VIAGGIO DI LAVORO... QUASI: CAPITOLO 4

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Sono tornata a casa di Christian, soltanto per un pò, vogliamo lasciare che rimangano i nostri spazi. Lame luminose penetravano nel buio della camera. La luce gialla del lampione di fronte illuminava il sonno. Quella luce era come una luce di sicurezza, come quella che da bambina ti protegge da mostri e uomini cattivi e che mi aveva fatto compagnia.
Ancora ora, che ormai sono una donna, che dorme tra le braccia di un ragazzo, quella luce esterna era la conferma di uno stato di sicurezza. E così non provo paura quando nel cuore della notte sento un braccio pesare sul mio fianco. A quello stimolo la mia mente apre uno spiraglio; il tempo necessario per rendermi conto che non c'era pericolo e subito ricado nell'incoscienza. Qualcosa si stava sollevando e la sento scivolare, lentamente. La sensazione di un movimento, di qualcosa che stava capitando, forse lì o altrove. Immersa come sono nel sonno non potevo distinguere i contorni delle cose e degli avvenimenti, la realtà era il regno dell'onirico, nel quale si è al contempo protagonista e spettatrice. Mi muovo nella semi coscienza con la percezione di qualcosa di pesante. Un punto di luce colpisce il mio occhio, che si era aperto nel movimento. Emetto un mugugno. Un calore mi sta scaldando il centro del corpo e da qui un flusso si sta irradiando verso il cuore. Vedo un fuoco e accanto al fuoco io e un'altra figura. Sembriamo contenti... Qualcosa mi sfiora il collo e istintivamente alzò la mano per cacciare chissà quale animale che si era posato su di me. Quando cerco di toccare cosa sia rimane solo calore sulla mia pelle, sembravano delle labbra... Cerco di girarmi di colpo verso la bestia, ma sono rallentata dalla solita pesantezza. Apro leggermente gli occhi e una mano di Christian va delicata verso il mio seno, che ora è nelle sue mani ed io appoggio sopra la mia, per istinto. Non ero presente alla realtà, ma ero lo stesso consapevole di ciò che stava accadendo. Non avevo alcuna bestia pericolosa su di me, era il mio amore che mi esplorava nel cuore della notte. "Ha voglia", mi dice la voce della mia coscienza assopita. Mugugno di nuovo e mi trovo supina. Sento la sua pelle ruvida del viso sfiorarmi la guancia e poi le labbra di lui cercare le mie. Le schiudo e attendo. Le palpebre pesanti si sollevano di poco e i miei occhi vedono le lame di luce tagliare parte del buio. Tutto era tranquillo, nessun rumore, alcun timore. Abbandonata nelle mani del mio amato. Sento che lui mi vuole e mi spiace di non riuscire a svegliarmi totalmente. Le mie membra erano così pesanti e stanche e lui era così delicato da lasciarmi sospesa tra sonno e veglia. Sento le labbra bagnarsi, la lingua di lui le sfiora appena, inumidendole con la saliva. Lecco le mie labbra e incontro la lingua di lui e in quello stesso momento sento la sua mano che avvolge il monte di Venere e gioca delicato. Riesco ad aprire gli occhi e mi sforzo di metterlo a fuoco, ma il buio era ancora troppo fitto per distinguere i dettagli. Emetto un sospiro e con un filo di voce dico
"amore". Lo vedo sorridere accanto a me, nell'ombra e mi dice
"ciao, è molto presto ma non resistevo" Sento come un sibilo, proviene da lui. Poi un insieme di movimenti, il corpo di lui si sposta, sento le mani posarsi sui miei fianchi e tirare. Istintivamente sollevo il bacino. Lui mi toglie gli slip, scorrendo lungo le cosce... Poi risale e le accarezza, passando l'interno con la mano, mentre si avvicina a me per succhiare un seno. Io gemo e cerco di dibattermi nel letto, la sua mano esplorava la mia intimità. Questo mi fa emettere versi. Mi stacco definitivamente da Morfeo per abbandonarmi a colui il quale mi aveva strappata dal regno dell'onirico, per dare e prendere piacere. Io afferro i capelli e tiro delicatamente. Lui cerca avidamente la mia bocca e la bacia. Mi giro un poco verso di lui, sollevando una gamba... Subito sento le sue dita entrare nella mia fessura umida. Mi contraggo e gemo ancora, inarcandomi... E poi fuori e poi ancora dentro... E sento che mi bagno sempre più. Faccio scorrere la mano sul suo membro eretto, da sopra le sue mutande, riesco ad entrare e sento che già colava. Mi sento afferrare il polso e strappare via il braccio. E la bocca di lui che mi inchioda al piacere. Mi manca decisamente il respiro. Mi sento girare con forza e mi ritrovò prona, con il peso di lui sopra. Sento lui che passa le mani sopra le natiche e due dita penetrano nel luogo proibito. Gemo e mi contorco. Bloccata da lui non posso e non voglio fuggire. Dei morsi leggeri sul sedere. Di colpo sollevo il bacino, come per proteggermi e proteggendomi mi espongo e davo tutta me stessa, col mio lato debole. Poteva fare di me ciò che voleva, ero sua, completamente. Il respiro spezzato e tutto che colava. Non posso resistere a quel piacere. Punto un ginocchio e cerco di sollevarmi un poco. Le sue mani mi stanno possedendo. La mia schiena è rivolta a lui. Girando la testa di lato vedo che lui sta sopra di me, vicino a me, perché cerca di sentirmi, di sentire il mio sapore e il mio amore. Si abbassa a baciarmi ed io gemo. Con le mani passa tutta la mia schiena e la percorre anche con la bocca. Mi piega più in su, mettendo il ventre più in alto e rivolto verso di lui. Si abbassa a baciarmi ancora e morde delicatamente la mia schiena. Grido leggermente, quando rientra con due dita dentro di me. Lui mi trattiene forte. "No no!", implorò. E poi ancora le sue dita dentro la fessura. Davanti e dietro. Gli umori che colavano abbondanti, dentro e fuori di me. E ancora gemiti e ancora quella falsa e vera implorazione.
"No... no". E il tentativo di liberarsi dallo sconvolgimento dell'esplosione. Ma lui mi possiede. Non posso fuggire, non voglio fuggire. Le sue mani bagnate mi bagnano il corpo, ancora e ancora. E non resisto più. "cosa sta facendo?" E la tensione mi sovrasta e mi oltrepassa, mi dilata, mi domina e mi sta soggiogando. Il respiro corto, la bocca completamente aperta come il mio sesso. Tiene il mio sedere e lo stringe, si riavvicina alla mia bocca e si abbassa vicino al mio sedere leccando il mio intimo. Intanto ha le mani sulla mia schiena, torna vicino alla mia faccia e mi chiede "questo ti piace? è questo che vuoi?" Non rispondo e gemo sul cuscino e poi dico sussurrando "sì"
"oh ti prego Christian" dico subito dopo... E ancora lui, dentro e fuori, scivolava con le dita tra le labbra e poi ancora, dentro le aperture del mio intimo. E il sangue che risaliva dal basso, veloce e ancora più veloce e senza respiro mi contraggo ancora. Gemiamo insieme. Mi sento stringere forte i fianchi e mi inarcò di colpo. Sento il familiare rumore di una bustina di profilattici e poi mi bacia ancora lungo la schiena, il collo e la mia bocca, lo sento d'un tratto entrare deciso dentro di me, mordo il cuscino e gemo forte. Respiro in modo irregolare e gestiamo il piacere. La mia sensazione di pienezza spezza il fiato fino a quando riesco ad andargli incontro. La mattina mi sveglio verso le 11,00, sono abituata a stare sveglia di notte e dormire la mattina. Preparo un caffè per tutti e due e vedo che Christian è dietro di me a petto nudo, ha jeans larghi e mi guarda sorridendo. "buon giorno amore" sussulto un attimo per lo spavento
"buon giorno amore" rispondo anche io. Ci guardiamo con aria sensuale, ieri sera era stato così inaspettato e passionale. Era stato davvero magnifico.

LA LUCE NELL'OMBRA (PARTE 2!)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora