Capitolo 38

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Ed eccomi qui.
Una lunga settimana dopo ad aspettare che J finalmente venga rilasciato.

Dopo la mia performance in aula, il processo fu sospeso e rimandato facendo ottenere a J un verdetto di innocenza. E non seppi trattenermi nel sussurrare al procuratore di essere stato un vero e proprio stronzo per aver cercato di mettermi i bastoni tra le ruote.
Ma com'è che si dice? L'amore vince sempre su tutto, no?
Comunque, feci i salti di gioia e adesso non so come spiegare la mia incredibile felicità.

E adesso nessuno mi smuoverà da questa panchina perché sto morendo dalla voglia di riabbracciare J.

«Ehilà, principessa» la sua voce mi da una scossa e mi volto di scatto verso di lui che si avvicina a me sedendosi accanto.

«Ehilà, mio bel criminale» sorride per poi accendersi una sigaretta.

Soffia via un bel po' di fumo e poi nota la capiente borsa al mio fianco «Stai andando a fare qualche rapina?» mi prende in giro «Devo dire che quella pistola che avevi in mano quando sei piombata nel bel mezzo del processo ti donava parecchio» sorride di sbieco facendomi ridere.

«Non credo che mi donasse parecchio. E comunque questa borsa è tua» gliela passo e mi guarda confuso.

«Una borsa da donna?" Alza un sopracciglio scuro.

Mi fa ridere «Puoi anche solo prendere il contenuto»

Ci sbircia un po' e capisce che c'è del denaro.
«Wow... Sono un bel po'»

«Mia madre ha deciso di ripagarti per non avermi fatto nulla di male e per esserti preso cura di me per tutto il tempo che siamo stati insieme» gli spiego con un sorriso.

«Beh... Un gesto davvero gentile da parte sua» non sa che dire.

«Sì, è una donna molto generosa» aggiungo e abbasso lo sguardo sulle mie mani poggiate sulle gambe.

Mi mordo il labbro inferiore con fare agitato.
Non so perché, ma mi sento un po' imbarazzata qui seduta vicino a lui.

Vorrei abbracciarlo e baciarlo. Avvinghiarmi a lui e restarci attaccata fino a quando non sento i miei arti indolenziti.

Mi sareu aspettata un incontro romantico e desiderato con tanto di sorrisi, lacrime, corsa tra le sue braccia e bacio passionale.

Ma lui continua a fumare e a guardare dritto davanti a sé.
Cosa sta pensando?

Mi tormento il labbro inferiore a furia di mordicchiarlo per l'agitazione, e freno le mani sotto le cosce per impedirmi di muoverle verso di lui.

Lo sento prendere un sospiro e gettare il mozzicone davanti a sé.
«E comunque... Grazie, Elinor» dice un po' intimidito abbassando lo sguardo sulle sue mani che giocano con l'accendino mentre io mi volto a guardarlo con un sorriso.
«Ti sono davvero grato e non pensavo potessi arrivare a tanto per me» finalmente alza di poco il capo per rivolgermi uno sguardo e un sorriso di ringraziamento.

È bellissimo visto da questa angolazione, messo un po' di profilo e con le iridi scure che mi fissano dall'angolo degli occhi, e il filo di barba che lo rende incredibilmente irresistibile.

«Non mi devi ringraziare di nulla. Te l'ho sempre detto che avrei trovato un modo per salvarti» dico con determinazione.

Il suo sorriso si allarga mostrando una fila di denti bianchi e perfetti che la Colgate se lo sogna un sorriso del genere.

«Beh, non me l'aspettavo comunque. Quando ti ho vista piombare in aula come minimo credevo che avresti combinato un macello» ride e io gli do una manata sul braccio.

«Stronzo! Credi di avere a che fare con una stupida?»

«Assolutamente no» risponde sarcastico ancora ridendo e io metto un finto broncio distogliendo lo sguardo da lui.

E quando finalmente smette di ridere ritornando serio, mi sfiora la guancia con il dorso delle dita.
«Grazie davvero, Elinor» ripete con una voce calma e profonda.

Lo guardo posando la mia mano sulla sua e mi lascio accarezzare un po'.

«Okay, basta smancerie. Ora devo andare» dice all'improvviso e si alza dalla panchina mettendosi la borsa in spalla.

Resto a guardarlo confusa mentre fa qualche passo allontandosi di spalle da me.

«Ma dove vai?» chiedo stupita.

Fa qualche altro passo e urlo il suo nome, poi finalmente sa i gira allargando le braccia.
«Perché resti lì? Non vieni?»

Non riesco ad afferrare cosa sta cercando di farmi capire.
«Dove?» dico confusa.

Alza le spalle e guarda la borsa «Dato che abbiamo un bel po' di soldi stavo pensando di trovare una casa e andare e tutte le cose che posso servirci per vivere insieme»
E lo dice con un'espressione insondabile.

Mi lascia perplessa.
Non capisco se stia scherzando o facendo sul serio.

Poi scoppia a ridere.
«Elinor, lo muovi o no questo culetto?» mi incita ad avvicinarmi a lui e il suo sorriso ora non mi lascia dubbi.

Vuole davvero iniziare questo nuovo capitolo insieme a me.

Si volta per riprendere a camminare e io praticamente corro verso di lui aggrappandomi alle sue spalle, rendendomi conto di non essere mai stata più felice in vita mia.

Rapita - parte 1 [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora