Capitolo 21

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Sono basita. Sconvolta. Amareggiata. Arrabbiata. Ferita... Non riesco a descrivere il susseguirsi di emozioni che sto provando.

Ho il cuore stanco e a pezzi.

E il mio corpo non sa più come reagire dinanzi a tutte queste situazioni.

Prima Amy... Poi Mike... J... E per finire mio padre, o meglio, quell'uomo spregevole che pensa al lavoro e a comprare aziende piuttosto che a sua figlia in pericolo.

Mi rendo conto della frutta sparsa a terra e mi inginocchio per raccoglierla, chiedendo scusa a J che si abbassa, mettendosi difronte a me.

Cerco di rimettere tutti i pezzi nella ciotola, ma i miei occhi sono così umidi che vedo tutto sfocato.

Le mani di J si posano sulle mie per farmi smettere e di lasciar perdere la frutta.

Mi costringe a guardarlo e noto che è molto dispiaciuto per me.

«Credo che sia meglio lasciar perdere quello stronzo di tuo padre e dimenticare tutto quello che è successo oggi. Andiamo a riposare, Eleanor. Credo che ti ci vuole una bella dormita»

Le sue parole, pur non accettandole, mi provocano una strana sensazione di serenità.

Asserisco con la testa e termina lui di raccogliere la frutta. Ripone il tutto nel lavello e mi lascio accompagnare in camera sua.

Mi fa stendere sul letto e mi rannicchio su di un lato senza badare se resta o meno a dormire con me.

Sono troppo turbata e delusa per pensare. Ora devo solo cercare di capire cosa ne sarà di me e della mia vita.

Ma J si stende dietro di me.

Mi accarezza con dolcezza i capelli cercando di darmi conforto, oppure vuole solamente farmi capire che c'è e che vuole proteggermi.

E ci riesce.

Chiudo gli occhi, beandomi delle sue silenziose carezze e cerco di svuotare la mente, e non pensare più a nulla.

«Uscivi da un negozio la prima volta che ti ho vista... Esattamente un anno fa...» inizia a raccontare, lasciandomi un po' sorpresa per questa nuova rivelazione.

La sua voce vicina al mio orecchio è così profonda e accattivante che il mio corpo reagisce in automatico vibrando leggermente.

«Indossavi un paio di jeans chiari. Una maglietta di cotone e una pelliccia sottile di colore rosa... Ma quello che più mi colpì era tua la borsa...» sorride.

«Volevi fregarmela?» chiedo stupita.

«Esattamente...» ride flebilmente.

La sua risata così bassa e sexy mi elettrizza. Ma lotto per non voltarmi e non far trasparire le mie emozioni. Anche se è ormai palese il fatto che provi qualcosa per lui.

«Ci passavo spesso per quella zona solamente per commettere furti del genere alla gente come te o per rapinare uno di quei negozi importanti... Ma quel giorno fu diverso...»

Lo ascolto attentamente mentre continua ad accarezzarmi la testa.

Il cuore inizia a battere lievemente più veloce... Ho la sensazione che stia per confidarmi qualcosa di importante.

«Iniziai ad avvicinarmi a te mentre uscivi dal negozio carica di buste. Gettai a terra il mozzicone della sigaretta e pensai che sarebbe stato un gioco da bambini fregarti la borsa, ma... Ma tu inciampasti e io ti afferrai in tempo...»

Faccio un salto indietro con la memoria e inizio a ricordarmi di quel giorno.

«Eri così imbarazzata che non avevi nemmeno il coraggio di guardarmi in faccia. Continuavi a ripetere scuse a raffica e ti lasciai perdere senza risponderti nulla, e me ne andai via...» sospira.

Rapita - parte 1 [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora