Capitolo 6

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La banda mi odia. E su questo non ci piove.

Ridono di me e mi fanno fare i lavori più umilianti in quello schifoso loft dove vivono come barboni.

E se rispondo male oppure mi rifiuto di pulire il cesso mi lasciano pure senza mangiare insultandomi come bestie.

Proprio come hanno fatto in questi due ultimi giorni.

J non ha affatto mantenuto la promessa di lasciarmi da sola fin quando mio padre non si sarebbe presentato con il denaro richiesto e ha continuato ad umiliarmi e a trattarmi male.

Ma dove cavolo è finito mio padre?

Non posso più resistere qui dentro.

I pantaloni iniziano a starmi larghi e mi bruciano le mani per quanto ho strofinato il pavimento. Soffio sui graffi per alleviare un po' il senso di bruciore e impreco sottovoce cercando di non piangere. Per non parlare poi del dolore sulla spalla per colpa di quel mozzicone che Amy ha deciso di spegnere sulla mia pelle solo perché mi ero ripresa le mie scarpe.

Ho resistito finora e non voglio cedere quasi alla fine.

Non manca molto all'arrivo di mio padre, giusto?

Voglio almeno illudermi che sia preoccupato per me e che stia facendo di tutto per trovare il denaro chiesto.

   Però la fame inizia a farsi sentire e non posso passare un'altra serata a digiuno.

Ho i crampi allo stomaco e devo piegarmi in due per attutire i dolori.

Mi guardo intorno e poi fisso quella telecamera che riprende ogni mio singolo movimento, quindi decido di alzarmi e prendo una spazzola dal sacchetto della spazzatura, dove ci sono alcune delle mie cose, e la lancio contro l'obiettivo.

«Ehi! Voi! Datemi da mangiare, brutti stronzi!» urlo lanciando alla cieca vari oggetti contro quella stupida telecamera che cambia di posizione per via dei colpi.

«Ehi! EHIIIIII!» urlo più che posso e finalmente sento la serratura della porta che scatta.

Il tizio col collo tatuato, che ho sentito chiamarsi Ed, appare sulla soglia e mi viene incontro prendendomi brutalmente per un braccio e attaccandomi il solito pezzo di nastro telato sulla bocca.

Fanno sempre così: se parlo troppo o mi muovo troppo mi legano e mi imbavagliano.

Stronzi di merda!

  Noto che indossa un costume da bagno e ha vari tatuaggi sparsi anche sull'addome e sulle braccia.

Mormoro qualcosa al di sotto del nastro, ma come sempre mi ignora.

Mi riporta nel loft e quello che vorrei dirgli è che non ho nessuna intenzione di mettermi a pulire qualcos'altro per guadagnarmi la cena, ma invece mi trascina verso la vasca idromassaggio circolare dove si stanno divertendo, tra le bolle e la schiuma, Amy e il tizio rasato, che ho sentito chiamarsi Mike.

Gli schiamazzi di Amy sono assordanti e si lascia palpare da Mike come se nulla fosse da sopra quel bikini striminzito.

Quindi questa ragazza insulsa e da facili costumi se la spassa con tutti e tre?

Distolgo lo sguardo disgustata e vedo J che mi raggiunge a torso nudo, facendo un cenno a Ed alle mie spalle di lasciarmi andare il braccio.

Ed fa come gli viene ordinato e raggiunge gli altri due nella vasca, mentre io mi fisso su J.

Giocherella con la lingua sul filtro di una sigaretta spenta che tiene tra i denti. Il ghigno sprezzante che tiene stampato in faccia mi irrita ogni volta sempre di più.

Rapita - parte 1 [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora