Capitolo 10

23.3K 1K 187
                                    

Mi spinge con forza nella sua camera e mi sbatte contro il muro tirando un pugno sulla parte della parete accanto alla mia testa, facendomi sobbalzare.

Tremo e strillo terrorizzata, e i singhiozzi continuano ad essere sempre più forti.

«A che razza di gioco state giocando tu e tuo padre?» grida furioso tenendomi ferma contro il muro con una mano sulla gola.

«J... Ti prego... Non ne ho idea...» i singhiozzi e la presa sulla gola mi impediscono di parlare con chiarezza.

Resta a guardarmi con due fiamme al posto degli occhi. Digrigna i denti e quella cicatrice si accentua sempre di più.

Fa paura così arrabbiato. Incute terrore e il mio corpo trema ossessivamente senza nemmeno che me ne accorga.

«Non ne hai idea?» mi urla in faccia e colpisce di nuovo il muro accanto alla mia testa.

Sobbalzo ancora e, tenendomi sempre per la gola, mi spinge sul letto.

Non riesco a smettere di piangere. Tossisco e singhiozzo sentendo la gola bruciare come non mai. Fatico a respirare e non riesco nemmeno a vedere lucidamente.

Sarà la mia fine?

Noto le nocche insanguinate di J e con la mano malandata prende la pistola dall'orlo dei pantaloni, la carica e me la punta sulla tempia.

Fa pressione spiaccicandomi con la testa sul materasso e il tocco del ferro che spinge sulla tempia mi fa aumentare il mal di testa.

Non posso muovermi per vie dei polsi legati e delle sue ginocchia che premono sulle mie gambe per tenermi bloccata.

Si china su di me.

Preme la pistola ancora più forte.

La paura mi immobilizza letteralmente. Sento il mio corpo contratto e indolenzito. Lo stomaco stretto in una morsa dolorosa e il cuore che pulsa velocemente facendomi male ad ogni battito.

Non ho più la forza di gridare. Continuo solamente a piangere in silenzio con gli occhi chiusi mentre gli ansimi di J dettati dalla rabbia sono spaventosi.

«Scusami J... Ma io non so cosa sta succedendo... I-io ho paura... Credevo che mio padre avrebbe pagato e che mi avrebbe liberata... N-non prendertela con me, J... Ti prego...»

Quel poco fiato che riesco a buttare fuori rende le mie parole lente e strozzate.

Sono delusa e terrorizzata.

Mio padre avrebbe dovuto attenersi alle regole. E invece ha fatto di testa sua scommettendo sulla mia vita. Anzi, non fregandosene minimante di quello che stessi passando o di quello che mi avrebbero fatto.

«Ti scusi per un errore di tuo padre?» chiede con una risata incredula.

«I-io... Cosa dovrei fare?» tiro su col naso, ma lui non risponde.

«J... Non farmi del male... Ti prego» termino sussurrando.

«Dovrei ucciderti, lo sai? Tenerti qui potrebbe diventare pericoloso dopo la cazzata di tuo padre» mi intima sottovoce.

Deglutisco ormai perdendo ogni speranza.

Continuo a tenere gli occhi chiusi e nemmeno più le lacrime escono dai miei occhi.

«Non uccidermi, ti prego. Farò tutto quello che vuoi... Ma non uccidermi... Ti scongiuro» mormoro lentamente, implorandolo con la speranza di lasciarmi in vita. Ma mi sento morire dentro non appena J preme ancora di più duramente il ferro contro la mia tempia.

Rapita - parte 1 [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora