Capitolo 14

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Sobbalzo nel sentire la porta sbattere.

Ho il fiatone e non so perché i miei occhi si riempiono di lacrime.

Perché fa così?

Prima mi fa cedere e poi si tira indietro. Uffa, non lo capisco. Cosa vuole esattamente?

Mi servo di qualche minuto per riprendermi mentalmente e darmi una sistemata dopo il suo bacio rovente che mi fa ancora galoppare il cuore.

Le sue labbra e la sua lingua sono divine. Sento ancora il suo sapore nella mia bocca e il calore del suo corpo sul mio. E non posso di certo ignorare il modo in cui manipola le mie emozioni. Dapprima riesce a farmi volare leggiadramente sopra le nuvole e poi di colpo mi fa precipitare, fino a schiantarmi al suolo. Ma ora sono seriamente combattuta nel rannicchiarmi qui sul letto a deprimermi oppure correre di là e affrontarlo faccia a faccia per capire una volta per tutte quali siano le sue reali intenzioni nei miei confronti.

Ovviamente decido per la seconda opzione è  ritorno in quella specie di salotto, ripulito e ordinato grazie a me, e vedo J insieme a Mike ed Amy a mangiare una pizza sul divano. E come al solito stanno guardando il notiziario che non smette di parlare del mio rapimento.

«Ciao, Elinor. Come va la guancia?» Chiede Amy con sarcasmo.

«Ciao, Amy. E a te come va la cute con le ciocche mancanti?» Sorrido sprezzante e lei mi risponde con una smorfia strappando poi un morso alla pizza.

La lascio perdere e rivolgo poi lo sguardo a J che mi guarda per un attimo e poi distoglie lo sguardo per prendere una bottiglia di birra da sopra al tavolino ai suoi piedi e ne fa un lungo sorso.

Sono tutti e tre stravaccati sul divano e non credo che mi permetteranno di sedermi.

Quindi mi siedo a terra accanto al tavolino e prendo un pezzo di pizza senza chiedere il permesso a nessuno.

Sono stufa di questi permessi e sono anche troppo debole per la fame.

Prima mangio e mi metto in forza e poi obbligo J ad avere un confronto con me una volta per tutte.

In TV parlano di alcune svolte del caso e inquadrano una foto di Ed.

Parlano del suo arresto e di una possibile banda che abbia organizzato il sequestro.

«Sono sicuro che quello stronzo parlerà» interviene Mike.

«Ed non lo farà mai» aggiunge Amy mentre

J sembra pensieroso.

«J, scarichiamola da qualche parte e lasciamola perdere!» Continua Amy avvicinandosi un po' troppo a lui.

Drizzo le orecchie e li guardo.

«Non se ne parla!» Sbotta Mike «Non ho fatto tutto questo casino per non ottenere nulla»

«E come cazzo facciamo, genio? C'è la polizia che sorveglia ogni angolo della città. E suo padre sta girando con la scorta!» Amy risponde saccente.

«Prendiamo quel damerino del suo fidanzato... Ce li facciamo dare da lui i soldi» Mike sembra trovare la soluzione.

«Ma sei stupido o cosa?» Strilla Amy.

«Sta zitta. Tu non hai fatto un bel niente finora!» Mike infierisce.

Amy fa uno scatto verso di lui e J l'afferra per i fianchi.

«State un po' zitti tutti e due. Per adesso non facciamo proprio nulla... Lasciamo calmare un po' le acque e poi decideremo» conclude J e al notiziario riprendono mia madre che esce di casa col viso leggermente coperto e due valige.

Rapita - parte 1 [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora