Torno al presente e decido di farmi un giro per il paese ed incontro Alice, che mi assale dicendomi tante cose
"devi venire con me a fare shopping, stasera si sbocciaaa" sorriso e decido di seguirla nella sua macchina. Alla fine che c'è di male ad esser single? Anche se lei è tornata insieme a Daniele da un po' e sembra che le cose vadano davvero bene. Lavora, sempre come commessa... Mentre Daniele fa il barista. A star sola faccio quel cazzo che voglio, torno quando voglio... Facciamo compere per i negozi di un centro commerciale vicino a noi e siam contente per l'outfit di questa sera... Mentre stiamo tornando vedo vicino al centro commerciale, proprio lui, Daniel, che si bacia animatamente con una ragazza
"ehi, sei uno schifoso, lo sai?" mi guarda, non gli diamo il tempo di rispondere che faccio un segno con la mia mano sulla testa, simile a quello dei capitani, e ce ne andiamo veloci. Non ci posso credere... Che merda di ragazzo... Ma effettivamente non mi tocca molto questa cosa. Un pò ci sono rimasta male, ma stasera ci divertiamo! Mi sono messa calze nere trasparenti, un vestito aderente e dei tacchi. Sono un pò truccata e coi capelli lisci. Sono le 21:00 e sto aspettando Alice che mi passa a prendere. Saluto mia madre prima di uscire e mio fratello che sta per uscire anch'esso... Scendo di casa. Arriviamo alla discoteca di Milano con due macchine, che portano tutti quelli del gruppo rap. Trovo davvero meraviglioso che siamo ancora uniti. Facciamo la fila mentre parliamo tra di noi. Una volta entrati la musica è forte e assordante, c'è odore di alcool. Iniziamo subito a bere e parto con il primo Angelo Azzurro. Balliamo, ridiamo e ci divertiamo tantissimo. Il posto è abbastanza piccolo e c'è tanto casino. Il giorno dopo mi sveglio tardi e col mal di testa. Maledetto alcool. Maledetta me. Vado a bermi un caffè in cucina e mi sento sola come sempre. Sento squillare improvvisamente il telefono. Il mio capo? Cosa vorrà mai? Rimango quasi a bocca aperta, sostanzialmente mi stava licenziando, mi ha detto che non c'era più posto e che dovevo andare a lavorare a Milano, dove mi avrebbero pagato di più ed avrei potuto sistemarmi in un bilocale però, penso subito, che sono tanti soldi... Ma forse, dato che non è una zona vip di Milano, magari non sarà così costoso. Mi guardo attorno, a Milano ho anche una palestra di kung fu a cui potrei dare una mano. Ne parlo con i miei e sembra una idea convincente... Milano... Cazzo, per me è una metropoli, non è così lontana ma è comunque un passo importante. Milano è un posto affollato e completamente diverso. Accetto l'offerta e nei giorni seguenti mi informo sul costo dell'affitto, non è esagerato. Passano settimane e finalmente mio padre è fuori casa mia e mi sta dando una mano a caricare le cose su un camion, alla casa mi ci porterà lui. Ho già salutato mia madre, mio fratello, Anna e la piccola Palma... Tutto il gruppo di rap non l'ha presa benissimo, ma d'altronde non sono neanche ad un'ora di strada. Sistemo tutte le mie cose e scruto il mio appartamento. C'è l'entrata e un soggiorno insieme alla cucina. Di lato c'è un bagnetto accogliente. Dall'altro lato c'è una stanza piccola da letto. Sistemo le cose. Sono piuttosto frastornata e mi sembra tutto così strano. Guardo dalla finestra e rivedo il traffico di Milano. Strade di città e edifici che sono riempiti da tante persone. Mio padre mi saluta e decido di sistemare bene la mia casa. Sento un forte vuoto, mi sento così sola. La mattina mi alzo e salgo in macchina per andare a lavoro, mi arriva notizia, sul cellulare, che la palestra di Milano sta cercando un istruttore come aiuto. Anna mi aveva fatto ultimamente una testa tanto dicendomi che dovevo assolutamente andare in quella palestra, che era davvero attrezzata... Non capivo cosa potesse interessarle così tanto, ma decisi di andarci e seriamente di presentarmi la. Trascorre un altro giorno che mi serve per ambientarmi in questa casa, alla solitudine e a questa città popolata. La sera, alle 21:00, mi dirigo alla palestra, ho bisogno di allenarmi anche qua! Non mollerei mai! Ci metto un po' a trovare il posto, la palestra è grande e grigia... Apro la porta e vedo una grande palestra col tatami. Mi avvicino all'entrata e scruto le persone... Dovrei presentarmi? Dovrei prima vedere chi è l'istruttore... Ma forse era meglio non saperlo, perché in lontananza vedo un bel ragazzo, che è Christian. Rimango bloccata, mi si gela il sangue... Penso subito di sbagliarmi e di avere le allucinazioni, rivivo quel brivido lungo la schiena, rivivo le mani intrecciate, i corpi incollati e persi l'uno nell'altro. Rivivo la pienezza di lui e le sue labbra. Poi lui si gira e si blocca sul colpo, ha i capelli leggermente lunghi sul collo, i soliti capelli un po' sbarazzini, boccolosi, ma poi ci sono sempre i suoi occhi neri e profondi. Rimaniamo a guardarci in lontananza, siamo bloccati... Che odio! Deglutisce e dice
"ragazzi continuate l'esercizio, arrivo subito..." si avvicina a me ed ogni passo è sempre più una morte per me. Sento crescere l'agitazione, mi batte il cuore. Quando mi è vicino deglutisce e sento un brivido, il solito cazzo di brivido... Posso immergermi nei suoi occhi dopo tanto tempo. È qualcosa di indescrivibile!
Ha una maglia larga nera e dei pantaloni rossi fluorescenti, molto larghi
"Sara..." è tutto ciò che riesce a dire. Io ho gli occhi umidi e non riesco a parlare.
"Christian" ci stringiamo la mano per forza maggiore e ci diamo un veloce bacio sulla guancia, dettato dall'educazione. Sento i brividi correre per la schiena, io lo odio...
Ci stringiamo improvvisamente in una abbraccio avvolgente. Il suo corpo è attaccato al mio, i visi respirano sul collo dell'altro. Siamo praticamente nascosti dentro l'altro da quanto ci stiamo a respirare e a vivere, sentiamo tremare il corpo come se il bisogno di molti anni ed un forte dolore si stesse scaraventando ora fuori da noi.
Mannaggia ad Anna che mi ha fatto venire qua. Sicuramente per farmelo rincontrare...
"Mio dio è così strano rivederti... Io..."
"Sai, io ero convinta che tu fossi a Londra, per lavoro e... Invece, sei a Milano... Non so che cosa dire..."
"Sono stato a Londra, Sara" dice guardandomi fisso e facendomi sentire cedere come sempre "ho lavorato la per anni... Sono tornato in Italia da pochi mesi e sto con una donna... Per ciò non ho mai pensato di chiamare, o rompere i coglioni... Non trovavo giusto ricomparire nella tua vita..." Non so cosa dire, rimango a guardarlo. Lui sospira e gira lo sguardo
"lei ha una bambina di tre anni" Il cuore sta cedendo. Mi sento svenire. Questa palestra mi era stata raccomandata ma non so se posso farlo. Vorrei scapparmene, lontano... Ma mi volto, senza dire nulla e vado a cambiarmi per l'allenamento. Rientro in palestra con i pantaloni aderenti ma che consentono molto movimento e una maglia nera. Ho una coda alta e sono truccata. Christian mi riguarda appena entro. Ancora non ci riesco a credere. Finita la lezione il mio cuore batte forte ed io sono confusa, Christian mi guarda e vorrebbe parlarmi... Mi vado a cambiare e quando esco
"tu non mi hai detto niente" sento Christian poco distante da me che mi guarda
"oh sì, hai ragione, vaffanculo" dico sorridendo. Esco dalla porta, apro la macchina e dopo essermi sistemata metto in moto. Ci penso e piango lungo tutto il viaggio. Che cosa pretendevo? Non ci vediamo da anni, è normale che si sia rifatto una vita. Sono sconvolta. Piango ancora, non riesco a credere che ho risposto così, non credo che fosse giusto. Non so nulla, non so cosa fare... Sono frastornata da mille pensieri. A casa chiamo Alice e le racconto tutto, rimane sconvolta e incredula... Mi metto a letto, ma dormire è quasi impossibile.Sono a lavoro, all'ufficio Nokia di Milano... Questa città è incasinata quasi come Napoli. Vedi passare un po' di tutto, ogni tipo di persona e impari a non farti colpire più da nessuna stranezza. Sto per uscire da lavoro e qualcosa è tuttavia in grado di colpirmi, fuori vedo Christian, mi sorride e mi saluta con la mano, mi sento morire. Una felpa larga e dei jeans leggermente aderenti. Sicuramente meno dei miei, che ho abbinato ad una maglietta normalissima. "cazzo" Esco dell'edificio ignorandolo
"non vuoi davvero più parlarmi?" Lo guardo e rimango basita, mi sento cedere e... Mi viene la voglia di lui. Vedo quel viso e quel corpo...
"è che vederti qua è una cosa così strana, non riesco a digerire il fatto che tu eri qua e non hai pensato a me..."
"sai benissimo che è meglio così, capisci che non è stato facile... Tu potevi stare facendo la tua vita, e non volevo immettermi..."
"ma tu potevi sempre immetterti!" dice la mia impertinente voce interiore
"è così complicato, io la mia vita l'avrei mandata a puttane per te, per quanto io ci possa tenere alla persona che sto frequentando... Ma ora non so manco se voglio restare nei pressi di dove sei te. Ora se non hai niente da dire vorrei andarmene" Non sono sicura di ciò che sto dicendo, lo faccio solo per tenere testa. Ma so bene che ha fatto una cosa grande e corretta. Vedo i suoi occhi impietriti e furiosi dalle mie parole
"aspetta, beviamo un caffè e parliamo civilmente, tra l'altro ci troviamo ancora nella stessa palestra" dice osservandomi
"il fatto che siamo nella stessa palestra si può risolvere" cazzo ma perché reagisco con questa rabbia! Faccio come per andare via ma lui mi prende il braccio e mi tira a sé, ci guardiamo negli occhi e siamo fottuti... Mi poggia al muro ed è sopra di me, aderente al mio corpo. Lo sento. Lo voglio. Deglutisco
"non hai finito di sbavare per me, eh, pischella..." dice con un sorriso radioso
"Christian, per favore" dico evitando il suo sguardo
"perché fai così? Sei così testarda, sai benissimo come sono andate le cose, so che in realtà pensi che io mi sia comportato al meglio che potessi... Ma devi rompere i coglioni e questo mi fa venire voglia di prenderti qua sul marciapiede nel mezzo di sto quartiere di merda di Milano" è serio, ha i tratti del viso contratti, la mascella è serrata e gli occhi sono lucidi e vogliosi
"è vero o no?" dice riprendendo quello che diceva, dato che non rispondevo
"okay, hai ragione... Ma ti prego lasciami"
"no" dice sorridendo. Si avvicina al mio collo e poi alla mia bocca, ci diamo un bacio veloce e poi immergiamo la bocca, le lingue si esplorano dopo tanto tempo... Poggio le mani al suo collo e ci stringiamo, è un bacio intenso che fa venire voglia di piangere, che tira fuori le emozioni. Ci guardiamo da vicino, basiti e colpiti dai sentimenti che ci affollano
"Christian no, non possiamo... Non possiamo rifare quello che hanno fatto i nostri genitori, non accetterei mai di essere la tua amante... Scusami... Devo andare" Riesco a liberarmi e cerco di andare via. Lui rimane fermo e immobile, pensa a quello che ho detto. Non potevo far altro che pensare a quel bacio, quanto tempo! Penso di essere di nuovo persa di lui, ma devo staccarmi assolutamente."Come è andata la lezione? Spero che il tuo incontro con quel ragazzaccio sia stato bello"
Diceva un messaggio di Anna. Sbuffo, è ovvio che lei non capisce come mi sento adesso
"tutto bene Annarella. E grazie davvero" Non so che altre parole usare.
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LA LUCE NELL'OMBRA (PARTE 2!)
RomancePRIMA DI LEGGERE QUESTA STORIA, SI CONSIGLIA LA LETTURA DELLA PRIMA PARTE: LA LUCE E L'OMBRA! VI INFORMO CHE IN TUTTI I DIGITAL STORE E DIGITAL BOOK È POSSIBILE LEGGERE LA PARTE 1, OVVERO IL MIO LIBRO "LA LUCE E L'OMBRA". OPPURE PUOI ORDINARE IL CAR...