RITORNO AL PASSATO? CAPITOLO 3

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Ci addormentiamo così, attaccati l'un l'altro e lasciamo che ci colga il sonno... Mi sveglio la mattina con la sveglia per andare a lavoro e sento che Christian è sollevato su un fianco e mi sta accarezzando e studiando dolcemente
"ciao" dico sorridendo al suo viso radioso
"buon giorno piccola"
"facciamo qualcosa per colazione, devo andare a lavoro"
"ma va dai non andare a lavoro!"
"devo andare a lavoro Christian, se no non si mangia" dico ridendo. Se ribatte mi devo incazzare sul serio. Per fortuna sorride e non dice niente ma è contrariato, non vorrebbe. Mi ricordo di avere la sua maglia. Così prendo il mio jeans e il mio reggiseno.
"non ho delle mutande pulite" dico imbarazzata a Christian, lui mi sta fissando muovermi per la stanza, è divertito
"prendile dall'ultimo cassetto, ci sono le mie, Simona ha portato via tutto" Simona... Mi ripeto nella testa. Apro il cassetto ingelosita e contrariata, lui non dice niente. Prendo un paio di mutande e vado a cambiarmi. Esco pronta e vado a cucinare qualcosa. Non posso manco truccarmi! Non userò certamente i trucchi di quella la, poi penso si sia portata via un po' di roba. Guardo nel bagno per accertarmi, effettivamente non c'è nulla. Inizio a scaldare del latte e vedo Christian accendere la tele.
"a che ora devi essere a lavoro?" gli chiedo sorridente
"alle otto" mi dice contento
"vuoi qualcosa da mangiare?"
"bevo il latte pure io e mangio qualcosa, tranquilla... Anche se preferirei mangiarmi te di prima mattina" sorrido e mi sento imbarazzata, sento il mio corpo cedere e andare a fuoco senza che lui manco mi abbia sfiorata "Non si può amore mio, siamo in ritardo" dico abbracciandolo e dandogli un bacio a stampo... Quanto è bello. Ci mettiamo a fare colazione e guardandolo negli occhi penso che ho fatto di tutto per evitare questo ragazzo, ed ora mi trovo qua. Sentiamo suonare la porta e ci guardiamo con un lampo di complicità e paura. Mi nascondo di più nella cucina e guardo Christian che va ad aprire la porta. Sento una donna parlare, ha la voce stridula e stanca
"Christian" dice lei con tono severo.
"ciao piccola mia" dice Christian abbassandosi e dando un bacio alla bambina, aprendole poco la porta per non lasciar vedere me ma la piccola entra felice dirigendosi al divano. Cosa faccio? Se la chiamo e si spaventa manderà a puttane tutto. Non deve vedermi ora. La piccola si avvicina alla cucina e mi vede
"Ci" dice spaventandosi. Credo sia il verso per chiamare Christian. Io le faccio un verso per dirle di stare zitta e mi avvicino dolcemente per prenderle un braccino e tirarla verso di me. Questa bambina è semplicemente bellissima. Ha un viso paffuto, con capelli castani chiari ed occhi castani. La tengo vicino a me e le dico che la mamma arriva a momenti.
"come mai sei qua adesso?"
"parto, me ne vado... Non so se puoi essere in grado o meno di stare da solo"
"lo sarò sicuramente"
"chi ti stai scopando ora? Sai, con quello che ha passato la bambina non mi stupirei che lo facessi con lei"
"come puoi dire simili cose schifose? La colpa è tua per quello che ha visto la bambina, per quello che facevi..." dice Christian alzando la voce. Decido di distrarre la bambina
"se tu mi avessi amato magari io sarei stata diversa"
"tu sei sempre stata così Simona, non dire cazzate" dice alterandosi. Urlano e si rinfacciano le cose "non si decide chi amare e ti conviene stare lontana da qui... Cerca di avere riguardo per te stessa"
"non devi essere tu a dirmi cosa fare coglione"
"guarda qua" dice Christian e poi non vedo cosa faccia
"ti sembra che questo sia un comportamento utile per una bambina?" la donna non risponde ed esulta dicendo
"sei una vera merda"
"io ti ho aiutato Simona, ma non hai mai accettato di farti aiutare... Non sapevo che altro fare!"
"ci credo, non sei altro che un uomo di merda"
"certo, dimmi piuttosto che cosa stai tramando. Ne fai fatte passare di ogni a quella bambina, perché ora stai facendo questo? Cosa hai in mente?"
"parto, come ti ho già detto, lo faccio per portarla in un posto migliore"
"quell'uomo dell'altra volta, non è bello stia vicino alla bambina, chi è?" non sento rispondere, sento sussultare, mi si sta accapponando la pelle
"è il mio uomo, ed è con lui che parto, ci sono stati troppi controlli di assistenti sociali... Sei contento?"
"non sono contento Simona, cosa vuoi da me? Si può sapere? Ora va, riguardati..." lei risponde un vaffanculo e chiama la bambina per nome, la accarezzo e la piccola ascolta la mamma e la raggiunge, saluta Christian e se ne va. Christian entra e ha il viso sconvolto. Mi guarda subito e deglutisce. Io lo guardo e sono avvilita, triste, spaesata
"perché non mi hai detto nulla?" dico esausta
"non era il caso, ora devo andare a lavoro, ci vediamo..."
"okay amore" dico sorridendo, mi prende la mano e mi porta in camera
"perdonami per non averti spiegato tutte quelle cose, ma non sapevo come dirtelo... scusami..." dice tenendo le mani fra i miei capelli
"sono davvero dispiaciuta per lei, ma non riesco a capire molte cose..."
"oggi ti spiegherò tutto meglio" ha un viso fantastico. Lo guardo ed annuisco. Così esco per andare a lavoro, ma dopo simili scoperte non hai la mente così libera. Dopo il lavoro passo da Christian, lui è seduto sul divano. Guarda la tele e sembra assorto nei pensieri. Mi guarda e mi sorride. Tutto il giorno non ho pensato ad altro, la situazione è ancora più complicata. Fino a qualche mese fa ero una adolescente che viveva in casa della madre ed era alle dipendenze dei genitori, ora mi trovo in questo caos. Che devo fare? Ho solo vent'anni. Lui mi sorride ancora ed è stupendo, lo amo... Lo amo con tutta me stessa. Sottovoce dice "lo so che devi esser parecchio confusa per questa situazione... So che non è facile..."
"sì Christian sono parecchio confusa, quella donna mi ha spaventato" e poi riprendo con dei brividi per il corpo "Poi povera piccola..."
"Sara l'hanno portata via..." dice con tono esausto e malinconico "sono venuti gli assistenti sociali, l'hanno trovata e hanno deciso che fosse meglio tenerla in orfanotrofio fino a quando non troveranno una famiglia... Ho una paura che manco immagini... Sono solo un ragazzo e sai il passato che ho alle spalle... E non posso lasciare che qualcuno faccia questo, cazzo!" urla deciso e spaventato "io non posso far sì che le succeda quello che in passato successe a me!" bestemmia e china il viso su se stesso, le lacrime mi rigano il viso... Sono sconvolta.
"Christian... Mi dispiace, mi dispiace davvero... Ma non è detto che deve vivere quello che hai vissuto tu..." Lui mi guarda con aria seria
"oggi hai detto -guarda qua- mentre parlavi con la madre, cosa faceva di inadatto per la bambina?"
"si tagliava, beveva e si drogava davanti a lei, e non faceva altro che lasciarla la a guardare questo schifo... Ho scoperto che suo zio, quando andava da Simona, violentava la bambina... Questo è abbastanza?" dice urlando. Inizio a piangere, leggermente... Sospiro e sono scossa dalla sua ira
"ora si mette a piangere ovviamente..."
"ma perché fai così? Io non c'entro niente..." Lui si passa una mano sulla fronte e sul viso "non volevo farti piangere, scusami..." Si avvicina a me e mi stringe la vita. Prende il mio viso che sta piangendo e lo poggia sul suo collo. Sento il suo corpo e mi da sicurezza. Non vorrei mai allontanarmi da lui.
Christian rabbrividisce e torna serio. Non dice nulla e si allontana da me
"credo sia meglio che io vada a casa..." Christian prende una birra e la apre
"devi scoparti quel Daniel la?" divento una furia
"per chi cazzo mi hai preso? Dovevo saperlo che mi avevi usato come un passatempo, vado a casa" dico ed esco diretta dirigendomi verso la porta. Lui si alza e inizia ad urlare
"dove vuoi andare eh?" mi prende il braccio e mi spinge forte dall'altra parte
"vado dove voglio, non ti permetti di darmi della puttana"
"ma come devo definirti?" dice bevendo un bel sorso di birra. Io tiro un colpo che lui ovviamente scansa e mi spinge di nuovo. Questo è troppo. Esco dalla porta e mi dirigo alla macchina.

LA LUCE NELL'OMBRA (PARTE 2!)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora