Capitolo 9 - Sect Aconitum

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Ci mise tutto il pomeriggio a decidere cosa avrebbe indossato quella sera alla festa, ma non le venne in mente nulla di particolare. Non aveva vestiti o gonne corte nel suo armadio, ma solo jeans e magliette comode. Alla fine scelse un paio di jeans neri e una maglietta che aveva indossato per il funerale di una sua vecchia zia, si armò di pazienza e insieme a John, si incamminarono per attraversare tutta la città.

La casa di Sara si trovava alla parte opposta del paese e dovettero seguire le sue indicazioni stampate su un foglio per arrivarci senza tardare troppo.

L'umile dimora come l'aveva chiamata Sara, era una villa a due piani con piscina circondata da un enorme giardino curato alla perfezione, con fiori profumati e siepi tagliate in forme geometriche perfette. Loto si sentì spaesata e anche ansiosa ma cercò di ricordarsi che era lì per uno scopo preciso e si fece coraggio.

Salirono l'ampia gradinata di marmo bianco ed attraversarono un portone di legno antico. Loto camminava a punta di piedi come se fosse capitata li per caso mentre John sembrava perfettamente a suo agio. Musica da discoteca echeggiava nel maestoso ingresso dove dei ragazzi ballavano esagitati occupando la sala principale.

Sara arrivò poco dopo accompagnata da una schiera di amiche con la puzza sotto il naso, prese John a braccetto e, senza preoccuparsi di Loto si avviarono verso il banchetto dei rinfreschi.

"Buonasera a tutti, ragazzi" disse una voce bassa e roca. Loto si guardò attorno mentre il brusio si spegneva e vide che la voce proveniva da un uomo che si trovava a metà delle scale, al centro del salone. 

"Scusate l'interruzione ma vorrei un attimo della vostra attenzione!" tutti gli occhi erano puntati su di lui e dall'espressione compiaciuta sembrava dargli molto piacere. "Per chi non mi conoscesse, sono il padre di Sara e volevo solo augurarvi una serata memorabile. La scuola è finita ed è giusto che anche voi possiate godervi un po' di libertà prima di tornare ai doveri di tutti i giorni" proseguì l'uomo, sorridente. "Non vi preoccupate, i vecchi come me staranno nelle loro camere ma ci tenevo a dirvi che per questa sera la mia casa è la vostra casa quindi divertitevi!" Alzò il bicchiere verso la folla che ricambiò con un applauso generale. Lo stereo venne riacceso e la musica aumentò con un boato fastidioso. Il padre di Sara sembrava una persona severa, nonostante lo sforzo di fare il gentile. Era alto e con un portamento austero. Loto capì da chi doveva aver ereditato Sara il suo carattere antipatico e borioso, e fu mossa solo per un secondo da un sentimento di pietà.

La serata passava lenta, i secondi sembravano ore e l'aria divenne soffocante. Loto cominciò a non poterne più, sentiva il disagio correrle sulla pelle come fosse preda di una febbre.

Era una casa fredda e impersonale, tutto perfettamente squadrato e ordinato, un posto che di certo non era pronto a ospitare ragazzi rumorosi, ovunque aleggiava un odore nauseante di disinfettante per ambienti che si mescolava col sudore dei ragazzi. Non c'erano piante, né fiori, né animali... Sobbalzò, di colpo quando si rese conto che non aveva ancora visto il ragno che accompagnava ovunque Sara.

John la raggiunse, portandosi al seguito anche Sara e le sue chiassose amiche.

"Non riesco a liberarmi di quella smorfiosa" le sussurrò all'orecchio.

Loto rise. "Karma" rispose sogghignando e alzando le spalle. "E cosa speri di fare?" chiese infine, vedendolo preoccupato e non incline alle battute.

"Devo andare a dare un'occhiata di sopra. Devo vedere in giro se c'è qualcosa di interessante" concluse serio.

"Ehi, di cosa state parlando voi due, così intimamente? Siete sicuri di essere cugini?" chiese Sara irritata.

Loto desiderò dal più profondo del cuore ficcarle due dita negli occhi ma si limitò a sfoderare un sorriso: "John mi ha chiesto dov'è il bagno, gli stavo dicendo che non ero mai venuta qui, così..."

Anthea #WATTYS2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora