Capitolo 8

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Mi risveglio stranamente riposata.

Questo divano è decisamente più comodo di quel materasso moscio e impolverato.

Mi strofino gli occhi e mi scosto alcune ciocche di capelli dietro le orecchie.

«Oh, la principessa si è svegliata» la voce di Amy è come al solito carica di odio e di disprezzo.

Mi volto a guardarla e la vedo riversa sul pavimento a pulire alcune macchie di birra della sera prima con il mio maglione che funge da strofinaccio.

Sono frastornata.

«Dai, Amy. Olio di gomito» la voce di J è piena di divertimento e insolenza nell'impartire alla ragazza ordini sulle mansione domestiche.

Non capisco.

«Sei un cazzone!» sbotta Amy.

«Non dimenticare di pulire anche il cesso!» risponde lui.

«Te lo puoi scordare!»

«Non ti conviene, Amy» l'autorità che emana la sua voce è capace di mettere chiunque in soggezione.

Amy risponde con verso frustato «Vaffanculo» borbotta poi, prendendo strofinacci e detersivi per raggiungere il bagno, dando una spallata a J che è appoggiato allo stipite della porta che da al corridoio.

Perché stamattina non mi insulta e umilia come i giorni passati?

Lo guardo confusa.

E a torso nudo e si sta accendendo una sigaretta. Ignora Amy e posa gli occhi su di me, guardandomi dalla testa ai piedi.

Come al solito mi sento in soggezione. Il suo sguardo percorre ogni centimetro delle mie gambe scoperte e il mio cuore inizia a galoppare indecentemente. Eppure non c'è malizia nel suo sguardo come quando guarda Amy. Mi lascia perplessa. Non capisco a cosa stia pensando. Mi sento inopportunamente imbarazzata e troppo intimidita, e quindi tiro l'orlo della sua t-shirt più in basso per coprirmi meglio le cosce e si ferma difronte a me, soffiandomi come al solito il fumo tossico in faccia.

«Ecco dov'era finita» osserva indicando la maglietta.

Quindi era questo che gli stava passando per la testa? Rivuole la maglia?

«Scusami. Ma non sapevo come fare per raggiungere la stanza dove ci sono le mie cose» tossisco e lui continua a fumare senza badare troppo al fatto che mi dia fastidio.

«Bastava chiedere» afferma soffiandomi ancora il fumo in faccia.

Volto leggermente il capo, trattenendo il respiro per non inalare.

«Dammi il tempo di rivestirmi e te la darò»

«Ma io la voglio adesso» risponde sfacciato.

Sgrano gli occhi incredula.

«Ma adesso non posso toglierla. Non ho nulla sotto» nella mia voce c'è quasi un tono di implorazione.

Lui alza le spalle «Non è mica un mio problema»

La strafottenza con la quale mi tratta è irritante più che mai.

Dovevo immaginarlo che aveva in serbo qualcos'altro in mente per umiliarmi. Mai abbassare la guardia con J!

Sbuffo infastidita e mi levo la maglia rimanendo con un braccio sul seno per coprirmi.

J sorride soddisfatto e si riprende la maglietta dicendomi addirittura «Grazie» ma ovviamente detto dalla sua bocca, con quell'espressione e quel tono, risulta quasi una presa in giro e si infila la maglia con orgoglio.

Rapita - parte 1 [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora