CADO DALLE NUBI (3)

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La mattina dopo siamo tutti seduti a fare colazione, Christian arriva dalla sua camera con i jeans di ieri ed il petto nudo. Ovviamente. La sua cicatrice risalta tra i tatuaggi. Penso che persino a Palma sia caduto l'occhio, mi viene spontaneo farle un sorriso. Christian se ne accorge, perché sta guardando con un sorrisetto ambiguo, beffardo ed un po' perplesso. Prende una ciotola di latte e delle fette biscottate sulla mensola scuotendo la testa. Siamo tutti seduti e cerco di evitare lo sguardo di Christian. Cerco lo zucchero disperatamente, vedo che è vicino a Christian ma non oso parlare. Continuo a chiedere lo zucchero, fino a che Anna lo nota e dice a Christian di passarmelo. Lui è scocciato
"se lo può prendere lei" dice guardandomi serio. Che modi sono?
"Christian! Che maleducato sei?" urla anna facendo indurire i tratti di Christian e facendolo sbuffare ancor di più
"è risaputo, Anna" dico andando verso il tavolo, sporgendomi più che posso per arrivare allo zucchero. Christian non parla e guarda irritato, più o meno tutta la giornata Christian ed io ci ignoriamo. Io resto a chiacchierare con Palma raccontandoci qualche avventura e Christian vuole che lei venga a fare un giro con lui e Lorenzo, Palma trascina anche me e io resto in silenzio sotto gli sguardi di Christian che non dice nulla
"viene anche lei, vero?" dice Palma a Christian sprizzando gioia.
Christian mi guarda e con fare tenero le annuisce. Io cerco di dire che non ho voglia e che non è il caso, ma Palma insiste. Andiamo in giro a vedere qualche bancarella. Il cielo splende e il movimento incessante di moto, pedoni, di panni ai balconi è sempre presente. C'è molto baccano, come al solito, ma comunque ci si può godere la zona. Io cerco di restare dietro con Palma
"ma come mai state litigati?" dice Palma d'un tratto cogliendomi di sorpresa
"eh... Chi?" dico io seria ed arrossendo
"tu e mio fratello" sussurra ammiccando verso di me.
Che devo dirle? Resto pensierosa con lo sguardo altrove. Non posso dirle la verità... Che le dico?
"non... non andiamo più d'accordo" dico col massimo della finzione, lei esordisce con dei modi napoletani e chiamandomi per nome.
"davvero mi credi così fessa?" dice pienamente sicura di sé
"è così, non andiamo d'accordo perché ha fatto una cosa grave. Non ti dico altro" dico ridendo e facendola sbuffare e cedere.

La sera sono in camera mia, sento un forte rumore provenire dall'altra stanza. Suppongo sia quella di Christian. Mio padre esce dalla stanza al secondo colpo forte, io sono sporta fuori la porta
"vado io pa, non preoccuparti. Io so calmarlo. Vai a dormire" Mi guarda, dentro un pigiama azzurro. Mi dice che va bene e di muovermi e torna a dormire. Apro leggermente la porta di camera di Christian, spero di non trovare scenari troppo brutti. Christian è seduto a terra, sta fumando una sigaretta verso la finestra ed è poggiato dopo la scrivania. Guarda fuori dalla finestra, tossisce lasciando li lo sguardo perso e io mi avvicino toccandolo sulla spalla. Lui sobbalza e mi guarda colpito e stordito dalla situazione
"cazzo... Non ti ho sentita entrare" sussurra guardandomi. Vedo subito il suo petto nudo, i suoi disegni. Sono in piedi, si alza anche lui intimorendomi subito
"sono venuta per il casino, che stavi facendo?" sussurro agitata. Io sono in un pigiama a maniche corte di colore azzurro con delle papere. Mi guarda e non trattiene una risata, ne ha visti anche di peggio di miei pigiami
"sei assolutamente sexy anche così" dice facendomi vergognare e arrossire per il pigiama
"non mi hai risposto" dico sorridendo divertita
"ero solo incazzato, ho tirato dei pugni..." fa un sospiro "sai, mi piace vederti sorridere" dice lasciandomi ancora di stucco. Mi stava trattando male da tutto il giorno, mentre dovrei essere io a farlo... Beh, effettivamente, l'ho trattato male. Però, perché ora doveva fare così?
Si sposta a sedere a terra vicino al letto per finire la sigaretta e mi sta guardando fisso
"non fare casino, stava venendo qua mio padre ma l'ho fermato... Cerca di non tirare i pugni al muro a muzzo" Continuo a guardare il suo corpo, perché diavolo sono venuta io? Sto per andarmene ma una mano mi tira verso di lui, mi fa accasciare a terra e incontrare i suoi occhi. Solo con lui potrei sentirmi bene pure in questo pigiama
"non posso" dice col viso afflitto, mi tiene ancora il braccio e sono fra le sue gambe delle quali posso sentire il contatto
"cerca di farcela a star calmo" sussurro mentre una mano è sul suo braccio, lui sembra contento e sembra abbandonarsi a quel contatto... Per me è la stessa cosa, mentre si poggia a me. Mi guarda, mentre si siede sul letto e viene a stringere il mio corpo. Io sento tremare ogni parte di me ma cerco di stringerlo, di abbracciarlo e di calmare i suoi sospiri dannati che riversa su di me. Sta assaporando il mio odore, stringendosi a più non posso, mentre lo faccio anche io.
Ci alziamo in piedi, siamo poggiati al bordo del letto. Tutto è buio attorno. Io sono leggermente distante e mi perdo a studiare il suo ben conosciuto corpo. Lui mi guarda e prende una ciocca dei miei capelli facendomi rabbrividire e distogliere lo sguardo
"oh, Saretta, mi consumerai se continui a guardarmi così" dice passando dai miei capelli a sfiorare le mie labbra. Non mi oppongo ma cerco di spostarmi da lui per ritrovarmi io, invece, appoggiata al letto. Lui viene vicino al mio viso, respirando, guardandomi, assaporando odori e sensazioni. Prende le labbra fra le sue e mordicchia leggermente il labbro inferiore, tirandoselo... Mi fa gemere e prende ancora le mie labbra, ma poi si allontana guardandomi per approvazione
"smettila cazzo, perché per qualsiasi problema vuoi risolvere così le cose? Volevo accertarmi che tu stessi bene, sai che sei importante per me..." mi sento strana a dire quelle parole. Ma è la verità. Lui mi guarda ad occhi spalancati, si allontana e va a prendere una canna poggiata vicino alla finestra. Lo vedo vuoto e ferito. Devo uscire di qua
"come puoi pensare che io stia bene? Sara?" Non so cosa dirgli, non parlo e sospiro
"non sto bene manco io..." sospiro con irritazione e riprendo "è meglio che io vada a dormire, non... farti problemi a..." non concludo la frase e mi sento imbarazzata. Lui posa la canna e mi guarda
"non farti problemi a?" ci vedo quasi un pizzico di malizia, non è possibile! Davvero incredibile!
"non farti problemi a chiamarmi, se hai bisogno..." faccio un sorriso e un respiro a cui lui risponde sorridendo. Si avvicina a me e mi sento andare in panico, sento battere il cuore e agitarmi terribilmente. Lui si siede sul letto, io lo guardo e tento di voltarmi per andare via
"buona notte, Christian" dico prima di uscire e lui sorride
"buona notte, Sara" nei suoi occhi posso vedere anche che vorrebbe ringraziarmi per esser stata un po' vicino a lui.

LA LUCE NELL'OMBRA (PARTE 2!)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora