazia piombò nel silenzio.

«Vi ho fatto riunire perché voglio che siate partecipi dei fatti che sono accaduti e che stanno accadendo nel bosco».

«Chi sei tu?» chiese qualcuno.

«Sono Sgurfio Papetti, discendente di Mister Ector Papetti nonché figlio di Anthea, la leggendaria donna che ha sacrificato la sua vita per salvare la sua famiglia e il suo popolo...» dichiarò, lasciando che il brusio si calmasse. «Una persona dell'Abbazia ha avuto, per tutto questo tempo, contatti con gli Archema e vi ha stregati facendo in modo che voi, nessuno escluso, vi assopiste nella vostra routine».

«Ma cosa stai dicendo, vecchio?»

«Ehi bada a come parli!» esclamò Agroste.

«Il popolo di Anthea non è mai stato un popolo di accademici. Chi di voi ha la fortuna di possedere dei parenti, vada pure a chiederglielo. Siamo sempre stati un popolo combattivo. Su di voi è stata esercitata una magia enorme e antica. Qualcuno di molto potente impone il suo potere».

«Chi è?» chiese qualcuno.

«Dov'è?»

Esplosero urla di protesta e indignazione, finché Sgurfio non alzò le mani per ristabilire il silenzio.

«Lo abbiamo catturato ed è lì!» disse indicando Ibisco che con sguardo impaurito si guardava intorno. «Il nostro beneamato professore, che per tutto questo tempo ha avuto contatti con gli Archema che lavorano per Mr. Ego, il capo della Sect Aconitum».

Il brusio si interruppe. L'Abbazia divenne silenziosa, si potevano sentir distintamente le gocce di pioggia che battevano sulle vetrate.

«La Sect Aconitum esiste ancora?» sussurrò qualcuno nelle prime file.

«Ma come può essere? Avrebbe più di duecento anni» esclamò qualcun altro in mezzo alle persone.

«La Sect Aconitum non ha mai smesso si esistere, e ora sta diventando potente e pericolosa. Mr. Egonum aveva una scorta quasi infinita di siero dell'Albero Sacro che gli ha permesso di vivere per lungo tempo. Ma non è immortale».

Tutti gli sguardi passavano increduli dal Maestro al professore che lo ascoltava, con un sorriso beffardo dipinto in volto.

«Il professor Ibisco per tutto questo tempo vi ha manipolato con un potente incantesimo che permette di controllare le menti e assopirle. La Mensimperius».

Anthea #WATTYS2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora