Capitolo 20

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J mi porta in bagno. Mi solleva e mi fa sedere sul ripiano accanto al lavandino.

Mi abbottona la felpa alzando la zip fino al collo e inumidisce un'asciugamano sotto il rubinetto per poi passarmela sul viso con delicatezza, ripulendomi dalle lacrime. Ma nella colluttazione con Mike, nel tentativo di sfuggirgli, non mi ero accorta di essermi spaccata lievemente la parte esterna del sopracciglio destro.

J mi ripulisce dal sangue e mi disinfetta la ferita, per poi applicarci sopra un cerotto.

Non dice una parola e sinceramente neanche io riesco a parlare.

Sono ancora tremendamente spaventata e il mio corpo continua tremare.

«Io... Io non sapevo che Mike avesse quelle orribili intenzioni...» dice profondamente deluso, e c'è una nota parecchio infastidita nelle sue parole.

Noto che stringe i pugni nel ripensare a quello che Mike stava per farmi, mentre io ancora non riesco a crederci di essere riuscita a scamparla.

Mike avrebbe potuto farmi male e segnarmi per sempre, ma J è riuscito a salvarmi.

   Vedo che cerca di calmarsi e mi accarezza la testa emettendo un lieve sospiro, e poi continua «Quando mi sono accorto del monitor scollegato e che Mike non era più sul divano mi è preso il panico... Temevo di arrivare in ritardo, Eleanor... Sappi che non l'avrei permesso»

Mi guarda con insistenza negli occhi.

Le sue iridi scure traspaiono tanta sincerità e una lieve ombra di timore.

Sembra incolparsi per quello che mi stava accadendo.

Eh già. La colpa è sua!

Se non avesse pensato di rapirmi e di rinchiudermi qui dentro adesso non ci saremmo di certo trovati a tremare dalla paura e dalla rabbia per qualcosa di terribile che sarebbe potuto accadere.

Ma so che nonostante tutto non avrebbe permesso a nessuno di farmi del male, ma non ha capito che a farmi del male ci ha già pensato lui. Altro che Amy e Mike. Altro che bruciature, insulti e schiaffi. I suoi modi nei miei confronti mi hanno delusa più di tutti.

«Certo. Non l'avresti permesso... Ma non mi fido di te» aggiungo con una voce inespressiva. Ma una lacrime che rotola giù per la guancia mi tradisce.

Cerco di scendere e di allontanarmi, ma posa una mano sul mio fianco per obbligarmi a stare seduta ancora difronte a lui. E l'altra mano la posa sul mio viso, asciugandomi col pollice la lacrima caduta.

«Hai ragione. Non sono stato carino con te... E nessuno di noi lo è stato finora... Ma, Eleanor, ascoltami: ti prometto che da oggi in poi sarà tutto diverso... Non ti lascerò soffrire ancora» mi stringe il viso e io distolgo lo sguardo dai suoi occhi.

«Bene, allora lasciami libera» azzardo nello sconforto più totale.

Mi costringe a guardarlo negli occhi, facendo pressione con le sue mani sulle mie guance «Non posso...» mormora avvilito.

Mi acciglio alle sue parole e cerco di spintonarlo via «Allora uccidimi dato che non vuoi lasciarmi andare via... Sono stanca, J... Non riesco più a sopportare!»

«Lo so, Eleanor. L'ho capito... Ti ho detto che sarà diverso da adesso in poi. Credimi»

«Come faccio a crederti? Non avete fatto altro che farmi del male, tutti voi... Mi avete  umiliata, presa a calci, disprezzata e tu... T-tu sei stato orribile! Senza che io lo meritassi...» altre lacrime rotolano giù, bagnandogli le mani sul mio viso.

«Non è perdonabile, lo so. Siamo stati crudeli con te, hai ragione. Io prima di tutti ti ho fatto del male e ammetto di averlo fatto anche di proposito... Ma l'ho fatto perché... Perché...» si blocca all'improvviso non riuscendo più a continuare, togliendo le sue mani dal mio viso e se le passa tra i capelli.

Rapita - parte 1 [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora