Sono a casa mia, nella mia solita depressione. Mia mamma mi chiama e rispondo un po' scocciata
"Sara" sta piangendo e sento la sua voce sconvolta
"mamma? Che succede? Perché piangi?"
"Sara... Lorenzo è all'ospedale, a Vimercate, vieni..." le sue parole mi gelano il sangue. Mi sento praticamente sconvolta. Mi sento cadere il mondo addosso. Mio fratello era cresciuto insieme a me, non riesco a immaginare di vivere senza di lui. Corro verso la mia auto e mi dirigo da Lorenzo. Entro freneticamente nell'ospedale e cerco il reparto che mi ha scritto mia madre. Appena arrivo vicino alla sua stanza vedo un dottore sulla quarantina e lo assalto, con le lacrime agli occhi
"che cos'ha mio fratello, dottore?" l'uomo mi guarda ed io gli indico la stanza
"Di Pretore, ha avuto un coma etilico signorina" dice con la massima decenza
"coma... Coma etilico?" ricalco severa
"sì, mi dispiace..."
"ma ce la farà?"
"preferisco non dare le cose per scontate" dice guardandomi. Dentro vedo mia mamma che non avevo notato fino a ora per la frenesia.
Il dottore si allontana e mia mamma si getta fra le mie braccia, facendomi uscire delle lacrime.
"poco fa è stato qua tuo padre, ha detto che tornerà più tardi..." sussurra. Io entro e guardo il corpo di questo ragazzino steso sul letto. Lui non può lasciarmi. È stato il mio migliore amico, il mio confidente, mio fratello, e anche la mia migliore amica. Lui non può andarsene. Sfioro il suo viso. È la, privo di sensi... Mia mamma mi sta osservando ed io le chiedo
"come è successo?"
"un'amica è riuscita a riportarlo a casa, privo di sensi..." fa un singhiozzo "ho aperto la porta della macchina di questa ragazza e l'ho visto svenuto, con la bava alla bocca e tutto coperto di vomito" racconta mia mamma facendomi piangere "ho chiamato l'ambulanza e incominciato a pregare".
"sono state le 6 ore più lunghe e drammatiche della mia vita" è successo alle tre di notte? Penso fra me e me
"perché non mi hai chiamato ieri notte?"
"perché ho preferito farti venire oggi"
Resto la, a sentire il respiro di mio fratello che lotta per la vita. Dopo ore ed ore, li ferma a guardarlo, vedo che mia mamma se ne va a riposarsi e dopo poco arriva mio padre, con Titti, sua sorella e mia nonna. Anche se siamo in quattro non mi interessa nulla. Li abbraccio e vengo ancora scossa dalle emozioni, sono distrutti e sconvolti. Decido di andarmene in casa anche io e mio padre mi accompagna fuori
"Anna?" chiedo con le lacrime
"ieri è venuta con me qua da lui" mi dice con un misto di rabbia e di tristezza.
Non rispondo e resto zitta, poi vedo un'auto dalla quale scende Christian. Rimango bloccata a guardarlo, jeans e giaccone. È praticamente stupendo anche ora.
Viene verso di noi
"lui che ci fa?" chiedo con voce acida e severa, Christian mi ha sentito
"perché? Che centra Christian?" mi dice squittendo
"no, non centra nulla... Io sto andando" dico praticamente sul viso di Christian mentre si diramano i brividi per il corpo.Il giorno dopo vado ancora da mio fratello, di mattina, e appena entro nella stanza lui è ad occhi socchiusi e con lui c'è Christian
"che fai qua?" dico guardando Christian, magro, triste e sconvolto
"si è ripreso, ma è molto in confusione" Lorenzo mi guarda appena e si divincola. Sono così contenta! Mi si è tolto un peso dal cuore! Accarezzo il viso di Lorenzo ignorando Christian e lui mi sussurra
"Christian... è qui? È stato... Gentile..." mi fa una tale commozione che mi sembra di stare per piangere. Esco fuori dalla stanza e vedo mia mamma parlare coi medici. Christian mi ferma fuori dalla porta
"non toccarmi" dico severa incontrando i suoi occhi
"Sara... Non fare così..." mi sta implorando. Occhi neri e svuotati.
"stavamo parlando, prima che arrivassi... Mi ha detto molte cose, ha detto che si sentiva solo, che l'hanno fatto bere sempre di più e che... Dice che gli scoppia la testa quando sente tua mamma che litiga con tuo padre, dice che non gli piace che lui la tratti da scema o la giudichi"
Mi si inumidiscono gli occhi. Lo guardo, tenendo gli occhi sulla sua maglia scura. I jeans gli stanno a perfezione. Lui che dice queste cose mi da davvero un salto al cuore. Mi sta sfiorando il labbro ed ogni parte di me si accende, come sempre. Sposto la mano come se stessi parando violentemente un pugno e lui resta vicino a me. Troppo vicino.
"ti ringrazio, Christian" è tutto ciò che mi viene da dire... Per poi stringerlo velocemente fra le mie braccia. Lui respira sul mio collo e chiude gli occhi. Ed anche io. Quanto mi mancano quelle braccia e quel corpo. Il bisogno che aveva di me lo sento forte e chiaro. Come se avessi dato da bere a qualcuno che ha fatto il test di Cooper. Però, mio malgrado, devo staccarmi. Interrompo quell'abbraccio e quel calore tanto necessario per tutti e due. Cerco di mostrarmi distaccata e mi allontano, non posso restargli vicino. Assolutamente
"allora, io andrei a lavoro... Se ci siete qua voi" dico velocemente e ci guardiamo negli occhi. Perché quegli occhi mi fanno sempre perdere? Perché ne ho così bisogno? Non devo guardarlo. Non devo guardarlo negli occhi. Rientro in camera da mio fratello. Passo una mano sulla sua e dico
"sei un coglione, lo sai?" gli accarezzo i capelli e lui sorride, è felice di vedermi per davvero.
"ora vado a lavoro, fai il bravo, ci vediamo..."
"okay" mi sussurra stanco e provato...
Così, me ne vado. Stringendo prima mia madre e dirigendomi fuori dall'ospedale.Passa il tempo, sono trascorse tre settimane con gli ultimi accaduti, e sono sempre più addolorata per quello che Christian ha fatto. Mio padre mi ha supplicato di fare qualche giorno a Napoli per svagarsi, dice che gli serve e vuole i figli accanto. Non sono per nulla contenta di dover andare con Christian, non ci parlavo quindi non sapevo neanche se sarebbe venuto. Si tratta di un weekend, magari chiederò a lavoro un giorno di ferie. Scendiamo in treno, ci vogliono molte ore da quando saliamo sul mezzo fino alla nostra patria. Circa quattro. Quando arrivo in stazione vedo Anna, con Christian e Palma. Non posso non guardare intensamente Christian, se dicessi il motivo per il quale sono arrabbiata con lui succederebbe il finimondo. Christian mi lascia senza fiato come sempre, pur con il suo evidente stato deperito è stupendo. Porta la giacca in pelle su una maglia nera, della Calvin Klein. I pantaloni sono costosi e porta delle Nike bianche. Anche lui non mi toglie gli occhi da dosso e mi mangia non appena mi vede. Mi guarda contento di aver scoperto che ci sono anche io. Sul treno cerco di dormire fino a che sia arrivata la destinazione. Ho vicino mio fratello, più avanti mio padre con Anna ed ancora più avanti Christian con Palma. Arriviamo alla stazione e prendiamo un pullman pieno zeppo di persone. Facciamo fatica a metter su le valigie e senza manco farlo apposta sono attaccata ad un palo del pullman, dietro di me una signora anziana guarda sbigottita i miei occhi e la mia tensione nell'avere attaccato a me proprio Christian. Mi sta guardando dall'alto, è attaccato a me e sembra compiaciuto del fatto che possa avermi dopo il suo ventre. Io sono li attaccata, mi manca l'aria e sento i battiti come solo lui mi può far capitare. Osservo la sua giacca, la maglia, i jeans, mi accorgo che sto guardando troppo e alzo lo sguardo. Ma è troppo tardi, lui mi sta guardando con un ghigno
"ti piacciono i jeans?" ridacchia divertito, non oso rispondere e sospiro forte. Povera signora, chi sa cosa pensa "puoi togliermeli quando vuoi, senza che resti a guardare" divento rossa, vedo la signora dietro di me voltandomi un poco ed è scandalizzata...
"Christian, non ho alcuna intenzione di stare al tuo gioco di merda. Smettila"
"Non sto facendo nessun gioco, mi piace questa situazione..." dice tenendo una mano sul palo dove sono poggiata. Dio mio, è veramente troppo vicino. I suoi occhi sono puntati su di me. Lo guardo in soggezione, è come se mi stesse spogliando e vedendo nuda in quell'istante. Deglutisco e le mie mani vanno verso i suoi pantaloni, verso il suo corpo, perché vicino a me le persone spingono e non c'è aria. Il signore vicino a me deve pagarla, perché il corpo di Christian tocca il mio, i suoi jeans si poggiano sui miei, vorrei toccarlo. Veramente tanto. Mi sto quasi rilassando ad avere lui vicino, mi piace da matti rivivere quella sensazione. Sentire il suo profumo. E anche lui sembra godere di questo momento, sembra assaporarlo, prenderne il bisogno che ha. Il suo braccio poggiato al muro sta sfiorando il mio viso, i brividi salgono incessanti. Ma quando arriviamo? Per un attimo vorrei potessi scendere, poi vorrei poter stare così in eterno. Il suo jeans poggiato su di me, per fortuna o per sfortuna, non mi lascia sentire strane presenze. Però sento troppo, veramente troppo, la sua vicinanza e il suo contatto. In quegli occhi ci vedo amore, dispiacere, dolore, so bene come sta, lo conosco. Vedo mille emozioni.
"sai, mi viene una voglia assurda di baciarti" sussurra al mio orecchio facendomi rabbrividire e socchiudere gli occhi. Deglutisco e non riesco a rispondere, resto ad occhi socchiusi
"cos'è, non mi mandi affanculo?" dice ridacchiando e con tono sensuale
"lo... Lo stavo per fare" dico senza quasi il respiro, guardando i suoi pettorali
"certamente" dice con un sorriso. Cosa cazzo si crede? Perché sono restata qua e non me ne sono andata sgattaiolando da un'altra parte? Per fortuna i miei pensieri sono interrotti dalla fermata alla Sanità. Scendiamo e finalmente staccarmi dal suo corpo mi da aria. Perché sono rimasta là attacca a lui, dannazione? Mi guarda ancora imbarazzato, finché arriviamo a casa di Anna ed entriamo. Io mi dirigo subito in camera mia. Dopo poco c'è la cena tutti assieme, mangio senza guardare in faccia nessuno. Noto che Christian ha lo sguardo su di me. Vado subito dopo di nuovo in camera mia. Mentre sistemo le cose, girandomi mi accorgo che Christian è in camera. Sobbalzo guardandolo storto, lo squadro dall'alto al basso
"che cazzo... Christian cosa stai facendo qua?" mi guarda silenzioso
"niente, a te va di uscire?" questo è veramente fuori di testa!
"no Christian, proprio no. Ora esci dalla mia camera, per favore" Continuo a sistemar le cose, lo guardo torva "ma mi ascolti? Ti ho chiesto di uscire di qua" dico ma lui si avvicina e mi fa andare contro il muro. Mi guarda fisso, non è giusto! Mi ferma un braccio e aderisce al mio corpo. Di nuovo, cazzo!
"Christian, lasciami immediatamente ed esci di qua, non ho voglia di litigare" I suoi occhi sono profondi, respira vicino a me e si toglie all'improvviso. Mi guarda e prende una sigaretta andandosene fuori. Ma quali problemi mentali puoi avere? Scuoto la testa, tiro un bel respiro e mi metto a dormire.
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LA LUCE NELL'OMBRA (PARTE 2!)
RomancePRIMA DI LEGGERE QUESTA STORIA, SI CONSIGLIA LA LETTURA DELLA PRIMA PARTE: LA LUCE E L'OMBRA! VI INFORMO CHE IN TUTTI I DIGITAL STORE E DIGITAL BOOK È POSSIBILE LEGGERE LA PARTE 1, OVVERO IL MIO LIBRO "LA LUCE E L'OMBRA". OPPURE PUOI ORDINARE IL CAR...